Il termine ¿crisi¿ è oggi impropriamente utilizzato, in primis proprio dai comunicatori e dai mass media, per descrivere qualsiasi problematica aziendale. Questo ha portato nel tempo a una banalizzazione e inflazione del termine e, di conseguenza, delle professionalità e delle caratteristiche umane necessarie per affrontare con serietà le reali situazioni di emergenza. Questa banalizzazione è stata accompagnata da una scarsa comprensione delle metodologie che sono alla base di una corretta preparazione alla gestione di crisi e dall'altro da un'assenza di ¿cultura¿ della gestione del rischio all'interno delle aziende. In realtà questo è un ambito in cui non si può improvvisare: in una situazione di crisi la capacità dell'azienda di gestire gli eventi dipende in gran parte dalla capacità dei professionisti (interni o esterni all'azienda stessa) di fornire consulenza e operatività. Per fare la differenza, oltre a conoscere la metodologia e aver acquisito esperienza, è necessario avere ¿cultura¿: il crisis management è la logica conseguenza di una cultura aziendale sensibile alla gestione del rischio. Infine la comunicazione di crisi, strumento del crisis management molto importante: pensare che sia auspicabile per un'azienda superare situazioni di crisi ¿manipolando¿ le informazioni anziché assumersi la responsabilità degli eventi è una scuola di pensiero assolutamente da rifiutare. Alla base del crisis management deve esserci una visione ¿responsabile ed etica¿ dell'impresa. L'evoluzione della società, delle tecnologie e del mondo dei media impone, poi, alle aziende una rapida trasformazione in tema di approccio alla comunicazione di crisi che oggi deve tener conto di un ambiente esponenzialmente più complesso, dinamico e veloce. Cambiano le tempistiche e i media con cui le aziende devono interagire e si moltiplicano gli stakeholder che, grazie alla rete, sono in grado di partecipare attivamente agli avvenimenti in maniera autonoma in base alle informazioni alle quali sono in grado di accedere o delle quali sono in possesso in quel determinato istante. Un discorso particolare va fatto per le crisi nell'industria del turismo, dove diventa di fondamentale importanza il tema del rilevamento dei segnali e del concetto di percezione del rischio, assolutamente legato a quello di crisi e determinante per il successo o meno del settore.

Crisis Management e Turnaround. Un caso di crisi aziendale

TRINCHERO, LETIZIA
2012/2013

Abstract

Il termine ¿crisi¿ è oggi impropriamente utilizzato, in primis proprio dai comunicatori e dai mass media, per descrivere qualsiasi problematica aziendale. Questo ha portato nel tempo a una banalizzazione e inflazione del termine e, di conseguenza, delle professionalità e delle caratteristiche umane necessarie per affrontare con serietà le reali situazioni di emergenza. Questa banalizzazione è stata accompagnata da una scarsa comprensione delle metodologie che sono alla base di una corretta preparazione alla gestione di crisi e dall'altro da un'assenza di ¿cultura¿ della gestione del rischio all'interno delle aziende. In realtà questo è un ambito in cui non si può improvvisare: in una situazione di crisi la capacità dell'azienda di gestire gli eventi dipende in gran parte dalla capacità dei professionisti (interni o esterni all'azienda stessa) di fornire consulenza e operatività. Per fare la differenza, oltre a conoscere la metodologia e aver acquisito esperienza, è necessario avere ¿cultura¿: il crisis management è la logica conseguenza di una cultura aziendale sensibile alla gestione del rischio. Infine la comunicazione di crisi, strumento del crisis management molto importante: pensare che sia auspicabile per un'azienda superare situazioni di crisi ¿manipolando¿ le informazioni anziché assumersi la responsabilità degli eventi è una scuola di pensiero assolutamente da rifiutare. Alla base del crisis management deve esserci una visione ¿responsabile ed etica¿ dell'impresa. L'evoluzione della società, delle tecnologie e del mondo dei media impone, poi, alle aziende una rapida trasformazione in tema di approccio alla comunicazione di crisi che oggi deve tener conto di un ambiente esponenzialmente più complesso, dinamico e veloce. Cambiano le tempistiche e i media con cui le aziende devono interagire e si moltiplicano gli stakeholder che, grazie alla rete, sono in grado di partecipare attivamente agli avvenimenti in maniera autonoma in base alle informazioni alle quali sono in grado di accedere o delle quali sono in possesso in quel determinato istante. Un discorso particolare va fatto per le crisi nell'industria del turismo, dove diventa di fondamentale importanza il tema del rilevamento dei segnali e del concetto di percezione del rischio, assolutamente legato a quello di crisi e determinante per il successo o meno del settore.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
728650_trinchero_letizia.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 2.34 MB
Formato Adobe PDF
2.34 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/47830