La presente tesi di laurea si inserisce all'interno del progetto Life Xerograzing (LIFE12 NAT/IT/000818), il cui obiettivo è quello di recuperare e conservare le praterie xerotermiche a elevato pregio floristico (Habitat 6210* e 6240*) del SIC IT1110030 mediante la gestione pastorale. Le praterie del SIC, abbandonate da circa 50 anni, sono soggette a invasione arbustiva e accumulo di necromassa al suolo, con perdita progressiva degli elementi floristici che le rendono uniche a livello europeo. La gestione pastorale si configura come la scelta più indicata per la conservazione di questi habitat e a questo scopo, nel 2015, ha avuto inizio l'attività di pascolamento nel territorio del SIC. L'obiettivo della presente tesi è quello di valutare gli effetti del pascolamento ovino sulla vegetazione delle praterie xerotermiche. A tal fine, sono stati realizzati all'interno dei settori di pascolamento e lungo la serie temporale T0 (pre-utilizzazione) ¿ T1 (a un anno dall'introduzione del pascolamento) ¿ T2 (a due anni dall'introduzione del pascolamento), numerosi rilievi vegetazionali lungo transetti fissi secondo il metodo fitopastorale. I rilievi monitorati sono stati suddivisi in 6 trattamenti: (1) non pascolati (gruppo controllo), (2) pascolati in autunno, (3) pascolati in primavera a più bassa intensità, (4) pascolati in primavera a intensità intermedia, (4) pascolati in primavera a più alta intensità e (6) stabbiati (aree di riposo del gregge). Per ognuno dei trattamenti sono state analizzate, mediante one-way ANOVA e repeated measures ANOVA, 17 variabili vegetazionali. Inoltre, è stata condotta l'Indicator Species Analysis. I risultati mostrano che la gestione pastorale non ha alterato la comunità vegetale, che mostra un buon grado di resilienza al pascolamento. Le superfici pascolate si presentano molto simili a quelle non pascolate in termini di diversità, struttura della vegetazione e abbondanza dei gruppi funzionali di specie. Tuttavia, è possibile osservare alcune tendenze vegetazionali anche nel breve periodo. Nelle stabbiature le specie edificatrici di entrambi gli habitat in esame, e cioè Stipa pennata, Bromus erectus e Festuca ovina s.l., rispondono in maniera differente al disturbo esercitato dagli animali utilizzatori: la prima specie appare resistente, la seconda resiliente e la terza sensibile al pascolamento. Inoltre, è possibile individuare effetti differenti a seconda della stagione di pascolamento: il pascolamento autunnale favorisce l'attivazione della banca semi a favore di alcune specie annuali di pregio, che germinano nei gaps di suolo nudo creati dagli animali attraverso il calpestamento. Similmente, anche nelle stabbiature, dove l'azione di calpestamento è massima, si osserva un significativo aumento della copertura e della presenza di specie annuali pregiate, come Alyssum alyssoides, Helianthemum salicifolium e Ononis reclinata. In conclusione, il pascolamento ovino, a due anni di distanza, si configura come uno strumento in grado di mantenere la vegetazione tipica degli degli habitat 6210* e 6240*, senza danneggiarla. Solo un monitoraggio di lungo periodo consentirà di comprendere al meglio le dinamiche vegetazionali così da poter pianificare in modo ottimale la gestione pastorale. Infatti, così come le tradizionali pratiche agro-pastorali hanno guidato l'evoluzione di questo territorio nel corso di centinaia di anni, soltanto la gestione nel lungo periodo consentirà il mantenimento di questi ecosistemi in futuro.

Effetti del pascolamento ovino sulla vegetazione delle praterie xerotermiche della bassa Valle di Susa (Torino, Italia)

NOTA, GINEVRA
2017/2018

Abstract

La presente tesi di laurea si inserisce all'interno del progetto Life Xerograzing (LIFE12 NAT/IT/000818), il cui obiettivo è quello di recuperare e conservare le praterie xerotermiche a elevato pregio floristico (Habitat 6210* e 6240*) del SIC IT1110030 mediante la gestione pastorale. Le praterie del SIC, abbandonate da circa 50 anni, sono soggette a invasione arbustiva e accumulo di necromassa al suolo, con perdita progressiva degli elementi floristici che le rendono uniche a livello europeo. La gestione pastorale si configura come la scelta più indicata per la conservazione di questi habitat e a questo scopo, nel 2015, ha avuto inizio l'attività di pascolamento nel territorio del SIC. L'obiettivo della presente tesi è quello di valutare gli effetti del pascolamento ovino sulla vegetazione delle praterie xerotermiche. A tal fine, sono stati realizzati all'interno dei settori di pascolamento e lungo la serie temporale T0 (pre-utilizzazione) ¿ T1 (a un anno dall'introduzione del pascolamento) ¿ T2 (a due anni dall'introduzione del pascolamento), numerosi rilievi vegetazionali lungo transetti fissi secondo il metodo fitopastorale. I rilievi monitorati sono stati suddivisi in 6 trattamenti: (1) non pascolati (gruppo controllo), (2) pascolati in autunno, (3) pascolati in primavera a più bassa intensità, (4) pascolati in primavera a intensità intermedia, (4) pascolati in primavera a più alta intensità e (6) stabbiati (aree di riposo del gregge). Per ognuno dei trattamenti sono state analizzate, mediante one-way ANOVA e repeated measures ANOVA, 17 variabili vegetazionali. Inoltre, è stata condotta l'Indicator Species Analysis. I risultati mostrano che la gestione pastorale non ha alterato la comunità vegetale, che mostra un buon grado di resilienza al pascolamento. Le superfici pascolate si presentano molto simili a quelle non pascolate in termini di diversità, struttura della vegetazione e abbondanza dei gruppi funzionali di specie. Tuttavia, è possibile osservare alcune tendenze vegetazionali anche nel breve periodo. Nelle stabbiature le specie edificatrici di entrambi gli habitat in esame, e cioè Stipa pennata, Bromus erectus e Festuca ovina s.l., rispondono in maniera differente al disturbo esercitato dagli animali utilizzatori: la prima specie appare resistente, la seconda resiliente e la terza sensibile al pascolamento. Inoltre, è possibile individuare effetti differenti a seconda della stagione di pascolamento: il pascolamento autunnale favorisce l'attivazione della banca semi a favore di alcune specie annuali di pregio, che germinano nei gaps di suolo nudo creati dagli animali attraverso il calpestamento. Similmente, anche nelle stabbiature, dove l'azione di calpestamento è massima, si osserva un significativo aumento della copertura e della presenza di specie annuali pregiate, come Alyssum alyssoides, Helianthemum salicifolium e Ononis reclinata. In conclusione, il pascolamento ovino, a due anni di distanza, si configura come uno strumento in grado di mantenere la vegetazione tipica degli degli habitat 6210* e 6240*, senza danneggiarla. Solo un monitoraggio di lungo periodo consentirà di comprendere al meglio le dinamiche vegetazionali così da poter pianificare in modo ottimale la gestione pastorale. Infatti, così come le tradizionali pratiche agro-pastorali hanno guidato l'evoluzione di questo territorio nel corso di centinaia di anni, soltanto la gestione nel lungo periodo consentirà il mantenimento di questi ecosistemi in futuro.
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