The work presents a model of the interparadigmatic, neuroaffective and psychological-psychopathological Mind, inspired by the theorization of the Self. This derives from having set two orders of objectives; the first: to describe and understand what happens in the process of decay in the Mind of the Person affected by dementia (in particular Alzheimer's disease; DA), not limiting the work neither to detect the typical involution of neocortical functions nor to decline as simply pathological and deprived of meaning so much of the psycho-behavioural manifestations generally classified as BPSD; the second: to indicate how to intervene in a conscious way within a uniform theoretical-clinical framework. According to the thesis considered here, who can have relational access to the Alzheimer's Mind (MA) recognizing that the destructuring of neural circuiteries - in its rostrum-caudal proceeding with respect to the structural complexity of the CNS/ANS - reveals an underlying affective and narrative (psychodynamic) structure: the same that has epigenetically contributed to generate the syntactic-algorithmic form of those same neurocircuitalities. In the evolutionary age, within the dual-(triadic) child-mother-(father) dynamics of Attachment/Care (A/C), the narratives of prototypical ontogenetic relational events would be constituted in a Nuclear-Central-Self-Matric (MCSé), depositing themselves in the different somato-autonomic-tendentially non-neocortical districts of Mind-Brain, thus being found in the subsequent manifestations of the non-verbal and in the implicit procedural. This Matrix, being constituted on a mainly limbic-paralimbic/autonomic-reptilian tissue, would still be operating - within structural limits and ontoregressive times detectable by a precise stage model - in a Mind affected by dementia (particularly in the form of AD). Central in the structuring of ontogenetic narratives in MCSé is the role of the Attachment-Care SMI (SMI.A/C) able to operate, in the ontoevolutive progressiveness, a precise sense-syntactic implication (indicated as GENERATIVE ANACLITICITY) towards the different emerging SM/SMIs constituting them in macrounits, called Thematic Narrational Axies, ANT, characterized by specific SFR gradients (Security, Trust/ConFidence, Regulation) and constitutive of the following personological curves. The ANACLITICAL centrality of the SMI.A/C would be present, but in RECONCLUSTIVE mode, even in case of dementia onto-degeneration, thus providing the clinic with a reading model with which to grasp the deep narrational structure currently or potentially active in the MA. A fundamental part of the work (Part Two) is spent in the epistemological demonstration of the plausibility of the transferability of the Attachment-Care construct in the special Alzheimer's clinic. This position is confirmed in the clinical study of the numerous cases presented. While an extension of the epistemological theoresis of Attachment to a classically neurological clinic (that of dementia) is thus formalized, for such a construct-theory a significant revision is made both in a neuroscientific key (Panksepp, Damasio, Edelmann, Solms,) and psychological-psychoanalytical one (Schore, D. Stern, Lichtenberg) opening the possibility to a special neuropsychoanalytic clinic of dementias, impossible if confined to the only bowlbian IOM construct even if revisited.

