L’oggetto di studio della tesi è il linguaggio comico nella comunicazione pubblica e politica. L’osservazione dell’ampio successo politico di comici professionisti come Volodymyr Zelenskiy in Ucraina, Beppe Grillo in Italia e Jón Gnarr in Islanda ci chiama a un’attenta riflessione su come il linguaggio comico sia utilizzato dai politici al fine di persuadere l’elettorato. Il linguaggio comico, negli ultimi anni, è stato utilizzato, con diverse sfumature, dai leader politici di maggiore popolarità. In fatti se Silvio Berlusconi ha impiegato uno stile comico che richiama più il barzellettiere classico italiano che ammicca ai B movie degli anni ’80, Beppe Grillo si è rifatto invece allo stile degli stand-up comedian americani che intrecciano nei loro monologhi temi politici e di costume, mentre invece Matteo Renzi si è allontanato dal barzellettiere e dallo stand-up comedian al fine di creare uno stile più asciutto e sintetico sullo stampo della freddura dei 140 caratteri di twitter. Così come molti esponenti politici utilizzano il linguaggio comico come arma retorica per persuadere il proprio elettorato, allo stesso modo a volte sono loro stessi che ne diventano il bersaglio. Ormai molti politici non appena eletti diventano immediatamente oggetto di scherno da parte di imitatori, comici o pagine fake su facebook o twitter. Alcuni politici, come ad esempio Trump, lasciano quasi il dubbio che a volte preparino volontariamente il terreno per essere presi in giro, consapevoli di attrarre l’attenzione dei media. Dopo aver fatto una prima analisi di questo fenomeno, balza subito all’occhio come la maggior parte se non la quasi totalità di esponenti politici che utilizzano il linguaggio comico sia di sesso maschile. Le donne, infatti, quasi non fanno uso di questa tecnica retorica. Una delle spiegazioni di questo fenomeno può essere il fatto che il genere femminile, ancora sottorappresentato all’interno delle istituzioni, così come in Italia all’interno dell’ultimo Governo Draghi, voglia farsi strada attraverso un linguaggio chiaro e diretto, lontano dall’ambiguità e dall’oscurità del linguaggio comico. Al di fuori della sfera politica, le tecniche comiche sono utilizzate dalle più importanti multinazionali. La Apple, durante le sue presentazioni, così come quella epica della presentazione del primo iPhone, non manca mai di far ridere la platea. I TED Talk, per impostazione data dal direttore Chris Andreson, sono sempre costellati di momenti comici. Amazon addirittura del sorriso ne ha fatto il proprio logo. Il linguaggio comico è un’arma retorica di fronte alla quale spesso siamo disarmati. Quando si ride a volte viene il dubbio che in realtà quelli che sono presi in giro siano proprio gli spettatori.
Ironia, humor e barzellette utilizzate da politici, media e cittadini dal 2017 al 2021.
NATOLA, VIRGILIO
2020/2021
Abstract
L’oggetto di studio della tesi è il linguaggio comico nella comunicazione pubblica e politica. L’osservazione dell’ampio successo politico di comici professionisti come Volodymyr Zelenskiy in Ucraina, Beppe Grillo in Italia e Jón Gnarr in Islanda ci chiama a un’attenta riflessione su come il linguaggio comico sia utilizzato dai politici al fine di persuadere l’elettorato. Il linguaggio comico, negli ultimi anni, è stato utilizzato, con diverse sfumature, dai leader politici di maggiore popolarità. In fatti se Silvio Berlusconi ha impiegato uno stile comico che richiama più il barzellettiere classico italiano che ammicca ai B movie degli anni ’80, Beppe Grillo si è rifatto invece allo stile degli stand-up comedian americani che intrecciano nei loro monologhi temi politici e di costume, mentre invece Matteo Renzi si è allontanato dal barzellettiere e dallo stand-up comedian al fine di creare uno stile più asciutto e sintetico sullo stampo della freddura dei 140 caratteri di twitter. Così come molti esponenti politici utilizzano il linguaggio comico come arma retorica per persuadere il proprio elettorato, allo stesso modo a volte sono loro stessi che ne diventano il bersaglio. Ormai molti politici non appena eletti diventano immediatamente oggetto di scherno da parte di imitatori, comici o pagine fake su facebook o twitter. Alcuni politici, come ad esempio Trump, lasciano quasi il dubbio che a volte preparino volontariamente il terreno per essere presi in giro, consapevoli di attrarre l’attenzione dei media. Dopo aver fatto una prima analisi di questo fenomeno, balza subito all’occhio come la maggior parte se non la quasi totalità di esponenti politici che utilizzano il linguaggio comico sia di sesso maschile. Le donne, infatti, quasi non fanno uso di questa tecnica retorica. Una delle spiegazioni di questo fenomeno può essere il fatto che il genere femminile, ancora sottorappresentato all’interno delle istituzioni, così come in Italia all’interno dell’ultimo Governo Draghi, voglia farsi strada attraverso un linguaggio chiaro e diretto, lontano dall’ambiguità e dall’oscurità del linguaggio comico. Al di fuori della sfera politica, le tecniche comiche sono utilizzate dalle più importanti multinazionali. La Apple, durante le sue presentazioni, così come quella epica della presentazione del primo iPhone, non manca mai di far ridere la platea. I TED Talk, per impostazione data dal direttore Chris Andreson, sono sempre costellati di momenti comici. Amazon addirittura del sorriso ne ha fatto il proprio logo. Il linguaggio comico è un’arma retorica di fronte alla quale spesso siamo disarmati. Quando si ride a volte viene il dubbio che in realtà quelli che sono presi in giro siano proprio gli spettatori.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/47874