La crescita esponenziale dei bisogni energetici, associati al progresso economico e all'aumento della popolazione mondiale, a cui si aggiunge il possibile esaurimento in un futuro prossimo dei combustibili fossili, rende necessaria la ricerca di nuove soluzioni energetiche. I dispositivi bio-elettrochimici chiamati Microbial Fuel Cells (MFCs), combinando la gestione dei rifiuti con la produzione di corrente elettrica, rappresentano una nuova tecnologia a basso impatto ambientale. Le MFCs possono essere applicate nella produzione di bioenergia, nel biorisanamento e per lo sviluppo di biosensori. Sono formate da un anodo e un catodo, collegati tramite un circuito elettrico esterno e separate da una membrana a scambio protonico. Il loro funzionamento dipende da batteri elettrogenici che, ossidando il substrato, cedono gli elettroni prodotti tramite respirazione anaerobica all'anodo e quindi al catodo dove avviene la riduzione dell'ossigeno. Lo studio svolto in questa tesi è frutto di una collaborazione tra il Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell'Università di Torino (DSSPP) e l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). L'obiettivo principale è stato valutare la struttura della comunità microbica sviluppata all'interno della camera anodica confrontando le diverse tipologie di substrato. È stato condotto un doppio esperimento in parallelo: le MFCs, inoculate con un campione ambientale proveniente da sedimento marino, sono state alimentate con due differenti terreni solidi T ed N e uno liquido L. Le performance del sistema sono state valutate tramite tecniche elettrochimiche dai ricercatori dell'IIT. Le tecniche biomolecolari quali la PCR-DGGE seguita dal sequenziamento delle bande, e la real time qPCR sono state utilizzate per l'analisi dei campioni forniti dall'IIT presso i laboratori del DSSPP. In particolare sono state indagate le classi β, γ, δ-Proteobacteria, i phyla Bacteroidetes e Firmicutes e specifici batteri elettrogenici quali Geobacter sp., Shewanella sp. e Pseudomonas sp.. Le MFCs con substrato L hanno riportato valori di densità di potenza circa 3 volte maggiori rispetto alle MFCs alimentate con T o N, paragonabili tra loro. L'analisi dei dendrogrammi eseguita sui gel di DGGE ha rilevato che le MFCs solide sono risultate più simili tra loro confrontate con quelle L. Dal sequenziamento è emerso che nei campioni era presente circa il 61% di Proteobacteria, il 18% di Firmicutes e il 18% di batteri non coltivabili, dovuti alla provenienza ambientale dell'inoculo. La dominanza dei Proteobacteria è stata confermata dalle analisi qPCR. Una maggiore α-diversità è stata evidenziata all'interno delle MFCs rispetto all'inoculo iniziale p<0.01. Non sono state riscontrate differenze nella quantificazione di Shewanella sp. e Pseudomonas sp. nelle celle solide; Geobacter sp. è risultato maggiore in N p<0.01, sebbene le performance di T ed N non ne abbiano risentito. Le migliori prestazioni delle celle L sembrano esser dovute ad una dominanza nel trasferimento elettronico mediato in quanto sono risultati prevalere Shewanella sp. e Pseudomonas sp.. Sebbene questi terreni possano condurre verso sistemi gestibili con minori necessità di manutenzione impiegabili in aree remote, i terreni liquidi mostrano ancora migliori performance elettrochimiche. Questo può essere dovuto alla biodisponibilità dei nutrienti nei terreni solidi che possono aver condizionato lo sviluppo della comunità microbica.
Caratterizzazione della comunità microbica in Microbial Fuel Cells inoculate con sedimento marino e alimentate con differenti substrati
GIORDANO, DELIA
2016/2017
Abstract
La crescita esponenziale dei bisogni energetici, associati al progresso economico e all'aumento della popolazione mondiale, a cui si aggiunge il possibile esaurimento in un futuro prossimo dei combustibili fossili, rende necessaria la ricerca di nuove soluzioni energetiche. I dispositivi bio-elettrochimici chiamati Microbial Fuel Cells (MFCs), combinando la gestione dei rifiuti con la produzione di corrente elettrica, rappresentano una nuova tecnologia a basso impatto ambientale. Le MFCs possono essere applicate nella produzione di bioenergia, nel biorisanamento e per lo sviluppo di biosensori. Sono formate da un anodo e un catodo, collegati tramite un circuito elettrico esterno e separate da una membrana a scambio protonico. Il loro funzionamento dipende da batteri elettrogenici che, ossidando il substrato, cedono gli elettroni prodotti tramite respirazione anaerobica all'anodo e quindi al catodo dove avviene la riduzione dell'ossigeno. Lo studio svolto in questa tesi è frutto di una collaborazione tra il Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell'Università di Torino (DSSPP) e l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). L'obiettivo principale è stato valutare la struttura della comunità microbica sviluppata all'interno della camera anodica confrontando le diverse tipologie di substrato. È stato condotto un doppio esperimento in parallelo: le MFCs, inoculate con un campione ambientale proveniente da sedimento marino, sono state alimentate con due differenti terreni solidi T ed N e uno liquido L. Le performance del sistema sono state valutate tramite tecniche elettrochimiche dai ricercatori dell'IIT. Le tecniche biomolecolari quali la PCR-DGGE seguita dal sequenziamento delle bande, e la real time qPCR sono state utilizzate per l'analisi dei campioni forniti dall'IIT presso i laboratori del DSSPP. In particolare sono state indagate le classi β, γ, δ-Proteobacteria, i phyla Bacteroidetes e Firmicutes e specifici batteri elettrogenici quali Geobacter sp., Shewanella sp. e Pseudomonas sp.. Le MFCs con substrato L hanno riportato valori di densità di potenza circa 3 volte maggiori rispetto alle MFCs alimentate con T o N, paragonabili tra loro. L'analisi dei dendrogrammi eseguita sui gel di DGGE ha rilevato che le MFCs solide sono risultate più simili tra loro confrontate con quelle L. Dal sequenziamento è emerso che nei campioni era presente circa il 61% di Proteobacteria, il 18% di Firmicutes e il 18% di batteri non coltivabili, dovuti alla provenienza ambientale dell'inoculo. La dominanza dei Proteobacteria è stata confermata dalle analisi qPCR. Una maggiore α-diversità è stata evidenziata all'interno delle MFCs rispetto all'inoculo iniziale p<0.01. Non sono state riscontrate differenze nella quantificazione di Shewanella sp. e Pseudomonas sp. nelle celle solide; Geobacter sp. è risultato maggiore in N p<0.01, sebbene le performance di T ed N non ne abbiano risentito. Le migliori prestazioni delle celle L sembrano esser dovute ad una dominanza nel trasferimento elettronico mediato in quanto sono risultati prevalere Shewanella sp. e Pseudomonas sp.. Sebbene questi terreni possano condurre verso sistemi gestibili con minori necessità di manutenzione impiegabili in aree remote, i terreni liquidi mostrano ancora migliori performance elettrochimiche. Questo può essere dovuto alla biodisponibilità dei nutrienti nei terreni solidi che possono aver condizionato lo sviluppo della comunità microbica.File | Dimensione | Formato | |
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