The purpose of this work is to analyze the process of bank mergers in Italy and South America , with particular reference to the case of Perù. The bank merger is a reality both in developed countries and in those developing countries. The purpose of this work is to analyze the evolution of bank concentration , starting from the first post-war up to the present day, in Europe and in parallel to analyze the situation overseas and specifically in Perù. It tries to establish the progressive changes of bank concentration in both areas over the past decades to the present day . This study analyzes the situation in the two continents and makes a comparison between them by identifying positive and negative aspects of both areas. In Italy, the process of bank concentration was manifested later than in the other European countries such as England , Germany and France and non-European countries such as the United States of America. During several decades the bank concentration went through widespread changes in the relationships between brokers , banks and businesses . During this period many brokers have disappeared, others have been affected by the phenomenon of Merger - Acquisitions. These operations have had an influence on the availability and terms of credit, especially for businesses that benefit most from stable relations with clients (large and medium-sized enterprises ) . Small businesses and banks usually merges with big banks. Once merged these banks push forward to increase the cost of money. The customers of large banks, usually medium and large, can benefit from concentrations because they can enjoy greater availability of credit. This benefit positively affects the policies of the cost of large banks that influence the cost system of a production process of an asset, while small businesses get loans from small banks in general with higher costs.
La banca è l'organo intermediario del credito indiretto, l'intermediario tra l'offerta e la domanda di capitali. La banca compie la funzione di raccolta e distribuzione di capitale. In detto modo, sostituendosi di fatto ai risparmiatori, dovrebbe rendere felici i gli stessi pagando delle commissioni per il loro risparmio. Nel Rinascimento alle funzioni di prestatori, custodi e cambiavalute, i banchieri fiorentini aggiunsero quella di garanti dei pagamenti, firmando lettere di credito che li impegnavano a pagare somme per conto di chi le portava: fu la prima comparsa degli assegni che liberavano mercanti e sovrani dalla necessità di portare con sé grandi quantità di contanti o merci preziose. Infatti furono i banchieri fiorentini a inventare lettere di credito e buoni del tesoro. Quest'attività fece di Firenze una delle città più ricche e potenti del mondo. All'inizio del XV secolo Firenze aveva un'ottantina di banche che facevano prestiti a Re, Imperatori e Papi, con un reddito superiore a quello dell'Inghilterra. La prima banca in senso moderno nacque nel 1406 a Genova. La novità era che il "Banco di San Giorgio¿, questo il suo nome, fu il primo ad occuparsi di gestione del debito pubblico e venne definito dal Machiavelli uno stato nello stato, ossia una vera e propria istituzione pubblica nella quale i genovesi si riconoscevano molto più che nel governo, spesso ottenebrato dal controllo di altri stati, quali il Ducato di Milano od il Regno di Francia. La Banca Monte dei Paschi di Siena (abbreviato in MPS), nata nel 1472 come Monte di Pietà per dare aiuto alle classi disagiate della popolazione della città di Siena, è la più antica banca in attività, ed è ritenuta anche la più longeva al mondo. Dal 1926 al 1935 in Italia nel campo delle aziende di credito si assiste ad un intenso processo di concentrazione. La ragione principale è lo sviluppo industriale, la formazione della grande industria richiede l'adeguamento del settore bancario affinché questo sia in grado di far fronte alla richiesta di finanziamenti e riesca anche a comprimere i costi. La concentrazione industriale precede la concentrazione bancaria, In Italia negli ultimi anni e specialmente nello scorso decennio il processo di concentrazione bancaria ha comportato diffusi cambiamenti nelle relazioni tra intermediari bancari e imprese. Numerosi intermediari sono scomparsi, altri sono stati interessati da fenomeni di ristrutturazione dopo essere entrati a far parte di gruppi creditizi. Ci si può chiedere se questi cambiamenti possono avere avuto ripercussioni sulla disponibilità di credito, soprattutto per le imprese che traggono maggiori benefici da stabili relazioni di clientela con banche di piccola dimensione. Questo lavoro studia gli effetti delle concentrazioni sulle banche italiane e li confronta con quelli generatisi sulle banche peruviane. Analizza la disponibilità di crediti e depositi e le ripercussioni sul sistema finanziario. Dal lavoro emerge che le operazioni di concentrazione bancaria di livelli considerevoli influiscono sulle condizioni di accesso alle risorse e ai capitali di cui il settore industriale necessita. Questi risultati valgono anche per le imprese che incontrano maggiori difficoltà a diversificare le fonti di finanziamento ossia per le aziende di minore dimensione, quelle che si rivolgono a un numero ristretto di banche e quelle finanziariamente più fragili. Al contrario, le imprese clienti di banche che entrano a far parte di un gruppo creditizio in seguito a un'acquisizione tendono ad avere una maggiore disponibilità di credito.
