The asylum of Racconigi, founded in 1871 on the initiative of Vittorio Emanuele II, represents one of the most emblematic examples of Italian psychiatry and its historical transformations. Located in the Piedmontese town of Racconigi, this psychiatric institution played a fundamental role for over a century in the treatment of mental disorders, operating within a social and medical context that was constantly evolving. Its history spans crucial decades for medicine and psychiatry, during a time when the management of mental health broadly reflected society’s fears, hopes, and beliefs. The experience of the Racconigi asylum was deeply influenced by legislative changes and scientific innovations that occurred from the late 19th century until the final closure of the institution, following the enactment of the Basaglia Law in 1978, which marked the end of asylums in Italy. This thesis aims to investigate the multiple facets of the Racconigi asylum, analyzing not only its institutional history but also the social, political, and cultural context in which it was situated. Starting with an analysis of the internal organization, the psychiatric practices adopted over the years will be examined, with particular attention to the division of wards, therapeutic methods, and the treatment reserved for patients. Indeed, the asylum was not only a place of isolation and confinement for those considered “abnormal” or “dangerous,” but also an experimental laboratory for the psychiatric theories of the time. The different sections of the facility, such as the Chiarugi ward dedicated to the most severe patients, reflected a clinical approach focused on segregation and control, but also progressive attempts to introduce more humane care, such as occupational therapy and advanced medical treatments for the period. Another aspect that will be addressed concerns the architecture of the asylum, designed not only to meet functional and safety needs but also to exert physical and psychological control over the patients. The analysis of the structures, from the large green areas reserved for work therapy to the more restrictive spaces dedicated to agitated patients, allows for a better understanding of the role of these institutions in society at the time and their function of social containment. Through the study of archival documents, direct testimonies, and historical sources, the objective of this work is to provide a comprehensive view of the evolution of the Racconigi asylum, analyzing how this institution represented a microcosm of the broader transformations that occurred in the treatment of mental illness in Italy.
Il manicomio di Racconigi, fondato nel 1871 su iniziativa di Vittorio Emanuele II, rappresenta uno degli esempi più emblematici della psichiatria italiana e delle sue trasformazioni storiche. Situato nella cittadina piemontese di Racconigi, questo istituto psichiatrico ha svolto per oltre un secolo un ruolo fondamentale nel trattamento dei disturbi mentali, operando in un contesto sociale e medico in continua evoluzione. La sua storia attraversa decenni cruciali per la medicina e la psichiatria, in un’epoca in cui la gestione della salute mentale rifletteva ampiamente le paure, le speranze e le convinzioni della società. L’esperienza del manicomio di Racconigi è stata profondamente influenzata dai cambiamenti legislativi e dalle innovazioni scientifiche che si sono succeduti, dalla fine dell’Ottocento fino alla chiusura definitiva dell’istituto, avvenuta con l’entrata in vigore della Legge Basaglia nel 1978, che sancì la fine dei manicomi in Italia. Questa tesi si propone di indagare le molteplici sfaccettature del manicomio di Racconigi, analizzandone non solo la storia istituzionale, ma anche il contesto sociale, politico e culturale in cui esso si inseriva. Partendo da un’analisi dell’organizzazione interna, verranno esaminate le pratiche psichiatriche adottate nel corso degli anni, con particolare attenzione alla suddivisione dei padiglioni, ai metodi terapeutici e al trattamento riservato ai pazienti. Il manicomio, infatti, fu non solo un luogo di isolamento e confinamento per coloro che erano ritenuti “anormali” o “pericolosi”, ma anche un laboratorio sperimentale per le teorie psichiatriche dell’epoca. Le diverse sezioni della struttura, come il reparto Chiarugi dedicato ai pazienti più gravi, riflettevano un approccio clinico mirato alla segregazione e al controllo, ma anche tentativi progressisti di introdurre cure più umane, come la terapia occupazionale e i trattamenti medici avanzati per l’epoca. Un ulteriore aspetto che verrà affrontato riguarda l’architettura del manicomio, concepita non solo per soddisfare esigenze funzionali e di sicurezza, ma anche per esercitare un controllo fisico e psicologico sui pazienti. L’analisi delle strutture, dalle ampie aree verdi riservate alla terapia del lavoro agli spazi più restrittivi dedicati ai pazienti agitati, permette di comprendere meglio il ruolo di queste istituzioni nella società del tempo e la loro funzione di contenimento sociale. Attraverso lo studio di documenti d’archivio, testimonianze dirette e fonti storiche, l’obiettivo di questo lavoro è fornire una visione complessiva dell’evoluzione del manicomio di Racconigi, analizzando come questa istituzione abbia rappresentato un microcosmo delle trasformazioni più ampie avvenute nel trattamento della malattia mentale in Italia.