Il lavoro prospetta un modello della Mente interparadigmatico, neuroaffettivo e psicologico-psicopatologico, ispirato alla teorizzazione del Sé. Ciò deriva dall'avere posto due ordini di obiettivi; il primo: descrivere e comprendere cosa avvenga processualmente nel decadimento nella Mente della Persona colpita da demenza (in particolare Alzheimer; DA) non limitandosi né a rilevare la tipica involuzione delle funzionalità neocorticali né a declinare come semplicemente patologica e destituita di senso tanta parte delle manifestazioni psico-comportamentali classificate generalmente quali BPSD; il secondo: indicare come intervenire in modo consapevole all'interno di una cornice teorico-clinica uniforme. Secondo la tesi qui considerata si può avere accesso relazionale alla Mente del Malato Alzheimer (MA) riconoscendo che la destrutturazione delle circuiterie neurali – nel suo procedere rostro-caudale rispetto alla complessità strutturale del SNC/SNA – svela una sottostante struttura affettiva e narrazionale (psicodinamica): la stessa che ha contribuito epigeneticamente a generare la forma sintattico-algoritmica di quelle stesse neurocircuitalità. In età evolutiva, all'interno della dinamica duale-(triadica) bambino-madre-(padre) di Attaccamento/Cura (A/C), le narrazioni di eventi relazionali ontogenetici prototipici si costituirebbero in una Matrice-Nucleare-Centrale-del-Sé (MCSé) depositandosi nei diversi distretti somato-autonomici-tendenzialmente non-neocorticali di Mente-Cervello, risultando quindi rinvenibili nelle successive manifestazioni del non-verbale e nel procedurale implicito. Tale Matrice, in quanto costituita su di un tessuto principalmente limbico-paralimbico/autonomico-rettiliano, sarebbe ancora operante – entro limiti strutturali e tempi ontoregressivi rilevabili da un preciso modello stadiale – in una Mente colpita da demenza (in particolare nella forma di DA). Centrale nella strutturazione delle narrazioni ontogenetiche in MCSé risulta il ruolo del SMI Attaccamento-Cura (SMI.A/C) in grado di operare, nella progressività ontoevolutiva, una precisa implicazione senso-sintattica (indicata come ANACLITICITÀ GENERATIVA) nei confronti dei diversi SM/SMI emergenti costituendoli in macrounità, denominate Assi Narrazionali Tematici, ANT, caratterizzati da specifici gradienti SFR (Sicurezza, Fiducia, Regolazione) e costitutivi delle successive curvature personologiche. La centralità ANACLITICA del SMI.A/C sarebbe presente, ma in modalità RICONDUTTIVA, anche in caso di onto-degenerazione dementigena fornendo con ciò alla clinica un modello di lettura con cui cogliere la struttura narrazionale profonda attualmente o potenzialmente attiva nel MA. Una parte fondamentale del lavoro (Parte Seconda) è spesa nella dimostrazione epistemologica della plausibilità della trasferibilità del costrutto di Attaccamento-Cura in ambito di clinica speciale Alzheimer. Tale posizione trova conferma nello studio clinico dei numerosi casi presentati. Mentre viene così a formalizzarsi una estensione della teoresi epistemologica dell'Attaccamento ad una clinica classicamente neurologica (quella delle demenze) subentra per tale costrutto-teoria una significativa rivisitazione sia in chiave neuroscientifica (Panksepp, Damasio, Edelmann, Solms,) che psicologico-psicanalitica (Schore, D.Stern, Lichtenberg) aprendo la possibilità ad una clinica speciale neuropsicanalitica delle demenze, impossibile se confinata al solo costrutto MOI bowlbiano sia pure rivisitato.

Attaccamento e malattia di Alzheimer Sé Persona Coscienza nella prospettiva neuropsicanalitica

