Scopo di questa tesi di laurea è analizzare la Proposta di modifica della Direttiva 2008/7/CE concernente l'imposizione delle transazioni finanziarie dei soggetti residenti nell'Unione Europea, recentemente approvata nella forma della "cooperazione rafforzata" da 11 Stati membri dell'UE. L'Imposta sulle transazioni finanziarie (ITF) rappresenta uno strumento fiscale nuovo per l'Unione sotto vari punti di vista, primo tra tutti in quanto rappresenterà un canale di finanziamento autonomo del bilancio comunitario, significativo primo passo verso una maggior integrazione europea sotto il profilo fiscale. In secondo luogo, quest'imposta rappresenta una modalità di coordinamento delle imposte indirette a livello comunitario, in quanto espressione della volontà di creare un level playing field tra gli Stati dell'Unione: a seguito degli eccessi speculativi del 2007-2008, molti di essi avevano adottato unilateralmente misure simili ma scoordinate tra loro, generando frammentazione all'interno del mercato interno europeo dei servizi finanziari. In terzo luogo, l'imposta sulle transazioni finanziarie è una misura di politica fiscale la cui efficacia, sia dal punto di vista della riduzione della speculazione finanziaria che della redistribuzione del carico impositivo a sfavore del settore finanziario, è dubbia ed è quindi lecito un approfondimento, anche in considerazione della recente approvazione da parte dello Stato italiano. La prima parte della trattazione prende in esame l'approccio comunitario alla materia fiscale, l'accidentato percorso di armonizzazione della stessa, specialmente in materia di imposte dirette, e auspica di andare verso una maggior devoluzione di sovranità fiscale all'Unione. Una seconda parte prende in esame la questione della tassazione del settore finanziario, accusato da più parti di essere sottotassato. Uno studio della Commissione europea mostra come i vantaggi del settore finanziario derivano invece dalla naturale composizione del mercato e dalle numerose barriere all'ingresso. Nella terza parte, l'imposta viene analizzata in ottica comparata: si confrontano misure simili esistenti e/o attualmente abbandonate o incompatibili con la Proposta di Direttiva europea. L'analisi, che rappresenta il fulcro della trattazione, parte dalla ratio giuridica sottesa alla Proposta di Direttiva, traccia un profilo evolutivo di quest'ultima, enuclea gli obiettivi e i principi di fondo che animano la Proposta e ne evidenzia le carenze normative, i pericoli di doppia imposizione internazionale giuridica ed economica e le strategie elusive che potrebbero essere applicate dai soggetti imponibili in seguito all'entrata in vigore della stessa, prevista per il 1° gennaio 2014. Un capitolo è dedicato all'efficacia dell'imposta nel garantire il raggiungimento degli obiettivi della Commissione (anche in luce dell'attuale quadro socio-politico), alle possibili misure alternative, alla destinazione del gettito, nonchè all'importanza della formulazione giuridica dell'imposta per garantirne il corretto funzionamento. In conclusione, il capitolo della correlazione si occupa dell'incidenza dell'imposta sui clienti finali delle istituzioni finanziarie e del comportamento di un investitore razionale in seguito all'introduzione dell'imposta.
L'Imposta sulle Transazioni Finanziarie: problemi e prospettive nell'Unione Europea
BOCCARDO, SERENA
2011/2012
Abstract
Scopo di questa tesi di laurea è analizzare la Proposta di modifica della Direttiva 2008/7/CE concernente l'imposizione delle transazioni finanziarie dei soggetti residenti nell'Unione Europea, recentemente approvata nella forma della "cooperazione rafforzata" da 11 Stati membri dell'UE. L'Imposta sulle transazioni finanziarie (ITF) rappresenta uno strumento fiscale nuovo per l'Unione sotto vari punti di vista, primo tra tutti in quanto rappresenterà un canale di finanziamento autonomo del bilancio comunitario, significativo primo passo verso una maggior integrazione europea sotto il profilo fiscale. In secondo luogo, quest'imposta rappresenta una modalità di coordinamento delle imposte indirette a livello comunitario, in quanto espressione della volontà di creare un level playing field tra gli Stati dell'Unione: a seguito degli eccessi speculativi del 2007-2008, molti di essi avevano adottato unilateralmente misure simili ma scoordinate tra loro, generando frammentazione all'interno del mercato interno europeo dei servizi finanziari. In terzo luogo, l'imposta sulle transazioni finanziarie è una misura di politica fiscale la cui efficacia, sia dal punto di vista della riduzione della speculazione finanziaria che della redistribuzione del carico impositivo a sfavore del settore finanziario, è dubbia ed è quindi lecito un approfondimento, anche in considerazione della recente approvazione da parte dello Stato italiano. La prima parte della trattazione prende in esame l'approccio comunitario alla materia fiscale, l'accidentato percorso di armonizzazione della stessa, specialmente in materia di imposte dirette, e auspica di andare verso una maggior devoluzione di sovranità fiscale all'Unione. Una seconda parte prende in esame la questione della tassazione del settore finanziario, accusato da più parti di essere sottotassato. Uno studio della Commissione europea mostra come i vantaggi del settore finanziario derivano invece dalla naturale composizione del mercato e dalle numerose barriere all'ingresso. Nella terza parte, l'imposta viene analizzata in ottica comparata: si confrontano misure simili esistenti e/o attualmente abbandonate o incompatibili con la Proposta di Direttiva europea. L'analisi, che rappresenta il fulcro della trattazione, parte dalla ratio giuridica sottesa alla Proposta di Direttiva, traccia un profilo evolutivo di quest'ultima, enuclea gli obiettivi e i principi di fondo che animano la Proposta e ne evidenzia le carenze normative, i pericoli di doppia imposizione internazionale giuridica ed economica e le strategie elusive che potrebbero essere applicate dai soggetti imponibili in seguito all'entrata in vigore della stessa, prevista per il 1° gennaio 2014. Un capitolo è dedicato all'efficacia dell'imposta nel garantire il raggiungimento degli obiettivi della Commissione (anche in luce dell'attuale quadro socio-politico), alle possibili misure alternative, alla destinazione del gettito, nonchè all'importanza della formulazione giuridica dell'imposta per garantirne il corretto funzionamento. In conclusione, il capitolo della correlazione si occupa dell'incidenza dell'imposta sui clienti finali delle istituzioni finanziarie e del comportamento di un investitore razionale in seguito all'introduzione dell'imposta.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/47213