Scopo della tesi è lo studio geologico-strutturale e geomorfologico del versante sinistro dell'alta Val Chisone, nel settore compreso tra il comune di Sestriere e la frazione di Pourrieres (Comune di Usseaux, Provincia di Torino), interessato da estesi fenomeni di instabilità gravitativa. Il lavoro di tesi ha messo in luce i potenziali fattori che potrebbero controllare l'origine e lo sviluppo dei fenomeni di instabilità gravitativa. 1) Fattori lito-strutturali: Il litotipo prevalente che caratterizza entrambe le Unità del Lago Nero e di Cerogne-Ciantiplagna, che presentano caratteristiche litologiche quasi del tutto simili, è un calcescisto più o meno filladico a cui si intercalano prevalentemente scisti filladici, calcescisti carbonatici e più subordinatamente quarziti, metabasiti e serpentinoscisti. Anche l'evoluzione metamorfica delle due Unità è del tutto confrontabile, caratterizzata da un picco di alta pressione in facies scisti blu e da una diffusa riequilibrazione in facies scisti verdi. La foliazione più pervasiva e penetrativa a scala regionale individuata nell'area, inoltre, è la stessa nelle due unità ed è rappresentata da una scistosità traspositiva (S1) che tende a parallelizzare i contatti tra i vari litotipi. Tale scistosità è generalmente da sub-orizzontale a poco inclinata, con debole immersione verso SW. Sicuramente la presenza di un substrato costituito da litotipi scistosi può rappresentare un fattore predisponente all'innesco di fenomeni franosi, tuttavia la foliazione sub-orizzontale o debolmente inclinata non sembrerebbe un fattore particolarmente predisponente all'innesco di superfici di scivolamento lungo la foliazione stessa. Anche l'ipotetico contatto tettonico tra le due unità, la cui orientazione coinciderebbe con la foliazione regionale S1, non sembra poter costituire un piano di scivolamento preferenziale. 2) Fattori tettonici: L'analisi lineamentare tramite indagini aerofotogrammetriche di un'area che comprende tutta l'alta Val Chisone, parte della Val Troncea e il versante destro della media-alta Val di Susa ha portato all'individuazione di quattro sistemi di lineamenti tettonici (distinti secondo l'andamento principale: N-S, E-W, NE-SW, NW-SE) che presumibilmente corrispondono ad altrettanti sistemi di discontinuità regionali; la distribuzione e intersezione di quest'ultimi potrebbe avere creato aree con substrato fortemente e diffusamente fratturato e quindi caratterizzate da maggiore instabilità. L'analisi geomorfologica eseguita a scala locale ha ulteriormente confermato e validato le osservazioni effettuate tramite analisi aerofotogrammetrica a più ampia scala. Ciò conferma l'ipotesi della probabile interazione dinamica tra la tettonica recente e l'evoluzione geomorfologica dell'area, caratterizzata da una diffusa presenza di frane e DGPV. 3) Fattori morfologici: L'analisi geomorfologica dell'area ha permesso di individuare forme ed elementi che confermano l'imponente presenza di grandi e complessi fenomeni gravitativi più o meno profondi. I fattori morfologici predominanti sono l'acclività e la pendenza dei versanti. Alcune forme ed elementi che caratterizzano l'area permettono una stima della dislocazione delle DGPV.4) Fattori idrogeologici e climatici: La presenza di acqua nel sottosuolo interessa soprattutto la parte superficiale delle DGPV e delle frane. dei circuiti idrici è molto marcata sui fenomeni franosi più superficiali, mentre a livelli più profondi non si possono trarre conclusioni.
I fattori geologici e geomorfologici che condizionano la stabilità di un versante: il caso del settore compreso tra il Comune di Sestriere e la frazione di Pourrieres (Comune di Usseaux) sul versante sinistro dell'alta Val Chisone (Provincia di Torino)
MORINO, COSTANZA
2011/2012
Abstract
Scopo della tesi è lo studio geologico-strutturale e geomorfologico del versante sinistro dell'alta Val Chisone, nel settore compreso tra il comune di Sestriere e la frazione di Pourrieres (Comune di Usseaux, Provincia di Torino), interessato da estesi fenomeni di instabilità gravitativa. Il lavoro di tesi ha messo in luce i potenziali fattori che potrebbero controllare l'origine e lo sviluppo dei fenomeni di instabilità gravitativa. 1) Fattori lito-strutturali: Il litotipo prevalente che caratterizza entrambe le Unità del Lago Nero e di Cerogne-Ciantiplagna, che presentano caratteristiche litologiche quasi del tutto simili, è un calcescisto più o meno filladico a cui si intercalano prevalentemente scisti filladici, calcescisti carbonatici e più subordinatamente quarziti, metabasiti e serpentinoscisti. Anche l'evoluzione metamorfica delle due Unità è del tutto confrontabile, caratterizzata da un picco di alta pressione in facies scisti blu e da una diffusa riequilibrazione in facies scisti verdi. La foliazione più pervasiva e penetrativa a scala regionale individuata nell'area, inoltre, è la stessa nelle due unità ed è rappresentata da una scistosità traspositiva (S1) che tende a parallelizzare i contatti tra i vari litotipi. Tale scistosità è generalmente da sub-orizzontale a poco inclinata, con debole immersione verso SW. Sicuramente la presenza di un substrato costituito da litotipi scistosi può rappresentare un fattore predisponente all'innesco di fenomeni franosi, tuttavia la foliazione sub-orizzontale o debolmente inclinata non sembrerebbe un fattore particolarmente predisponente all'innesco di superfici di scivolamento lungo la foliazione stessa. Anche l'ipotetico contatto tettonico tra le due unità, la cui orientazione coinciderebbe con la foliazione regionale S1, non sembra poter costituire un piano di scivolamento preferenziale. 2) Fattori tettonici: L'analisi lineamentare tramite indagini aerofotogrammetriche di un'area che comprende tutta l'alta Val Chisone, parte della Val Troncea e il versante destro della media-alta Val di Susa ha portato all'individuazione di quattro sistemi di lineamenti tettonici (distinti secondo l'andamento principale: N-S, E-W, NE-SW, NW-SE) che presumibilmente corrispondono ad altrettanti sistemi di discontinuità regionali; la distribuzione e intersezione di quest'ultimi potrebbe avere creato aree con substrato fortemente e diffusamente fratturato e quindi caratterizzate da maggiore instabilità. L'analisi geomorfologica eseguita a scala locale ha ulteriormente confermato e validato le osservazioni effettuate tramite analisi aerofotogrammetrica a più ampia scala. Ciò conferma l'ipotesi della probabile interazione dinamica tra la tettonica recente e l'evoluzione geomorfologica dell'area, caratterizzata da una diffusa presenza di frane e DGPV. 3) Fattori morfologici: L'analisi geomorfologica dell'area ha permesso di individuare forme ed elementi che confermano l'imponente presenza di grandi e complessi fenomeni gravitativi più o meno profondi. I fattori morfologici predominanti sono l'acclività e la pendenza dei versanti. Alcune forme ed elementi che caratterizzano l'area permettono una stima della dislocazione delle DGPV.4) Fattori idrogeologici e climatici: La presenza di acqua nel sottosuolo interessa soprattutto la parte superficiale delle DGPV e delle frane. dei circuiti idrici è molto marcata sui fenomeni franosi più superficiali, mentre a livelli più profondi non si possono trarre conclusioni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/47527