L'attuale quadro socio-economico ha indotto ogni singolo Stato alla ricerca di soluzioni di politica interna efficaci per contrastare il crollo della domanda di mercato e rilanciare la propria economia oltre all'adozione di politiche interne efficienti nell'allocazione delle proprie risorse. La risposta italiana a questa problematica si è concentrata nella ripresa attuativa del processo federalista avviato già molti anni orsono, nel lontano 2001, con la riforma del titolo V della Costituzione, ma di fatto mai reso operativo. Il testo opera un piccolo excursus temporale partendo dai primi albori della CEE fino alle definizione dell'attuale fisionomia dell'UE onde poter collocare la riforma federalista nel suo appropriato contesto storico e politico illustrando come la stessa adesione a detto organismo sovranazionale imponga ai Paesi membri un forte controllo sulla finanza locale formalizzatosi nella sottoscrizione del Patto di Stabilità e Crescita. Ciò si traduce nella realtà italiana nella redazione del Patto di Stabilità Interno a cui ogni singolo ente locale deve sottostare nell'ottica del rispetto delle condizioni sottoscritte nell'atto di adesione all'UE. Successivamente viene svolta un'attenta analisi della normativa del PSI 2012 onde poter analizzare il suo impatto concreto sulla finanza locale ed individuare le principali novità introdotte in tema di finanza locale. Il tema del federalismo fiscale viene dapprima affrontato elencando i principi cardine racchiusi all'interno della Costituzione proseguendo con l'analisi dell'iter attuativo previsto per la messa a regime del sistema federalista soffermandosi sull'originale disciplina riservata all'amministrazione degli enti locali. Dopo un'attenta analisi della prima legge (n°42/2009,) che di fatto ha reso possibile l'attuazione di quanto previsto costituzionalmente, si definisce un primo bilancio sull'effettivo stato attuativo del federalismo. Detto tema viene poi approfondito analizzando tutte le disposizioni normative in tema di federalismo comunale. Inizialmente ci si focalizza sulla nuova disciplina normativa della cedolare secca quale nuova imposta sostitutiva da applicarsi sui canoni di locazione immobiliare ed appositamente studiata per contrastare l'evasione fiscale ed il mercato nero dei fitti .Si passa poi all'analisi della nuova normativa prevista per la fase transitoria del federalismo che durerà fino al 1/1/2014 data in cui lo stesso entrerà in vigore a pieno regime per poi terminare valutando l'impatto concreto della riforma sul bilancio 2011 degli enti locali. Un'ampia porzione del testo è dedicata all'analisi approfondita della nuova imposta municipale propria (IMU) in quanto fonte principale di approvvigionamento di risorse da parte degli enti territoriali. Tuttavia, l'anticipazione della sua messa a regime, inizialmente prevista a decorrere dal 2014, ventilata dal Governo Tecnico quale reale intenzione di accelerazione del processo attuativo della riforma federalista, cela un amaro risvolto utilitaristico nell'immediata esigenza di ¿fare cassa¿ snaturando l'originale impianto previsto per l'imposta ed allontanandosi di fatto sempre più dagli originali ideali contenuti nella Costituzione. Infine si tratta della messa a regime del federalismo fiscale descrivendo quale, ad oggi, dovrebbe essere l'impianto normativo nella sua versione definitiva.

L'impatto del federalismo fiscale sul bilancio degli enti locali: una prima valutazione critica

GIANOTTI, ANDREA DOMENICO
2011/2012

Abstract

L'attuale quadro socio-economico ha indotto ogni singolo Stato alla ricerca di soluzioni di politica interna efficaci per contrastare il crollo della domanda di mercato e rilanciare la propria economia oltre all'adozione di politiche interne efficienti nell'allocazione delle proprie risorse. La risposta italiana a questa problematica si è concentrata nella ripresa attuativa del processo federalista avviato già molti anni orsono, nel lontano 2001, con la riforma del titolo V della Costituzione, ma di fatto mai reso operativo. Il testo opera un piccolo excursus temporale partendo dai primi albori della CEE fino alle definizione dell'attuale fisionomia dell'UE onde poter collocare la riforma federalista nel suo appropriato contesto storico e politico illustrando come la stessa adesione a detto organismo sovranazionale imponga ai Paesi membri un forte controllo sulla finanza locale formalizzatosi nella sottoscrizione del Patto di Stabilità e Crescita. Ciò si traduce nella realtà italiana nella redazione del Patto di Stabilità Interno a cui ogni singolo ente locale deve sottostare nell'ottica del rispetto delle condizioni sottoscritte nell'atto di adesione all'UE. Successivamente viene svolta un'attenta analisi della normativa del PSI 2012 onde poter analizzare il suo impatto concreto sulla finanza locale ed individuare le principali novità introdotte in tema di finanza locale. Il tema del federalismo fiscale viene dapprima affrontato elencando i principi cardine racchiusi all'interno della Costituzione proseguendo con l'analisi dell'iter attuativo previsto per la messa a regime del sistema federalista soffermandosi sull'originale disciplina riservata all'amministrazione degli enti locali. Dopo un'attenta analisi della prima legge (n°42/2009,) che di fatto ha reso possibile l'attuazione di quanto previsto costituzionalmente, si definisce un primo bilancio sull'effettivo stato attuativo del federalismo. Detto tema viene poi approfondito analizzando tutte le disposizioni normative in tema di federalismo comunale. Inizialmente ci si focalizza sulla nuova disciplina normativa della cedolare secca quale nuova imposta sostitutiva da applicarsi sui canoni di locazione immobiliare ed appositamente studiata per contrastare l'evasione fiscale ed il mercato nero dei fitti .Si passa poi all'analisi della nuova normativa prevista per la fase transitoria del federalismo che durerà fino al 1/1/2014 data in cui lo stesso entrerà in vigore a pieno regime per poi terminare valutando l'impatto concreto della riforma sul bilancio 2011 degli enti locali. Un'ampia porzione del testo è dedicata all'analisi approfondita della nuova imposta municipale propria (IMU) in quanto fonte principale di approvvigionamento di risorse da parte degli enti territoriali. Tuttavia, l'anticipazione della sua messa a regime, inizialmente prevista a decorrere dal 2014, ventilata dal Governo Tecnico quale reale intenzione di accelerazione del processo attuativo della riforma federalista, cela un amaro risvolto utilitaristico nell'immediata esigenza di ¿fare cassa¿ snaturando l'originale impianto previsto per l'imposta ed allontanandosi di fatto sempre più dagli originali ideali contenuti nella Costituzione. Infine si tratta della messa a regime del federalismo fiscale descrivendo quale, ad oggi, dovrebbe essere l'impianto normativo nella sua versione definitiva.
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