Il testo propone una visione sul fenomeno degli "stranded assets" in merito al settore dell'estrazione delle fonti fossili. Si analizzano tre possibili cause che porterebbero a una svalutazione permanente degli assets delle compagnie che si occupano dello sfruttamento di riserve di carbone, gas naturale e petrolio. Le cause individuate sono: introduzione di un carbon budget vincolante a livello mondiale, eccesso permanente di offerta sul mercato ( in particolare quello del petrolio) e le possibili conseguenze che le compagnie estrattive dovrebbero affrontare in seguito a una campagna di disinvestimento, motivata per lo più da ragioni di natura sociale, unita alla sempre maggiore adozione di criteri ESG nelle decisioni di investimento. Facendo affidamento sulle ricerche condotte dall'IEA, si cerca di dare una visione d'insieme dei trend a livello globale per ogni risorsa analizzata. Si mostrano le proiezioni di domanda, offerta e scambi commerciali per il periodo 2016-2040. Esso è il periodo di competenza del New Policies Scenario, un contesto idealizzato dall'IEA che permette di verificare come gli sforzi politici e le dinamiche di mercato possono modellare delle proiezioni di lungo periodo. Dall'analisi si deduce come i consumi di fonti fossili nel 2040, malgrado delle variazioni a livello regionale, saranno in valore assoluto maggiori rispetto a quelli odierni. Il risultato sarà la permanenza del vincolo tra il nostro sistema energetico e l'utilizzo di combustibili fossili. Si nota quindi una discordanza tra i trend economici e le volontà politiche espresse da molti Stati nella redazione del Paris Agreement, che nonostante tutto resta una mera dimostrazione di intenti in quanto non si sono previste misure vincolanti in merito alla riduzione delle emissioni di gas serra. Nonostante si debbano prendere il più velocemente possibili misure atte a limitare il fenomeno del surriscaldamento globale, in modo da evitare conseguenze potenzialmente disastrose, il bisogno di energia a basso costo da parte dei Paesi emergenti pone una sfida considerevole in ambito di riduzione dei consumi delle fonti fossili. Di conseguenza si evince come le imprese che operano in questo mercato potranno contare su investimenti ancora redditizi in un futuro prossimo, scongiurando il pericolo di "stranded assets".

Stranded assets e previsioni sul futuro dei combustibili fossili

BARANA, STEFANO
2017/2018

Abstract

Il testo propone una visione sul fenomeno degli "stranded assets" in merito al settore dell'estrazione delle fonti fossili. Si analizzano tre possibili cause che porterebbero a una svalutazione permanente degli assets delle compagnie che si occupano dello sfruttamento di riserve di carbone, gas naturale e petrolio. Le cause individuate sono: introduzione di un carbon budget vincolante a livello mondiale, eccesso permanente di offerta sul mercato ( in particolare quello del petrolio) e le possibili conseguenze che le compagnie estrattive dovrebbero affrontare in seguito a una campagna di disinvestimento, motivata per lo più da ragioni di natura sociale, unita alla sempre maggiore adozione di criteri ESG nelle decisioni di investimento. Facendo affidamento sulle ricerche condotte dall'IEA, si cerca di dare una visione d'insieme dei trend a livello globale per ogni risorsa analizzata. Si mostrano le proiezioni di domanda, offerta e scambi commerciali per il periodo 2016-2040. Esso è il periodo di competenza del New Policies Scenario, un contesto idealizzato dall'IEA che permette di verificare come gli sforzi politici e le dinamiche di mercato possono modellare delle proiezioni di lungo periodo. Dall'analisi si deduce come i consumi di fonti fossili nel 2040, malgrado delle variazioni a livello regionale, saranno in valore assoluto maggiori rispetto a quelli odierni. Il risultato sarà la permanenza del vincolo tra il nostro sistema energetico e l'utilizzo di combustibili fossili. Si nota quindi una discordanza tra i trend economici e le volontà politiche espresse da molti Stati nella redazione del Paris Agreement, che nonostante tutto resta una mera dimostrazione di intenti in quanto non si sono previste misure vincolanti in merito alla riduzione delle emissioni di gas serra. Nonostante si debbano prendere il più velocemente possibili misure atte a limitare il fenomeno del surriscaldamento globale, in modo da evitare conseguenze potenzialmente disastrose, il bisogno di energia a basso costo da parte dei Paesi emergenti pone una sfida considerevole in ambito di riduzione dei consumi delle fonti fossili. Di conseguenza si evince come le imprese che operano in questo mercato potranno contare su investimenti ancora redditizi in un futuro prossimo, scongiurando il pericolo di "stranded assets".
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