La convergenza tra psicoanalisi e neuroscienze sul tema delle memorie traumatiche, grazie alla scoperta dell'esistenza di un sistema di memoria implicito, strutturalmente separato da quello esplicito, non verbalizzabile e con una maturazione precoce rispetto alle strutture preposte al ricordo esplicito, ha portato alla revisione del concetto di inconscio e alla valutazione di nuove modalità di accesso a tali contenuti. Oggi si ritiene che l'inconscio dinamico freudiano, frutto della rimozione secondaria e rappresentativo, sia una forma di memoria esplicita, mentre i contenuti precoci affettivi veicolati nella relazione con il caregiver, siano immagazzinati come forma di memoria implicita, non verbalizzabile, che trova espressione nel sogno e nel transfert. Quando essi sono traumatici, a causa dell'immaturità della struttura che media l'immagazzinamento in forma esplicita ed episodica dell'esperienza, si iscrivono direttamente nell'inconscio e vanno a costituire il nucleo implicito del Sé. Quando il trauma interviene in una fase di vita successiva, ha ugualmente effetti catastrofici e il ricordo traumatico rimane dissociato, somatosensoriale e implicito. Il lavoro con questo tipo di inconscio, assai diverso da quello dinamico freudiano, necessita un ripensamento non solo del modello di sviluppo della mente ma anche della tecnica terapeutica. Le vie di accesso a questi contenuti impliciti inconsci che non sono frutto di rimozione, sono il sogno, il transfert, nel quale emergono attraverso la componente non verbale e prosodica del linguaggio, la postura e il tono di voce, ma in generale nell'uso che il paziente fa della dimensione corporea nella relazione terapeutica e negli agiti che mette in atto. In questo lavoro, la tecnica dell'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un esempio di proposta integrativa, che la comunità scientifica internazionale sta vagliando, per cogliere la dimensione corporea, cognitiva e affettiva del trauma e permette l'accesso ai contenuti depositati nella memoria implicita.
Il dialogo tra neuroscienze e psicoanalisi sul tema della memoria implicita e del trauma
TRIMARCHI, STEFANIA
2012/2013
Abstract
La convergenza tra psicoanalisi e neuroscienze sul tema delle memorie traumatiche, grazie alla scoperta dell'esistenza di un sistema di memoria implicito, strutturalmente separato da quello esplicito, non verbalizzabile e con una maturazione precoce rispetto alle strutture preposte al ricordo esplicito, ha portato alla revisione del concetto di inconscio e alla valutazione di nuove modalità di accesso a tali contenuti. Oggi si ritiene che l'inconscio dinamico freudiano, frutto della rimozione secondaria e rappresentativo, sia una forma di memoria esplicita, mentre i contenuti precoci affettivi veicolati nella relazione con il caregiver, siano immagazzinati come forma di memoria implicita, non verbalizzabile, che trova espressione nel sogno e nel transfert. Quando essi sono traumatici, a causa dell'immaturità della struttura che media l'immagazzinamento in forma esplicita ed episodica dell'esperienza, si iscrivono direttamente nell'inconscio e vanno a costituire il nucleo implicito del Sé. Quando il trauma interviene in una fase di vita successiva, ha ugualmente effetti catastrofici e il ricordo traumatico rimane dissociato, somatosensoriale e implicito. Il lavoro con questo tipo di inconscio, assai diverso da quello dinamico freudiano, necessita un ripensamento non solo del modello di sviluppo della mente ma anche della tecnica terapeutica. Le vie di accesso a questi contenuti impliciti inconsci che non sono frutto di rimozione, sono il sogno, il transfert, nel quale emergono attraverso la componente non verbale e prosodica del linguaggio, la postura e il tono di voce, ma in generale nell'uso che il paziente fa della dimensione corporea nella relazione terapeutica e negli agiti che mette in atto. In questo lavoro, la tecnica dell'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un esempio di proposta integrativa, che la comunità scientifica internazionale sta vagliando, per cogliere la dimensione corporea, cognitiva e affettiva del trauma e permette l'accesso ai contenuti depositati nella memoria implicita.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/47375