L'OMS stima che 2.3 milioni di decessi nel mondo sono determinati da cause lavorative e che l'86% di essi sia dovuto a malattie professionali, le quali causano più morti degli infortuni sul lavoro. Inoltre la maggior parte dei decessi per malattie professionali sono causati da tumori: il 32% nel mondo e il 53% in Europa. I lavoratori europei esposti a cancerogeni sono il 23%. Alla luce di questi dati è fondamentale tutelare la salute dei lavoratori, esposti a cancerogeni, grazie all'attuazione degli artt. 243 e 40 del D.Lgs. 81/08. Il datore di lavoro compila e invia alle ASL i registri di esposizione degli agenti cancerogeni, identificando i lavoratori esposti, le sostanze, le dosi espositive (art. 243). Il medico competente invia all'INAIL le comunicazioni della sorveglianza sanitaria, riportando il numero di lavoratori esposti a specifico rischio (art. 40). Nel lavoro di tesi sono stati analizzati i dati trasmessi, tramite questi due sistemi di notifica, per il periodo 2012-'13-'14-'15, dalle aziende del territorio di competenza dell'ASL TO1 (ora ASL città di Torino a seguito dell'unione delle ex ASL TO1 e TO2). Lo scopo è stato quello di evidenziare le criticità dei due metodi di comunicazione delle esposizioni lavorative a cancerogeni alle autorità competenti. Dall'analisi dei dati INAIL emerge che, nel territorio dell'ASL TO1, lo 0,6% dei lavoratori è esposto ad agenti cancerogeni e lo 0,2% ad amianto. Dai registri giunti all'ASL si sono calcolate 820 esposizioni: nel 35% di esse le concentrazioni sono inferiori al TLV-TWA, nel 2% sono superiori e nel 63% non è stato possibile effettuare tali valutazioni. Nel 52% dei registri i valori espositivi sono incompleti o mancanti. Inoltre il ridotto numero di registri causa sottostime delle esposizioni occupazionali, infatti per ogni registro giungono 11 comunicazioni all'INAIL, relative ad esposizioni a cancerogeni. In media, all'anno, il 79% delle ditte invia solo notifiche all'INAIL, il 7% solo i registri e il 15% entrambe. Nonostante più aziende inviino notifiche all'INAIL, da esse non è possibile conoscere le sostanze con cui i lavoratori entrano in contatto, le concentrazioni e le frequenze espositive. Si sono messe a confronto le prevalenze espositive nelle aziende dove sussistono tali fattori di rischio: il 3,1% e il 4,9% dei lavoratori è esposto a cancerogeni e ad amianto, secondo i registri, e l'1,4% e il 2,4% dei lavoratori è esposto a cancerogeni e ad amianto, secondo le comunicazioni all'INAIL. Infine si sono confrontati gli esposti dichiarati dalle aziende che hanno inviato entrambe le notifiche: il 60% delle ditte ha trasmesso dati concordi all'ASL e all'INAIL. In conclusione entrambi i sistemi di notifica, per le esposizioni lavorative a cancerogeni e amianto, presentano pregi e difetti. I registri riportano dati utili alla predisposizione di piani di monitoraggio, tuttavia sono ridotti di numero e incompleti nelle informazioni che riportano. Le comunicazioni all'INAIL sono più numerose, ma riportano informazioni meno dettagliate sulle esposizioni. A conferma dell'analisi sviluppata e dei problemi riscontrati è stato messo a punto un ¿registro di esposizione informatizzato¿, messo in uso ad ottobre 2017, il quale semplifica la trasmissione dei dati agli organi di vigilanza, favorendo l'incremento dei flussi informativi, riguardanti le esposizioni occupazionali ad agenti cancerogeni, migliorando quindi la prevenzione e la tutela della salute dei lavoratori.
