The aim of the work was to collect the production data of farms that breed Piemontese beef cattle to evaluate: the feeding costs of the various categories of animals; their relative impact on total feeding costs and income, the feed self-sufficiency achieved on the farm surfaces in terms of dry matter, energy and protein produced; the use of concentrates and forages in the diets of the various categories of animals; the productive and reproductive efficiency of the herd; and the percentage of reuse of agricultural production in livestock farming. The study was carried out in 10 closed-cycle Piemontese beef cattle farms in the provinces of Cuneo, Turin and Asti, and involved a questionnaire for farmers and the collection of samples of farm forages. The study found that the most widespread forage systems include permanent meadows, corn silage, corn for grain and winter cereals. Part of the farm surface in many farms is destined to the production of grains sold on the market. From the feeding management of the cows emerged the considerable diffusion of the practice of green foraging. Among the strengths of rationing of the cows emerged the role of on-farm grown forages and the reduced use of concentrates that allows to achieve high levels of energy and protein self-sufficiency. The phases of weaning and fattening are characterized by rations with little use of forages and large use of concentrates that decrease the energy and protein self-sufficiency of diets as a whole. From the economic data emerges that the total cost of feeding for the different categories of animals accounts for 53,8% of the income, and 33,2% if we consider only the cost for the fattening phase. The income over feed cost (IOFC) is not very high despite the favorable contingent situation of the Piemontese beef cattle market. However, it emerged that the strategy to focus on high quality products for niche markets, adopted by two of the analyzed farms, was successful and allowed them to increase their IOFC. It follows that the cost of feeding the veal accounts for 55,8% of the total feed costs and that of the suckler cow for 31,6%, and that the total cost of feeding accounts for a good 53,8% of the total cost of the revenues of this type of farm. It is clear that working on feed efficiency in closed-cycle Piemontese beef cattle farms can be an interesting strategy to improve farm profitability. The goal of an efficient farm should be to maximize the production of feed on farm land in terms of energy and protein. Therefore, it would be desirable for farmerss to make the first production-oriented areas for the market for the production of livestock feed and for these areas to be grown with grain or forage legumes in order to increase self-sufficiency in energy and protein requirements. This result can be achieved with an enhancement of the on-farm grown forages in ration, obtainable through the improvement of forage conservation.
Lo scopo del lavoro è stato quello di raccogliere i dati produttivi di aziende che allevano bovini Piemontesi a ciclo chiuso per valutare: i costi di alimentazione delle varie categorie di animali; la loro relativa incidenza sui costi totali di alimentazione e sui ricavi; l'autosufficienza alimentare raggiunta sulle superfici aziendali in termini di sostanza secca, energia e proteina prodotte; l'impiego di concentrati e foraggi nelle diete delle diverse categorie di animali; l'efficienza produttiva e riproduttiva dei capi; e la percentuale di reimpiego delle produzioni agricole nell'attività zootecnica. Lo studio è stato condotto in 10 aziende di bovini Piemontesi a ciclo chiuso delle province di Cuneo, Torino e Asti e ha previsto l'elaborazione di un questionario per gli allevatori e la raccolta di campioni di foraggi aziendali. Dallo studio è emerso che i sistemi foraggeri più diffusi comprendono il prato polifita, con il mais da insilato, il mais da granella e i cereali vernini a completare la ripartizione colturale della SAU. Parte della SAU in molte aziende è destinata alla produzione di granelle vendute sul mercato. Dalla gestione alimentare delle fattrici è emersa la notevole diffusione della pratica del foraggiamento verde, pratica da valorizzare in quanto ha dimostrato di contribuire a ridurre i costi alimentari. Tra i punti di forza del razionamento delle fattrici è emerso il ruolo dei foraggi aziendali e il ridotto utilizzo di concentrati che permette di raggiungere elevati livelli di autosufficienza energetica e proteica. Le fasi dello svezzamento e dell'ingrasso sono caratterizzate da razioni con scarso utilizzo di foraggi e grande impiego dei concentrati che diminuiscono l'autosufficienza energetica e proteica delle diete nel loro complesso. Dai dati economici emerge che il costo totale di alimentazione delle diverse categorie di animali incide per il 53,8% dei ricavi, per il 33,2% se si considera invece il costo alimentare della sola fase di ingrasso. L'income over feed cost (IOFC) non risulta molto elevato nonostante la favorevole situazione contingente del mercato dei bovini Piemontesi da macello. Tuttavia è emerso che la strategia di puntare su prodotti di alta qualità per mercati di nicchia, adottata da due delle aziende analizzate, è risultata vincente ed ha permesso loro di incrementare i rispettivi IOFC. Ne deriva che il costo di alimentazione del vitellone incide per il 55,8% dei costi alimentari totali e quello della vacca nutrice per il 31,6%, e che il costo totale di alimentazione incide per ben il 53,8% dei ricavi di questa tipologia di aziende. Appare chiaro che lavorare sull'efficienza dell'alimentazione nelle aziende di bovini Piemontesi a ciclo chiuso possa essere una strategia interessante per migliorare la redditività aziendale. L'obiettivo di un'azienda efficiente dovrebbe essere quello di massimizzare la produzione di alimenti sui terreni aziendali in termini di energia e proteina. Sarebbe dunque auspicabile che le aziende destinassero alla produzione di alimenti per il bestiame le superfici prima orientate alla produzione per il mercato e che queste superfici venissero coltivate con leguminose da granella o da foraggio in modo da riuscire ad incrementare l'autosufficienza alimentare energetica e soprattutto proteica. Tale risultato può essere conseguito con una valorizzazione dei foraggi aziendali in razione, ottenibile attraverso il miglioramento delle tecniche di conservazione dei foraggi.
