Lo sviluppo delle aree urbanizzate degli ultimi decenni ha coinvolto porzioni di territorio sempre più vaste ed occupato l'ambiente naturale secondo un modello di sviluppo definito sprawl (diffuso), che si espande in modo discontinuo e a bassa densità, ma ad alto consumo di suolo e di energia. Le misure di tutela degli ambienti naturali attuate attraverso l'istituzione di aree protette (Riserve Naturali, Parchi, SIC) non sono sufficienti per la conservazione, a lungo periodo, della biodiversità e dei servizi ecosistemici a scala regionale. Si afferma, pertanto, la necessità di gestire le aree naturali senza scollegarle dal territorio circostante, integrandole in modo ecologico e socio-economico. La Rete Ecologica, costituita da aree a vegetazione naturale (core areas, buffer zones e ecological corridors) interconnesse fisicamente e funzionalmente in modo da garantire la permanenza dei processi ecologici e delle diverse funzioni indispensabili alle specie sensibili, si è dimostrata essere un valido strumento di gestione territoriale, finalizzato alla riduzione del consumo di suolo, alla mitigazione del fenomeno di frammentazione degli habitat e alla salvaguardia della biodiversità. Le Linee Guida della RE (2014), fornite dalle NdA del PTC2 (2011) della Città Metropolitana di Torino, prevedono l'individuazione e la tutela dei varchi ecologici: restringimenti di aree naturali e semi-naturali generati, all'interno dei corridoi ecologici, dallo sviluppo continuo del tessuto urbano e dalle infrastrutture lineari che sempre più spesso creano barriere fisiche di difficile attraversamento per la fauna selvatica. Nella presente tesi è stato impiegato un approccio modellistico (least-cost modelling), che grazie all'algoritmo Cost distance, ha permesso di stimare la connettività ecologica territoriale a scala di area vasta, determinando, in funzione della resistenza opposta dalla matrice territoriale, il percorso a minor sforzo, e con la maggior probabilità di sopravvivenza, che un organismo animale potrebbe intraprendere per spostarsi da un'area sorgente all'altra. Sulla base della Mappa di Connettività Ecologica creata si è proceduto all'individuazione dei varchi ecologici di tre Zone Omogenee della CM di Torino, aventi caratteristiche ambientali differenti: Valli di Susa e Sangone, Chivassese e Area Metropolitana di Torino Nord. L'analisi della Mappa di Connettività mostra come l'antropizzazione crei una barriera consistente, in senso sudovest-nordest, tra i rilievi montuosi delle Alpi, a buona connessione ecologica, e la Pianura Padana, a connettività medio-bassa. A scala di ambito, sono stati individuati 12 varchi ecologici nell'AMT-Nord, di cui è stata rilevata un'elevata criticità, dovuta alla collocazione sul territorio di una consistente barriera fisica. Tale barriera prosegue anche nel Chivassese dove, tuttavia, genera pressioni minori sul territorio circostante, su cui sono stati individuati 18 varchi. Nella Zona Omogenea Valli di Susa e Sangone la viabilità si estende principalmente sul fondo valle in senso ovest-est, determinando una ridotta frammentazione della Zona e un'ottima connessione fra habitat; 20 varchi sono stati individuati per migliorare la connessione nord-sud. La corretta connessione ambientale può essere salvaguardata solo attraverso l'individuazione e la tutela, a tutte le scale territoriali, di corridoi e varchi ecologici.
I corridoi ecologici sul territorio della Città Metropolitana di Torino
CASSI, MARTA
2017/2018
Abstract
Lo sviluppo delle aree urbanizzate degli ultimi decenni ha coinvolto porzioni di territorio sempre più vaste ed occupato l'ambiente naturale secondo un modello di sviluppo definito sprawl (diffuso), che si espande in modo discontinuo e a bassa densità, ma ad alto consumo di suolo e di energia. Le misure di tutela degli ambienti naturali attuate attraverso l'istituzione di aree protette (Riserve Naturali, Parchi, SIC) non sono sufficienti per la conservazione, a lungo periodo, della biodiversità e dei servizi ecosistemici a scala regionale. Si afferma, pertanto, la necessità di gestire le aree naturali senza scollegarle dal territorio circostante, integrandole in modo ecologico e socio-economico. La Rete Ecologica, costituita da aree a vegetazione naturale (core areas, buffer zones e ecological corridors) interconnesse fisicamente e funzionalmente in modo da garantire la permanenza dei processi ecologici e delle diverse funzioni indispensabili alle specie sensibili, si è dimostrata essere un valido strumento di gestione territoriale, finalizzato alla riduzione del consumo di suolo, alla mitigazione del fenomeno di frammentazione degli habitat e alla salvaguardia della biodiversità. Le Linee Guida della RE (2014), fornite dalle NdA del PTC2 (2011) della Città Metropolitana di Torino, prevedono l'individuazione e la tutela dei varchi ecologici: restringimenti di aree naturali e semi-naturali generati, all'interno dei corridoi ecologici, dallo sviluppo continuo del tessuto urbano e dalle infrastrutture lineari che sempre più spesso creano barriere fisiche di difficile attraversamento per la fauna selvatica. Nella presente tesi è stato impiegato un approccio modellistico (least-cost modelling), che grazie all'algoritmo Cost distance, ha permesso di stimare la connettività ecologica territoriale a scala di area vasta, determinando, in funzione della resistenza opposta dalla matrice territoriale, il percorso a minor sforzo, e con la maggior probabilità di sopravvivenza, che un organismo animale potrebbe intraprendere per spostarsi da un'area sorgente all'altra. Sulla base della Mappa di Connettività Ecologica creata si è proceduto all'individuazione dei varchi ecologici di tre Zone Omogenee della CM di Torino, aventi caratteristiche ambientali differenti: Valli di Susa e Sangone, Chivassese e Area Metropolitana di Torino Nord. L'analisi della Mappa di Connettività mostra come l'antropizzazione crei una barriera consistente, in senso sudovest-nordest, tra i rilievi montuosi delle Alpi, a buona connessione ecologica, e la Pianura Padana, a connettività medio-bassa. A scala di ambito, sono stati individuati 12 varchi ecologici nell'AMT-Nord, di cui è stata rilevata un'elevata criticità, dovuta alla collocazione sul territorio di una consistente barriera fisica. Tale barriera prosegue anche nel Chivassese dove, tuttavia, genera pressioni minori sul territorio circostante, su cui sono stati individuati 18 varchi. Nella Zona Omogenea Valli di Susa e Sangone la viabilità si estende principalmente sul fondo valle in senso ovest-est, determinando una ridotta frammentazione della Zona e un'ottima connessione fra habitat; 20 varchi sono stati individuati per migliorare la connessione nord-sud. La corretta connessione ambientale può essere salvaguardata solo attraverso l'individuazione e la tutela, a tutte le scale territoriali, di corridoi e varchi ecologici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/47448