Esposizioni occupazionali ad agenti cancerogeni: i registri di esposizione e le comunicazioni all'INAIL (artt. 243-40, D.Lgs. 81/2008)
PORRO, VERONICA
2016/2017
Abstract
L'OMS stima che 2.3 milioni di decessi nel mondo sono determinati da cause lavorative e che l'86% di essi sia dovuto a malattie professionali, le quali causano più morti degli infortuni sul lavoro. Inoltre la maggior parte dei decessi per malattie professionali sono causati da tumori: il 32% nel mondo e il 53% in Europa. I lavoratori europei esposti a cancerogeni sono il 23%. Alla luce di questi dati è fondamentale tutelare la salute dei lavoratori, esposti a cancerogeni, grazie all'attuazione degli artt. 243 e 40 del D.Lgs. 81/08. Il datore di lavoro compila e invia alle ASL i registri di esposizione degli agenti cancerogeni, identificando i lavoratori esposti, le sostanze, le dosi espositive (art. 243). Il medico competente invia all'INAIL le comunicazioni della sorveglianza sanitaria, riportando il numero di lavoratori esposti a specifico rischio (art. 40). Nel lavoro di tesi sono stati analizzati i dati trasmessi, tramite questi due sistemi di notifica, per il periodo 2012-'13-'14-'15, dalle aziende del territorio di competenza dell'ASL TO1 (ora ASL città di Torino a seguito dell'unione delle ex ASL TO1 e TO2). Lo scopo è stato quello di evidenziare le criticità dei due metodi di comunicazione delle esposizioni lavorative a cancerogeni alle autorità competenti. Dall'analisi dei dati INAIL emerge che, nel territorio dell'ASL TO1, lo 0,6% dei lavoratori è esposto ad agenti cancerogeni e lo 0,2% ad amianto. Dai registri giunti all'ASL si sono calcolate 820 esposizioni: nel 35% di esse le concentrazioni sono inferiori al TLV-TWA, nel 2% sono superiori e nel 63% non è stato possibile effettuare tali valutazioni. Nel 52% dei registri i valori espositivi sono incompleti o mancanti. Inoltre il ridotto numero di registri causa sottostime delle esposizioni occupazionali, infatti per ogni registro giungono 11 comunicazioni all'INAIL, relative ad esposizioni a cancerogeni. In media, all'anno, il 79% delle ditte invia solo notifiche all'INAIL, il 7% solo i registri e il 15% entrambe. Nonostante più aziende inviino notifiche all'INAIL, da esse non è possibile conoscere le sostanze con cui i lavoratori entrano in contatto, le concentrazioni e le frequenze espositive. Si sono messe a confronto le prevalenze espositive nelle aziende dove sussistono tali fattori di rischio: il 3,1% e il 4,9% dei lavoratori è esposto a cancerogeni e ad amianto, secondo i registri, e l'1,4% e il 2,4% dei lavoratori è esposto a cancerogeni e ad amianto, secondo le comunicazioni all'INAIL. Infine si sono confrontati gli esposti dichiarati dalle aziende che hanno inviato entrambe le notifiche: il 60% delle ditte ha trasmesso dati concordi all'ASL e all'INAIL. In conclusione entrambi i sistemi di notifica, per le esposizioni lavorative a cancerogeni e amianto, presentano pregi e difetti. I registri riportano dati utili alla predisposizione di piani di monitoraggio, tuttavia sono ridotti di numero e incompleti nelle informazioni che riportano. Le comunicazioni all'INAIL sono più numerose, ma riportano informazioni meno dettagliate sulle esposizioni. A conferma dell'analisi sviluppata e dei problemi riscontrati è stato messo a punto un ¿registro di esposizione informatizzato¿, messo in uso ad ottobre 2017, il quale semplifica la trasmissione dei dati agli organi di vigilanza, favorendo l'incremento dei flussi informativi, riguardanti le esposizioni occupazionali ad agenti cancerogeni, migliorando quindi la prevenzione e la tutela della salute dei lavoratori.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
752806_esposizionioccupazionaliadagenticancerogeniiregistridiesposizioneelecomunicazioniallinail.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
5 MB
Formato
Adobe PDF
|
5 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/47695