"Il Manicomio di Racconigi: storia, memoria e trasformazioni di un luogo di cura e reclusione"
BIOLATTI, ELISA
2023/2024
Abstract
Il manicomio di Racconigi, fondato nel 1871 su iniziativa di Vittorio Emanuele II, rappresenta uno degli esempi più emblematici della psichiatria italiana e delle sue trasformazioni storiche. Situato nella cittadina piemontese di Racconigi, questo istituto psichiatrico ha svolto per oltre un secolo un ruolo fondamentale nel trattamento dei disturbi mentali, operando in un contesto sociale e medico in continua evoluzione. La sua storia attraversa decenni cruciali per la medicina e la psichiatria, in un’epoca in cui la gestione della salute mentale rifletteva ampiamente le paure, le speranze e le convinzioni della società. L’esperienza del manicomio di Racconigi è stata profondamente influenzata dai cambiamenti legislativi e dalle innovazioni scientifiche che si sono succeduti, dalla fine dell’Ottocento fino alla chiusura definitiva dell’istituto, avvenuta con l’entrata in vigore della Legge Basaglia nel 1978, che sancì la fine dei manicomi in Italia. Questa tesi si propone di indagare le molteplici sfaccettature del manicomio di Racconigi, analizzandone non solo la storia istituzionale, ma anche il contesto sociale, politico e culturale in cui esso si inseriva. Partendo da un’analisi dell’organizzazione interna, verranno esaminate le pratiche psichiatriche adottate nel corso degli anni, con particolare attenzione alla suddivisione dei padiglioni, ai metodi terapeutici e al trattamento riservato ai pazienti. Il manicomio, infatti, fu non solo un luogo di isolamento e confinamento per coloro che erano ritenuti “anormali” o “pericolosi”, ma anche un laboratorio sperimentale per le teorie psichiatriche dell’epoca. Le diverse sezioni della struttura, come il reparto Chiarugi dedicato ai pazienti più gravi, riflettevano un approccio clinico mirato alla segregazione e al controllo, ma anche tentativi progressisti di introdurre cure più umane, come la terapia occupazionale e i trattamenti medici avanzati per l’epoca. Un ulteriore aspetto che verrà affrontato riguarda l’architettura del manicomio, concepita non solo per soddisfare esigenze funzionali e di sicurezza, ma anche per esercitare un controllo fisico e psicologico sui pazienti. L’analisi delle strutture, dalle ampie aree verdi riservate alla terapia del lavoro agli spazi più restrittivi dedicati ai pazienti agitati, permette di comprendere meglio il ruolo di queste istituzioni nella società del tempo e la loro funzione di contenimento sociale. Attraverso lo studio di documenti d’archivio, testimonianze dirette e fonti storiche, l’obiettivo di questo lavoro è fornire una visione complessiva dell’evoluzione del manicomio di Racconigi, analizzando come questa istituzione abbia rappresentato un microcosmo delle trasformazioni più ampie avvenute nel trattamento della malattia mentale in Italia.File | Dimensione | Formato | |
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