Analisi tecnico-economica delle aziende di bovini Piemontesi a ciclo chiuso: effetto di differenti sistemi foraggeri sul costo di alimentazione
BONNIN, DENNIS
2017/2018
Abstract
Lo scopo del lavoro è stato quello di raccogliere i dati produttivi di aziende che allevano bovini Piemontesi a ciclo chiuso per valutare: i costi di alimentazione delle varie categorie di animali; la loro relativa incidenza sui costi totali di alimentazione e sui ricavi; l'autosufficienza alimentare raggiunta sulle superfici aziendali in termini di sostanza secca, energia e proteina prodotte; l'impiego di concentrati e foraggi nelle diete delle diverse categorie di animali; l'efficienza produttiva e riproduttiva dei capi; e la percentuale di reimpiego delle produzioni agricole nell'attività zootecnica. Lo studio è stato condotto in 10 aziende di bovini Piemontesi a ciclo chiuso delle province di Cuneo, Torino e Asti e ha previsto l'elaborazione di un questionario per gli allevatori e la raccolta di campioni di foraggi aziendali. Dallo studio è emerso che i sistemi foraggeri più diffusi comprendono il prato polifita, con il mais da insilato, il mais da granella e i cereali vernini a completare la ripartizione colturale della SAU. Parte della SAU in molte aziende è destinata alla produzione di granelle vendute sul mercato. Dalla gestione alimentare delle fattrici è emersa la notevole diffusione della pratica del foraggiamento verde, pratica da valorizzare in quanto ha dimostrato di contribuire a ridurre i costi alimentari. Tra i punti di forza del razionamento delle fattrici è emerso il ruolo dei foraggi aziendali e il ridotto utilizzo di concentrati che permette di raggiungere elevati livelli di autosufficienza energetica e proteica. Le fasi dello svezzamento e dell'ingrasso sono caratterizzate da razioni con scarso utilizzo di foraggi e grande impiego dei concentrati che diminuiscono l'autosufficienza energetica e proteica delle diete nel loro complesso. Dai dati economici emerge che il costo totale di alimentazione delle diverse categorie di animali incide per il 53,8% dei ricavi, per il 33,2% se si considera invece il costo alimentare della sola fase di ingrasso. L'income over feed cost (IOFC) non risulta molto elevato nonostante la favorevole situazione contingente del mercato dei bovini Piemontesi da macello. Tuttavia è emerso che la strategia di puntare su prodotti di alta qualità per mercati di nicchia, adottata da due delle aziende analizzate, è risultata vincente ed ha permesso loro di incrementare i rispettivi IOFC. Ne deriva che il costo di alimentazione del vitellone incide per il 55,8% dei costi alimentari totali e quello della vacca nutrice per il 31,6%, e che il costo totale di alimentazione incide per ben il 53,8% dei ricavi di questa tipologia di aziende. Appare chiaro che lavorare sull'efficienza dell'alimentazione nelle aziende di bovini Piemontesi a ciclo chiuso possa essere una strategia interessante per migliorare la redditività aziendale. L'obiettivo di un'azienda efficiente dovrebbe essere quello di massimizzare la produzione di alimenti sui terreni aziendali in termini di energia e proteina. Sarebbe dunque auspicabile che le aziende destinassero alla produzione di alimenti per il bestiame le superfici prima orientate alla produzione per il mercato e che queste superfici venissero coltivate con leguminose da granella o da foraggio in modo da riuscire ad incrementare l'autosufficienza alimentare energetica e soprattutto proteica. Tale risultato può essere conseguito con una valorizzazione dei foraggi aziendali in razione, ottenibile attraverso il miglioramento delle tecniche di conservazione dei foraggi.File | Dimensione | Formato | |
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