Oggi in Italia sono oltre 1.200.000 i minori che vivono in condizioni di povertà assoluta, senza risorse, come acqua, cibo, vestiario e abitazione, essenziali per il sostentamento umano. La povertà economica è uno dei fattori che può determinare e, allo stesso tempo, essere determinato dalla povertà educativa: molti sono i bambini che si trovano in condizioni economiche difficili e che non dispongono del denaro necessario per l’acquisto di libri scolastici, di biglietti per visitare una mostra o per partecipare a un evento, rimanendo privati della possibilità di apprendere e sviluppare talenti e aspirazioni. Questo provoca, per un minore italiano su sette, l’abbandono prematuro degli studi. La povertà educativa non è però legata soltanto all’aspetto economico-materiale, essa è un fenomeno multidimensionale, frutto anche del contesto sociale, relazionale e culturale in cui vivono bambini e adolescenti. Il presente lavoro, a partire da una definizione complessiva del fenomeno di povertà minorile, si sofferma, nel primo capitolo, sulla situazione europea e italiana, illustrando i dati relativi ai minori a rischio di esclusione sociale e indagandone i principali fattori determinanti. Successivamente, nel secondo capitolo, vengono analizzate le principali strategie e azioni realizzate in Italia per contrastare la povertà educativa e, attraverso esempi di progetti concreti, vengono descritti gli elementi di forza e quelli che, al contrario, non hanno funzionato. Alla luce delle considerazioni emerse e dei punti di forza e di debolezza delle progettualità presentate, il terzo capitolo mira a rintracciare eventuali elementi di buona qualità all’interno del progetto "BellaPresenza - metodi, relazioni e pratiche nella comunità educante". Essendo il progetto non ancora concluso, l’intento consiste nel riflettere sul suo andamento verificando la successione e la completezza delle diverse fasi di progettazione. Questo è stato possibile attraverso l’utilizzo di uno strumento in grado di valutare la qualità metodologica di un progetto e di orientare lo sviluppo di nuove iniziative o di progettualità già in essere, secondo precisi criteri. L’obiettivo generale dell’elaborato consiste nel dare valore e nel diffondere le buone pratiche di contrasto alla povertà educativa, emerse sia dalle azioni già realizzate che dall’analisi del progetto sopra menzionato, offrendo la possibilità di riflettere sugli elementi che possono garantire il successo di un intervento e sugli aspetti che potrebbero favorirne trasferibilità e replicabilità in altri contesti.

POVERTÀ EDUCATIVA MINORILE. AZIONI DI CONTRASTO E PROPOSTE INNOVATIVE PER INDIVIDUARE E PROMUOVERE BUONE PRATICHE.

DOMPÈ, ELEONORA
2020/2021

Abstract

Oggi in Italia sono oltre 1.200.000 i minori che vivono in condizioni di povertà assoluta, senza risorse, come acqua, cibo, vestiario e abitazione, essenziali per il sostentamento umano. La povertà economica è uno dei fattori che può determinare e, allo stesso tempo, essere determinato dalla povertà educativa: molti sono i bambini che si trovano in condizioni economiche difficili e che non dispongono del denaro necessario per l’acquisto di libri scolastici, di biglietti per visitare una mostra o per partecipare a un evento, rimanendo privati della possibilità di apprendere e sviluppare talenti e aspirazioni. Questo provoca, per un minore italiano su sette, l’abbandono prematuro degli studi. La povertà educativa non è però legata soltanto all’aspetto economico-materiale, essa è un fenomeno multidimensionale, frutto anche del contesto sociale, relazionale e culturale in cui vivono bambini e adolescenti. Il presente lavoro, a partire da una definizione complessiva del fenomeno di povertà minorile, si sofferma, nel primo capitolo, sulla situazione europea e italiana, illustrando i dati relativi ai minori a rischio di esclusione sociale e indagandone i principali fattori determinanti. Successivamente, nel secondo capitolo, vengono analizzate le principali strategie e azioni realizzate in Italia per contrastare la povertà educativa e, attraverso esempi di progetti concreti, vengono descritti gli elementi di forza e quelli che, al contrario, non hanno funzionato. Alla luce delle considerazioni emerse e dei punti di forza e di debolezza delle progettualità presentate, il terzo capitolo mira a rintracciare eventuali elementi di buona qualità all’interno del progetto "BellaPresenza - metodi, relazioni e pratiche nella comunità educante". Essendo il progetto non ancora concluso, l’intento consiste nel riflettere sul suo andamento verificando la successione e la completezza delle diverse fasi di progettazione. Questo è stato possibile attraverso l’utilizzo di uno strumento in grado di valutare la qualità metodologica di un progetto e di orientare lo sviluppo di nuove iniziative o di progettualità già in essere, secondo precisi criteri. L’obiettivo generale dell’elaborato consiste nel dare valore e nel diffondere le buone pratiche di contrasto alla povertà educativa, emerse sia dalle azioni già realizzate che dall’analisi del progetto sopra menzionato, offrendo la possibilità di riflettere sugli elementi che possono garantire il successo di un intervento e sugli aspetti che potrebbero favorirne trasferibilità e replicabilità in altri contesti.
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