Title: immunohistochemical evaluation of the use of saline solutions for thermoablation a radiofrequency in porcine livers. Radiofrequency thermal ablation (RFA) is today a minimally invasive technique well-established therapeutic both for the treatment of early-stage hepatocellular carcinoma and for the treatment of surgically unresectable liver metastases. RFA induces damage heat to the tissue through the delivery of electromagnetic energy. The patient is placed in a closed electrical circuit that includes a radio frequency generator, one or more needle electrodes and a large dispersion electrode. RFA has been the subject of many studies over the years which, based on macroscopic and microscopic aspects, have allowed an improvement on several fronts: production of new generators capable of delivering greater power; creation of new electrodes that they allow the deposition of energy on larger volumes; solutions to minimize the carbonization and the formation of gas around the needle tip. Thanks to these improvements to load of the instrumentation, the area of coagulative necrosis induced by the procedure is larger. Three other areas emerge around the area of necrosis: the vacuolized area, the hemorrhagic edge and the area of healthy tissue. The present study aims to evaluate, through the use of markers immunohistochemicals, such as Ki67 and Vimentin, the changes that occur in the tissue of pig liver subjected to RFA with non-perfused and perfused needles at different concentrations. Will be possible to evaluate the possible presence of proliferative activity and alterations affecting the vessels in the different areas of the tissue involved in the treatment. 8 pigs underwent RFA with a fixed electrode technique per route ultrasound-guided, using different types of salt concentrations (NP, P 0.9%, P 3%, P 7%, P 10%). For each type of salt concentration, 6 replicates were performed for a total of 30 liver lobes involved. The markers Vimentin and Ki67 were applied to each section of porcine liver the use of the immunostainer. For each slide obtained, we were performed an evaluation of the necrotic area, the vacuolized area, the hemorrhagic edge and the healthy tissue, in order to highlight the differences of marker expression. An evaluation was performed on the slides labeled with Vimentin different depending on whether the cells were endothelial cells or other cells; moreover, it was also an assessment of vessel integrity was performed. The expression of Ki67 was instead evaluated counting the number of marker-positive nuclei in five lobules per zone. Since the necrotic area presents a smaller and barely distinguishable number of lobules, it was evaluated in its entirety. The expression of Vimentin in endothelial cells was highlighted positivity especially in healthy tissue and also allowed us to define what the vessel damage is more localized at the level of the necrotic area and the hemorrhagic edge. In healthy tissue vessels appear normal, without signs of fragmentation, indicating that, in the same condition thermoablation, vessel damage is localized in the area of application of the electrode needle. Vimentin-positive hepatocyte nuclei were highlighted in the four areas, especially in the hemorrhagic edge and in healthy tissue. These results probably represent a response to the liver tissue to mechanical damage induced by the insertion of the electrode needle. Ki67 presented a greater expression in healthy tissue, showing an early and immediate regenerative response of liver tissue.

