Il lavoro di tesi è stato svolto al fine di caratterizzare i materiali impiegati nel ciclo pittorico seicentesco del Castello di Arnad, in Valle D'Aosta. Il ciclo si sviluppa in dodici stanze, di cui la quasi totalità presenta decori sulle quattro pareti e sui soffitti. L'obiettivo dello studio è stato quello di identificare i pigmenti impiegati per ottenere informazioni in merito agli interventi che si sono susseguiti nel tempo e per fornire utili indicazioni ai restauratori, in previsione del futuro intervento di restauro. Lo studio delle policromie ha previsto in primo luogo l'applicazione della spettroscopia di fluorescenza di raggi X (XRF) e la spettroscopia di riflettanza con fibre ottiche (FORS) direttamente in situ. I risultati emersi da queste analisi non invasive sono stati confrontati tra loro per fornire una prima identificazione dei pigmenti impiegati nel ciclo pittorico e per individuare le zone dei dipinti in cui prelevare piccoli campioni per successivi approfondimenti diagnostici. I campioni sono stati allestiti in sezioni stratigrafiche osservate al microscopio ottico con luce riflessa e luce ultravioletta, e documentate fotograficamente. Le sezioni per le quali il riconoscimento dei pigmenti con le tecniche non invasive aveva prodotto attribuzioni dubbie sono state analizzate mediante spettroscopia micro ¿ Raman. Alcune sezioni stratigrafiche derivanti dalle pellicole pittoriche presenti nel soffitto ligneo sono state analizzate mediante test isto- e micro-chimici, per evidenziare la presenza di leganti pittorici. In ultimo, un campione di pellicola pittorica è stato preparato in micro pastiglia per l'analisi in spettroscopia infrarossa. L'analisi dei materiali policromi ha evidenziato una continuità nei vari locali nell'utilizzo dei pigmenti e nella tecnica pittorica. I pigmenti presenti nei dipinti originali sono l'ocra rossa, il minio e il vermiglione per le tinte rosse, l'ocra gialla per le tinte gialle, la terra verde e la malachite per le tinte verdi, lo smaltino e l'azzurrite per i blu, il Caput Mortuum per i viola, la terra d'ombra per i bruni, il nero carbone per i neri, il bianco San Giovanni e il bianco di piombo per le campiture bianche. Sono inoltre presenti alcune miscele, in particolare di smaltino e ocra rossa per ottenere il viola e nero carbone e ocra rossa per ottenere i bruni. Tali pigmenti sono stati ritrovati in maniera diffusa nelle differenti stanze. Le analisi diagnostiche sui materiali policromi del ciclo pittorico hanno permesso di identificare anche diversi pigmenti che sono stati adottati per la decorazione di alcune aree in un periodo successivo rispetto alla realizzazione del ciclo pittorico originale. Questi pigmenti, impiegati in epoca ottocentesca, sono il giallo di cromo, il giallo di piombo e stagno, il blu oltremare artificiale e il verde di cromo. Le analisi micro-invasive hanno permesso inoltre di evidenziare l'impiego di blu oltremare e giallo di cromo in miscela per realizzare delle campiture verdi. Le indagini diagnostiche hanno integrato le informazioni storico-artistiche, che confermano i dati delle analisi attribuendo ad interventi decorativi avvenuti nell'Ottocento le campiture in cui sono presenti questi pigmenti. L'approccio multitecnica adottato ha permesso di identificare la maggior parte dei pigmenti presenti; ha consentito quindi di approfondire la storia del ciclo pittorico e ha fornito utili informazioni per la progettazione del futuro intervento di restauro.

Il Castello Vallaise in Arnad (Valle d'Aosta): indagini non invasive e micro invasive per lo studio del ciclo pittorico

ODISIO, NICOLETTA
2011/2012

Abstract

Il lavoro di tesi è stato svolto al fine di caratterizzare i materiali impiegati nel ciclo pittorico seicentesco del Castello di Arnad, in Valle D'Aosta. Il ciclo si sviluppa in dodici stanze, di cui la quasi totalità presenta decori sulle quattro pareti e sui soffitti. L'obiettivo dello studio è stato quello di identificare i pigmenti impiegati per ottenere informazioni in merito agli interventi che si sono susseguiti nel tempo e per fornire utili indicazioni ai restauratori, in previsione del futuro intervento di restauro. Lo studio delle policromie ha previsto in primo luogo l'applicazione della spettroscopia di fluorescenza di raggi X (XRF) e la spettroscopia di riflettanza con fibre ottiche (FORS) direttamente in situ. I risultati emersi da queste analisi non invasive sono stati confrontati tra loro per fornire una prima identificazione dei pigmenti impiegati nel ciclo pittorico e per individuare le zone dei dipinti in cui prelevare piccoli campioni per successivi approfondimenti diagnostici. I campioni sono stati allestiti in sezioni stratigrafiche osservate al microscopio ottico con luce riflessa e luce ultravioletta, e documentate fotograficamente. Le sezioni per le quali il riconoscimento dei pigmenti con le tecniche non invasive aveva prodotto attribuzioni dubbie sono state analizzate mediante spettroscopia micro ¿ Raman. Alcune sezioni stratigrafiche derivanti dalle pellicole pittoriche presenti nel soffitto ligneo sono state analizzate mediante test isto- e micro-chimici, per evidenziare la presenza di leganti pittorici. In ultimo, un campione di pellicola pittorica è stato preparato in micro pastiglia per l'analisi in spettroscopia infrarossa. L'analisi dei materiali policromi ha evidenziato una continuità nei vari locali nell'utilizzo dei pigmenti e nella tecnica pittorica. I pigmenti presenti nei dipinti originali sono l'ocra rossa, il minio e il vermiglione per le tinte rosse, l'ocra gialla per le tinte gialle, la terra verde e la malachite per le tinte verdi, lo smaltino e l'azzurrite per i blu, il Caput Mortuum per i viola, la terra d'ombra per i bruni, il nero carbone per i neri, il bianco San Giovanni e il bianco di piombo per le campiture bianche. Sono inoltre presenti alcune miscele, in particolare di smaltino e ocra rossa per ottenere il viola e nero carbone e ocra rossa per ottenere i bruni. Tali pigmenti sono stati ritrovati in maniera diffusa nelle differenti stanze. Le analisi diagnostiche sui materiali policromi del ciclo pittorico hanno permesso di identificare anche diversi pigmenti che sono stati adottati per la decorazione di alcune aree in un periodo successivo rispetto alla realizzazione del ciclo pittorico originale. Questi pigmenti, impiegati in epoca ottocentesca, sono il giallo di cromo, il giallo di piombo e stagno, il blu oltremare artificiale e il verde di cromo. Le analisi micro-invasive hanno permesso inoltre di evidenziare l'impiego di blu oltremare e giallo di cromo in miscela per realizzare delle campiture verdi. Le indagini diagnostiche hanno integrato le informazioni storico-artistiche, che confermano i dati delle analisi attribuendo ad interventi decorativi avvenuti nell'Ottocento le campiture in cui sono presenti questi pigmenti. L'approccio multitecnica adottato ha permesso di identificare la maggior parte dei pigmenti presenti; ha consentito quindi di approfondire la storia del ciclo pittorico e ha fornito utili informazioni per la progettazione del futuro intervento di restauro.
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