CONCENTRAZIONE BANCARIA IN ITALIA E PERU', CONFRONTO TRA LE DUE REALTA'
BENTURA HUALPA, EDGARD HECTOR
2013/2014
Abstract
La banca è l'organo intermediario del credito indiretto, l'intermediario tra l'offerta e la domanda di capitali. La banca compie la funzione di raccolta e distribuzione di capitale. In detto modo, sostituendosi di fatto ai risparmiatori, dovrebbe rendere felici i gli stessi pagando delle commissioni per il loro risparmio. Nel Rinascimento alle funzioni di prestatori, custodi e cambiavalute, i banchieri fiorentini aggiunsero quella di garanti dei pagamenti, firmando lettere di credito che li impegnavano a pagare somme per conto di chi le portava: fu la prima comparsa degli assegni che liberavano mercanti e sovrani dalla necessità di portare con sé grandi quantità di contanti o merci preziose. Infatti furono i banchieri fiorentini a inventare lettere di credito e buoni del tesoro. Quest'attività fece di Firenze una delle città più ricche e potenti del mondo. All'inizio del XV secolo Firenze aveva un'ottantina di banche che facevano prestiti a Re, Imperatori e Papi, con un reddito superiore a quello dell'Inghilterra. La prima banca in senso moderno nacque nel 1406 a Genova. La novità era che il "Banco di San Giorgio¿, questo il suo nome, fu il primo ad occuparsi di gestione del debito pubblico e venne definito dal Machiavelli uno stato nello stato, ossia una vera e propria istituzione pubblica nella quale i genovesi si riconoscevano molto più che nel governo, spesso ottenebrato dal controllo di altri stati, quali il Ducato di Milano od il Regno di Francia. La Banca Monte dei Paschi di Siena (abbreviato in MPS), nata nel 1472 come Monte di Pietà per dare aiuto alle classi disagiate della popolazione della città di Siena, è la più antica banca in attività, ed è ritenuta anche la più longeva al mondo. Dal 1926 al 1935 in Italia nel campo delle aziende di credito si assiste ad un intenso processo di concentrazione. La ragione principale è lo sviluppo industriale, la formazione della grande industria richiede l'adeguamento del settore bancario affinché questo sia in grado di far fronte alla richiesta di finanziamenti e riesca anche a comprimere i costi. La concentrazione industriale precede la concentrazione bancaria, In Italia negli ultimi anni e specialmente nello scorso decennio il processo di concentrazione bancaria ha comportato diffusi cambiamenti nelle relazioni tra intermediari bancari e imprese. Numerosi intermediari sono scomparsi, altri sono stati interessati da fenomeni di ristrutturazione dopo essere entrati a far parte di gruppi creditizi. Ci si può chiedere se questi cambiamenti possono avere avuto ripercussioni sulla disponibilità di credito, soprattutto per le imprese che traggono maggiori benefici da stabili relazioni di clientela con banche di piccola dimensione. Questo lavoro studia gli effetti delle concentrazioni sulle banche italiane e li confronta con quelli generatisi sulle banche peruviane. Analizza la disponibilità di crediti e depositi e le ripercussioni sul sistema finanziario. Dal lavoro emerge che le operazioni di concentrazione bancaria di livelli considerevoli influiscono sulle condizioni di accesso alle risorse e ai capitali di cui il settore industriale necessita. Questi risultati valgono anche per le imprese che incontrano maggiori difficoltà a diversificare le fonti di finanziamento ossia per le aziende di minore dimensione, quelle che si rivolgono a un numero ristretto di banche e quelle finanziariamente più fragili. Al contrario, le imprese clienti di banche che entrano a far parte di un gruppo creditizio in seguito a un'acquisizione tendono ad avere una maggiore disponibilità di credito.File | Dimensione | Formato | |
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