Titolo: valutazione immunoistochimica dell’impiego di soluzioni saline per termoablazione a radiofrequenza in fegati di suino. La termoablazione con radiofrequenza (RFA) è oggi una tecnica mini-invasiva terapeutica ben consolidata sia per il trattamento del carcinoma epatocellulare in stadio iniziale che per il trattamento di metastasi epatiche non operabili chirurgicamente. L’RFA induce un danno termico al tessuto attraverso l’erogazione di energia elettromagnetica. Il paziente è inserito in un circuito elettrico chiuso che include un generatore di radiofrequenza, uno o più elettrodi ad ago e un grosso elettrodo di dispersione. L’RFA negli anni è stata oggetto di molti studi che, sulla base di aspetti macroscopici e microscopici, hanno permesso un miglioramento su più fronti: produzione di nuovi generatori in grado di erogare una maggiore potenza; creazione di nuovi elettrodi che consentono la deposizione di energia su volumi maggiori; soluzioni per ridurre al minimo la carbonizzazione e la formazione di gas attorno alla punta dell’ago. Grazie a questi miglioramenti a carico della strumentazione, l’area di necrosi coagulativa indotta dalla procedura è più ampia. Attorno alla zona di necrosi si delineano altre tre zone: la zona vacuolizzata, il bordo emorragico e l’area di tessuto sano. Il presente studio si pone l’obiettivo di valutare, tramite l’utilizzo di marker immunoistochimici, quali il Ki67 e la Vimentina, i cambiamenti che avvengono nel tessuto del fegato di suino sottoposto a RFA con aghi non perfusi e perfusi a differenti concentrazioni. Sarà possibile valutare l’eventuale presenza di attività proliferativa e le alterazioni a carico dei vasi nelle diverse zone del tessuto coinvolto nel trattamento. 8 suini sono stati sottoposti a RFA con tecnica ad elettrodo fisso per via ecoguidata, utilizzando diversi tipi di concentrazioni saline (NP, P 0,9%, P 3%, P 7%, P 10%). Per ciascun tipo di concentrazione salina sono state eseguite 6 repliche per un totale di 30 lobi epatici coinvolti. Ad ogni sezione di fegato di suino sono stati applicati i marker Vimentina e Ki67 tramite l’utilizzo dell’immunocoloratore. Per ogni vetrino ottenuto sono state valutate la zona necrotica, la zona vacuolizzata, il bordo emorragico e il tessuto sano, al fine di evidenziare le differenze di espressione dei marker. Nei vetrini marcati con Vimentina è stata eseguita una valutazione differente a seconda che le cellule fossero cellule endoteliali o altre cellule; inoltre, è stata anche eseguita una valutazione dell’integrità vasale. L’espressione del Ki67 è stata invece valutata contando il numero di nuclei positivi al marker in cinque lobuli per zona. Poiché la zona necrotica presenta un numero di lobuli inferiori e poco distinguibili, è stata valutata nella sua interezza. L’espressione della Vimentina nelle cellule endoteliali ha evidenziato positività soprattutto nel tessuto sano e ha inoltre permesso di definire che il danno vasale è maggiormente localizzato a livello della zona necrotica e del bordo emorragico. Nel tessuto sano i vasi appaiono nella norma, senza segni di frammentazione, indicando che, a parità di condizione di termoablazione, i danni vasali sono localizzati nell’area di applicazione dell’ago elettrodo. Nelle quattro zone sono stati evidenziati nuclei di epatociti positivi alla Vimentina, soprattutto nel bordo emorragico e nel tessuto sano. Questi risultati rappresentano probabilmente una risposta del tessuto epatico al danno meccanico indotto dall’inserimento dell’ago elettrodo. Il Ki67 ha presentato una maggior espressione nel tessuto sano, mostrando una prima ed immediata risposta rigenerativa del tessuto epatico.

Valutazione immunoistochimica dell'impiego di soluzioni saline per termoablazione a radiofrequenza in fegati di suino

