La recente guerra in Iraq e l'attuale conflitto in Siria hanno riportato la questione curda all'attenzione della comunità internazionale dopo decenni di relativo disinteresse, ovviamente senza che questo abbia significato un abbassamento del livello degli scontri tra le parti in causa. Nonostante l'oggettiva e storica divisione dei movimenti curdi, quasi mai in grado di unirsi politicamente valicando i confini, i due eventi citati in precedenza sembrano aver ridato nuove speranze di indipendenza a questa minoranza: emblematico è il caso del Kurdistan iracheno, anche chiamato Regione autonoma del Kurdistan, dove non solo troviamo ufficialmente per la prima volta nella storia il termine ¿Kurdistan¿, ma nel quale si sta anche assistendo ad uno sviluppo economico e sociale notevole oltre che totalmente lontano dalla drammatica situazione nel resto del paese. Tutto questo non può che avere forti riflessi sulla Turchia, il paese dove vive la maggioranza dei curdi e dove la questione ha da sempre condizionato negativamente la vita di migliaia di persone oltre all'immagine internazionale dello stesso. ¿Ne mutlu Türküm diyene¿, si legge sulle mura esterne di molte scuole turche. Felice colui che si dice turco, uno dei motti di Atatürk che ancora sono impressi nella carne viva del paese. Colui che ¿si dice¿ turco, e non colui che è nato turco, come, sbagliando, traducono certi interpreti frettolosi. C'è quindi un'apertura che arriva fino allo straniero che si voglia considerare tale. Insomma, tutti turchi per non avere problemi. Il presente lavoro analizzerà la situazione della popolazione curda in Turchia, soffermandosi maggiormente sulle ultime due decadi e cercando di cogliere eventuali segnali di cambiamento futuro, sia per quanto riguarda le richieste della minoranza sia ragionando sulle risposte e il modo di affrontare il problema da parte dello stato turco. La tesi principale che si proverà a dimostrare è come la realtà dei rapporti tra i curdi e i turchi sia più complessa e piena di sfaccettature rispetto al comune sentire. Ben consapevoli dell'estrema difficoltà nell'arrivare ad una verità oggettiva e tanto meno trovare soluzioni immediate per la risoluzione della questione, si cercherà di descrivere il quadro in maniera il più possibile equilibrata. Per meglio inquadrare l'argomento principale si partirà con una breve storia del nazionalismo e delle sue principali teorie e correnti di pensiero, per poi proseguire con la specificità della realtà nazionalista turca approfondendo alcuni eventi e figure che hanno posto le basi per la sua nascita e condizionato lo sviluppo successivo con importanti e resistenti riflessi sulla Turchia attuale. Un paese non solo indubbiamente ¿giovane¿, essendo nato il 29 ottobre del 1923, ma che si presenta come un caso più unico che raro nell'area del Medio Oriente e del mondo islamico in generale, per via del netto distacco dal passato imperiale e dal rapidissimo avvicinamento culturale all'Occidente. Paese a stragrande maggioranza musulmana ma laico, da sempre ponte tra oriente ed occidente, a lungo acerrimo nemico dell'Europa cristiana ma da anni ormai candidato per l'ingresso nell'Unione europea, pur non volendo rinunciare ad un ruolo autonomo di potenza regionale, la Turchia si trova sempre di più a dover fare i conti con il proprio recente passato, affrontando anche quegli avvenimenti ambigui o oscuri che fino a qualche decennio fa venivano negati e cancellati dalla storia ufficiale.
La Questione Curda in Turchia: Indipendenza, Autonomia o Assimilazione?
BALMA, DIEGO
2011/2012
Abstract
La recente guerra in Iraq e l'attuale conflitto in Siria hanno riportato la questione curda all'attenzione della comunità internazionale dopo decenni di relativo disinteresse, ovviamente senza che questo abbia significato un abbassamento del livello degli scontri tra le parti in causa. Nonostante l'oggettiva e storica divisione dei movimenti curdi, quasi mai in grado di unirsi politicamente valicando i confini, i due eventi citati in precedenza sembrano aver ridato nuove speranze di indipendenza a questa minoranza: emblematico è il caso del Kurdistan iracheno, anche chiamato Regione autonoma del Kurdistan, dove non solo troviamo ufficialmente per la prima volta nella storia il termine ¿Kurdistan¿, ma nel quale si sta anche assistendo ad uno sviluppo economico e sociale notevole oltre che totalmente lontano dalla drammatica situazione nel resto del paese. Tutto questo non può che avere forti riflessi sulla Turchia, il paese dove vive la maggioranza dei curdi e dove la questione ha da sempre condizionato negativamente la vita di migliaia di persone oltre all'immagine internazionale dello stesso. ¿Ne mutlu Türküm diyene¿, si legge sulle mura esterne di molte scuole turche. Felice colui che si dice turco, uno dei motti di Atatürk che ancora sono impressi nella carne viva del paese. Colui che ¿si dice¿ turco, e non colui che è nato turco, come, sbagliando, traducono certi interpreti frettolosi. C'è quindi un'apertura che arriva fino allo straniero che si voglia considerare tale. Insomma, tutti turchi per non avere problemi. Il presente lavoro analizzerà la situazione della popolazione curda in Turchia, soffermandosi maggiormente sulle ultime due decadi e cercando di cogliere eventuali segnali di cambiamento futuro, sia per quanto riguarda le richieste della minoranza sia ragionando sulle risposte e il modo di affrontare il problema da parte dello stato turco. La tesi principale che si proverà a dimostrare è come la realtà dei rapporti tra i curdi e i turchi sia più complessa e piena di sfaccettature rispetto al comune sentire. Ben consapevoli dell'estrema difficoltà nell'arrivare ad una verità oggettiva e tanto meno trovare soluzioni immediate per la risoluzione della questione, si cercherà di descrivere il quadro in maniera il più possibile equilibrata. Per meglio inquadrare l'argomento principale si partirà con una breve storia del nazionalismo e delle sue principali teorie e correnti di pensiero, per poi proseguire con la specificità della realtà nazionalista turca approfondendo alcuni eventi e figure che hanno posto le basi per la sua nascita e condizionato lo sviluppo successivo con importanti e resistenti riflessi sulla Turchia attuale. Un paese non solo indubbiamente ¿giovane¿, essendo nato il 29 ottobre del 1923, ma che si presenta come un caso più unico che raro nell'area del Medio Oriente e del mondo islamico in generale, per via del netto distacco dal passato imperiale e dal rapidissimo avvicinamento culturale all'Occidente. Paese a stragrande maggioranza musulmana ma laico, da sempre ponte tra oriente ed occidente, a lungo acerrimo nemico dell'Europa cristiana ma da anni ormai candidato per l'ingresso nell'Unione europea, pur non volendo rinunciare ad un ruolo autonomo di potenza regionale, la Turchia si trova sempre di più a dover fare i conti con il proprio recente passato, affrontando anche quegli avvenimenti ambigui o oscuri che fino a qualche decennio fa venivano negati e cancellati dalla storia ufficiale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/47105