La tesi propone una lettura in chiave psicoanalitica dell'opera di Filippo Tommaso Marinetti 'Lussuria Velocità' (1921), pubblicata originariamente in francese con il titolo 'La Ville Charnelle' (1908). L'analisi di alcuni motivi dominanti nella raccolta (cannibalismo, suicidio, bisessualità, sonno), delle modalità relazionali e delle fantasie più ricorrenti (identificazione, incorporazione, sadomasochismo, oralità), e del modo in cui queste ultime emergono nelle narrazioni non solo tematicamente ma anche a livello performativo, porterà a tracciare una mappatura della grammatica affettiva marinettiana mostrandone la forte affinità allo 'stato mentale fascista' descritto da Bollas (1992). Verrà anche discussa l'affermazione di Erich Fromm (1973) secondo cui Marinetti sarebbe stato psicologicamente 'necrofilo' nonché anticipatore, per questa sua tendenza distruttiva, della mentalità fascista e nazista. Anziché riferirsi al concetto freudiano di 'pulsione di morte' chiamato talora in causa dalla critica letteraria su Marinetti, o alla connessa ma diversa idea di 'necrofilia' di Fromm, la presente lettura si ispirerà ai lavori di Ambrosiano e Gaburri (2003, 2012) sulla fusionalità e sul narcisismo per mostrare come la tensione all'indifferenziato sia il motore affettivo delle narrazioni marinettiane - e come la pervasività difficoltosamente contenuta di tale tensione prefiguri la rottura dello stesso contenitore simbolico in cui tali narrazioni/rappresentazioni prendono vita, e il successivo passaggio alla sfera concreta dell'azione e della violenza.​
La mente orale. Fusionalità e cannibalismo nella poesia del primo Marinetti
CAPELLO, FRANCESCO
2018/2019
Abstract
La tesi propone una lettura in chiave psicoanalitica dell'opera di Filippo Tommaso Marinetti 'Lussuria Velocità' (1921), pubblicata originariamente in francese con il titolo 'La Ville Charnelle' (1908). L'analisi di alcuni motivi dominanti nella raccolta (cannibalismo, suicidio, bisessualità, sonno), delle modalità relazionali e delle fantasie più ricorrenti (identificazione, incorporazione, sadomasochismo, oralità), e del modo in cui queste ultime emergono nelle narrazioni non solo tematicamente ma anche a livello performativo, porterà a tracciare una mappatura della grammatica affettiva marinettiana mostrandone la forte affinità allo 'stato mentale fascista' descritto da Bollas (1992). Verrà anche discussa l'affermazione di Erich Fromm (1973) secondo cui Marinetti sarebbe stato psicologicamente 'necrofilo' nonché anticipatore, per questa sua tendenza distruttiva, della mentalità fascista e nazista. Anziché riferirsi al concetto freudiano di 'pulsione di morte' chiamato talora in causa dalla critica letteraria su Marinetti, o alla connessa ma diversa idea di 'necrofilia' di Fromm, la presente lettura si ispirerà ai lavori di Ambrosiano e Gaburri (2003, 2012) sulla fusionalità e sul narcisismo per mostrare come la tensione all'indifferenziato sia il motore affettivo delle narrazioni marinettiane - e come la pervasività difficoltosamente contenuta di tale tensione prefiguri la rottura dello stesso contenitore simbolico in cui tali narrazioni/rappresentazioni prendono vita, e il successivo passaggio alla sfera concreta dell'azione e della violenza.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/48108