SALVIANI, ANNA
2023/2024

Abstract

Titolo: valutazione immunoistochimica dell’impiego di soluzioni saline per termoablazione a radiofrequenza in fegati di suino. La termoablazione con radiofrequenza (RFA) è oggi una tecnica mini-invasiva terapeutica ben consolidata sia per il trattamento del carcinoma epatocellulare in stadio iniziale che per il trattamento di metastasi epatiche non operabili chirurgicamente. L’RFA induce un danno termico al tessuto attraverso l’erogazione di energia elettromagnetica. Il paziente è inserito in un circuito elettrico chiuso che include un generatore di radiofrequenza, uno o più elettrodi ad ago e un grosso elettrodo di dispersione. L’RFA negli anni è stata oggetto di molti studi che, sulla base di aspetti macroscopici e microscopici, hanno permesso un miglioramento su più fronti: produzione di nuovi generatori in grado di erogare una maggiore potenza; creazione di nuovi elettrodi che consentono la deposizione di energia su volumi maggiori; soluzioni per ridurre al minimo la carbonizzazione e la formazione di gas attorno alla punta dell’ago. Grazie a questi miglioramenti a carico della strumentazione, l’area di necrosi coagulativa indotta dalla procedura è più ampia. Attorno alla zona di necrosi si delineano altre tre zone: la zona vacuolizzata, il bordo emorragico e l’area di tessuto sano. Il presente studio si pone l’obiettivo di valutare, tramite l’utilizzo di marker immunoistochimici, quali il Ki67 e la Vimentina, i cambiamenti che avvengono nel tessuto del fegato di suino sottoposto a RFA con aghi non perfusi e perfusi a differenti concentrazioni. Sarà possibile valutare l’eventuale presenza di attività proliferativa e le alterazioni a carico dei vasi nelle diverse zone del tessuto coinvolto nel trattamento. 8 suini sono stati sottoposti a RFA con tecnica ad elettrodo fisso per via ecoguidata, utilizzando diversi tipi di concentrazioni saline (NP, P 0,9%, P 3%, P 7%, P 10%). Per ciascun tipo di concentrazione salina sono state eseguite 6 repliche per un totale di 30 lobi epatici coinvolti. Ad ogni sezione di fegato di suino sono stati applicati i marker Vimentina e Ki67 tramite l’utilizzo dell’immunocoloratore. Per ogni vetrino ottenuto sono state valutate la zona necrotica, la zona vacuolizzata, il bordo emorragico e il tessuto sano, al fine di evidenziare le differenze di espressione dei marker. Nei vetrini marcati con Vimentina è stata eseguita una valutazione differente a seconda che le cellule fossero cellule endoteliali o altre cellule; inoltre, è stata anche eseguita una valutazione dell’integrità vasale. L’espressione del Ki67 è stata invece valutata contando il numero di nuclei positivi al marker in cinque lobuli per zona. Poiché la zona necrotica presenta un numero di lobuli inferiori e poco distinguibili, è stata valutata nella sua interezza. L’espressione della Vimentina nelle cellule endoteliali ha evidenziato positività soprattutto nel tessuto sano e ha inoltre permesso di definire che il danno vasale è maggiormente localizzato a livello della zona necrotica e del bordo emorragico. Nel tessuto sano i vasi appaiono nella norma, senza segni di frammentazione, indicando che, a parità di condizione di termoablazione, i danni vasali sono localizzati nell’area di applicazione dell’ago elettrodo. Nelle quattro zone sono stati evidenziati nuclei di epatociti positivi alla Vimentina, soprattutto nel bordo emorragico e nel tessuto sano. Questi risultati rappresentano probabilmente una risposta del tessuto epatico al danno meccanico indotto dall’inserimento dell’ago elettrodo. Il Ki67 ha presentato una maggior espressione nel tessuto sano, mostrando una prima ed immediata risposta rigenerativa del tessuto epatico.
immunohistochemical evaluation of the use of saline solutions for radiofrequency thermoablation in swine livers
Title: immunohistochemical evaluation of the use of saline solutions for thermoablation a radiofrequency in porcine livers. Radiofrequency thermal ablation (RFA) is today a minimally invasive technique well-established therapeutic both for the treatment of early-stage hepatocellular carcinoma and for the treatment of surgically unresectable liver metastases. RFA induces damage heat to the tissue through the delivery of electromagnetic energy. The patient is placed in a closed electrical circuit that includes a radio frequency generator, one or more needle electrodes and a large dispersion electrode. RFA has been the subject of many studies over the years which, based on macroscopic and microscopic aspects, have allowed an improvement on several fronts: production of new generators capable of delivering greater power; creation of new electrodes that they allow the deposition of energy on larger volumes; solutions to minimize the carbonization and the formation of gas around the needle tip. Thanks to these improvements to load of the instrumentation, the area of coagulative necrosis induced by the procedure is larger. Three other areas emerge around the area of necrosis: the vacuolized area, the hemorrhagic edge and the area of healthy tissue. The present study aims to evaluate, through the use of markers immunohistochemicals, such as Ki67 and Vimentin, the changes that occur in the tissue of pig liver subjected to RFA with non-perfused and perfused needles at different concentrations. Will be possible to evaluate the possible presence of proliferative activity and alterations affecting the vessels in the different areas of the tissue involved in the treatment. 8 pigs underwent RFA with a fixed electrode technique per route ultrasound-guided, using different types of salt concentrations (NP, P 0.9%, P 3%, P 7%, P 10%). For each type of salt concentration, 6 replicates were performed for a total of 30 liver lobes involved. The markers Vimentin and Ki67 were applied to each section of porcine liver the use of the immunostainer. For each slide obtained, we were performed an evaluation of the necrotic area, the vacuolized area, the hemorrhagic edge and the healthy tissue, in order to highlight the differences of marker expression. An evaluation was performed on the slides labeled with Vimentin different depending on whether the cells were endothelial cells or other cells; moreover, it was also an assessment of vessel integrity was performed. The expression of Ki67 was instead evaluated counting the number of marker-positive nuclei in five lobules per zone. Since the necrotic area presents a smaller and barely distinguishable number of lobules, it was evaluated in its entirety. The expression of Vimentin in endothelial cells was highlighted positivity especially in healthy tissue and also allowed us to define what the vessel damage is more localized at the level of the necrotic area and the hemorrhagic edge. In healthy tissue vessels appear normal, without signs of fragmentation, indicating that, in the same condition thermoablation, vessel damage is localized in the area of application of the electrode needle. Vimentin-positive hepatocyte nuclei were highlighted in the four areas, especially in the hemorrhagic edge and in healthy tissue. These results probably represent a response to the liver tissue to mechanical damage induced by the insertion of the electrode needle. Ki67 presented a greater expression in healthy tissue, showing an early and immediate regenerative response of liver tissue.
SCOLLO, ANNALISA
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