SACCHETTI, GIOVANNI LAURO
2019/2020

Abstract

Il lavoro prospetta un modello della Mente interparadigmatico, neuroaffettivo e psicologico-psicopatologico, ispirato alla teorizzazione del Sé. Ciò deriva dall'avere posto due ordini di obiettivi; il primo: descrivere e comprendere cosa avvenga processualmente nel decadimento nella Mente della Persona colpita da demenza (in particolare Alzheimer; DA) non limitandosi né a rilevare la tipica involuzione delle funzionalità neocorticali né a declinare come semplicemente patologica e destituita di senso tanta parte delle manifestazioni psico-comportamentali classificate generalmente quali BPSD; il secondo: indicare come intervenire in modo consapevole all'interno di una cornice teorico-clinica uniforme. Secondo la tesi qui considerata si può avere accesso relazionale alla Mente del Malato Alzheimer (MA) riconoscendo che la destrutturazione delle circuiterie neurali – nel suo procedere rostro-caudale rispetto alla complessità strutturale del SNC/SNA – svela una sottostante struttura affettiva e narrazionale (psicodinamica): la stessa che ha contribuito epigeneticamente a generare la forma sintattico-algoritmica di quelle stesse neurocircuitalità. In età evolutiva, all'interno della dinamica duale-(triadica) bambino-madre-(padre) di Attaccamento/Cura (A/C), le narrazioni di eventi relazionali ontogenetici prototipici si costituirebbero in una Matrice-Nucleare-Centrale-del-Sé (MCSé) depositandosi nei diversi distretti somato-autonomici-tendenzialmente non-neocorticali di Mente-Cervello, risultando quindi rinvenibili nelle successive manifestazioni del non-verbale e nel procedurale implicito. Tale Matrice, in quanto costituita su di un tessuto principalmente limbico-paralimbico/autonomico-rettiliano, sarebbe ancora operante – entro limiti strutturali e tempi ontoregressivi rilevabili da un preciso modello stadiale – in una Mente colpita da demenza (in particolare nella forma di DA). Centrale nella strutturazione delle narrazioni ontogenetiche in MCSé risulta il ruolo del SMI Attaccamento-Cura (SMI.A/C) in grado di operare, nella progressività ontoevolutiva, una precisa implicazione senso-sintattica (indicata come ANACLITICITÀ GENERATIVA) nei confronti dei diversi SM/SMI emergenti costituendoli in macrounità, denominate Assi Narrazionali Tematici, ANT, caratterizzati da specifici gradienti SFR (Sicurezza, Fiducia, Regolazione) e costitutivi delle successive curvature personologiche. La centralità ANACLITICA del SMI.A/C sarebbe presente, ma in modalità RICONDUTTIVA, anche in caso di onto-degenerazione dementigena fornendo con ciò alla clinica un modello di lettura con cui cogliere la struttura narrazionale profonda attualmente o potenzialmente attiva nel MA. Una parte fondamentale del lavoro (Parte Seconda) è spesa nella dimostrazione epistemologica della plausibilità della trasferibilità del costrutto di Attaccamento-Cura in ambito di clinica speciale Alzheimer. Tale posizione trova conferma nello studio clinico dei numerosi casi presentati. Mentre viene così a formalizzarsi una estensione della teoresi epistemologica dell'Attaccamento ad una clinica classicamente neurologica (quella delle demenze) subentra per tale costrutto-teoria una significativa rivisitazione sia in chiave neuroscientifica (Panksepp, Damasio, Edelmann, Solms,) che psicologico-psicanalitica (Schore, D.Stern, Lichtenberg) aprendo la possibilità ad una clinica speciale neuropsicanalitica delle demenze, impossibile se confinata al solo costrutto MOI bowlbiano sia pure rivisitato.
ITA
The work presents a model of the interparadigmatic, neuroaffective and psychological-psychopathological Mind, inspired by the theorization of the Self. This derives from having set two orders of objectives; the first: to describe and understand what happens in the process of decay in the Mind of the Person affected by dementia (in particular Alzheimer's disease; DA), not limiting the work neither to detect the typical involution of neocortical functions nor to decline as simply pathological and deprived of meaning so much of the psycho-behavioural manifestations generally classified as BPSD; the second: to indicate how to intervene in a conscious way within a uniform theoretical-clinical framework. According to the thesis considered here, who can have relational access to the Alzheimer's Mind (MA) recognizing that the destructuring of neural circuiteries - in its rostrum-caudal proceeding with respect to the structural complexity of the CNS/ANS - reveals an underlying affective and narrative (psychodynamic) structure: the same that has epigenetically contributed to generate the syntactic-algorithmic form of those same neurocircuitalities. In the evolutionary age, within the dual-(triadic) child-mother-(father) dynamics of Attachment/Care (A/C), the narratives of prototypical ontogenetic relational events would be constituted in a Nuclear-Central-Self-Matric (MCSé), depositing themselves in the different somato-autonomic-tendentially non-neocortical districts of Mind-Brain, thus being found in the subsequent manifestations of the non-verbal and in the implicit procedural. This Matrix, being constituted on a mainly limbic-paralimbic/autonomic-reptilian tissue, would still be operating - within structural limits and ontoregressive times detectable by a precise stage model - in a Mind affected by dementia (particularly in the form of AD). Central in the structuring of ontogenetic narratives in MCSé is the role of the Attachment-Care SMI (SMI.A/C) able to operate, in the ontoevolutive progressiveness, a precise sense-syntactic implication (indicated as GENERATIVE ANACLITICITY) towards the different emerging SM/SMIs constituting them in macrounits, called Thematic Narrational Axies, ANT, characterized by specific SFR gradients (Security, Trust/ConFidence, Regulation) and constitutive of the following personological curves. The ANACLITICAL centrality of the SMI.A/C would be present, but in RECONCLUSTIVE mode, even in case of dementia onto-degeneration, thus providing the clinic with a reading model with which to grasp the deep narrational structure currently or potentially active in the MA. A fundamental part of the work (Part Two) is spent in the epistemological demonstration of the plausibility of the transferability of the Attachment-Care construct in the special Alzheimer's clinic. This position is confirmed in the clinical study of the numerous cases presented. While an extension of the epistemological theoresis of Attachment to a classically neurological clinic (that of dementia) is thus formalized, for such a construct-theory a significant revision is made both in a neuroscientific key (Panksepp, Damasio, Edelmann, Solms,) and psychological-psychoanalytical one (Schore, D. Stern, Lichtenberg) opening the possibility to a special neuropsychoanalytic clinic of dementias, impossible if confined to the only bowlbian IOM construct even if revisited.
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