New media, especially social networks like Facebook, Instagram, etc. have a significant influence on the perception that young people, and in particular young women, have of their own body: the body becomes the main, most beautiful and profitable object of consumption. In social media, women appear young, thin, smooth, while hypermuscularity and height are valued for men. These representations, today, are the main cause of self-objectification and negative consequences on a physical and psychological level on young people ranging from eating disorders to mood disorders, anxiety disorders, difficulty in concentration and experiences of helplessness. This study aims to determine if and to what extent a more critical and aware view of what is seen in social media can represent a protective factor against the negative consequences of self-objectification. To this end, an experimental manipulation was used which envisages two conditions: the first is the media condition in which the participants are subjected to objectifying images that reflect those seen daily on social media while the second is the media vs reality condition in which the photos of the first condition are accompanied by their most real version without retouching, perfect lighting and particular poses. The target of the research is represented by 216 young adults (18-30) who were subjected to an online questionnaire differentiated on the basis of sex and, depending on this, the random choice of the research condition. The results showed, in accordance with the literature, strong gender differences that emerge regardless of the research condition chosen and, in addition, a general increase in positive moods in the average condition vs reality compared to those of the average condition. In light of this, therefore, the figure of the professional educator could and should represent a reference figure for young people in their path of knowledge of their body and awareness in the use of social networks. Key words: self-objectification, social networks, awareness.
I nuovi media, in particolare i social network come Facebook, Instagram, ecc. hanno una notevole influenza sulla percezione che i giovani, e in particolare le giovani donne, hanno del proprio corpo: il corpo diventa il principale, più bello e redditizio oggetto di consumo. Nei social media le donne appaiono giovani, sottili, levigate mentre per gli uomini vengono valorizzati l’ipermuscolarità e l'altezza. Tali rappresentazioni, oggi, sono la principale causa dell’auto-oggettivazione e delle conseguenze negative a livello fisico e psicologico sui giovani che vanno dai disturbi alimentari ai disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, difficoltà nella concentrazione e vissuti di impotenza. Il presente studio si pone come obiettivo quello di determinare se e in che misura una visione più critica e consapevole di ciò che si vede nei social media possa rappresentare un fattore protettivo verso le conseguenze negative dell’auto-oggettivazione. A tal fine è stata utilizzata una manipolazione sperimentale che prevede due condizioni: la prima è la condizione media in cui i partecipanti sono sottoposti a immagini oggettivanti che rispecchiano quelle che si vedono giornalmente sui social media mentre la seconda è la condizione media vs reality nella quale alle foto della prima condizione viene affiancata la loro versione più reale senza ritocchi, luci perfette e pose particolari. Il target della ricerca è rappresentato da 216 giovani adulti (18-30) che sono stati sottoposti ad un questionario online differenziato in base al sesso e, a seconda di questo, alla scelta casuale della condizione di ricerca. I risultati hanno mostrato, in accordo con la letteratura, forti differenze di genere che emergono a prescindere dalla condizione di ricerca scelta e, inoltre, un generale aumento degli stati d’animo positivi nella condizione media vs realtà rispetto a quelli della condizione media. Alla luce di questo, quindi, la figura dell’educatore professionale potrebbe e dovrebbe rappresentare una figura di riferimento per i giovani nel loro percorso di conoscenza del proprio corpo e di consapevolezza nell’utilizzo dei social network. Parole chiave: auto-oggettivazione, social network, consapevolezza
La consapevolezza come fattore protettivo dell'auto-oggettivazione: uno studio empirico
GALANTE, LAURA
2021/2022
Abstract
I nuovi media, in particolare i social network come Facebook, Instagram, ecc. hanno una notevole influenza sulla percezione che i giovani, e in particolare le giovani donne, hanno del proprio corpo: il corpo diventa il principale, più bello e redditizio oggetto di consumo. Nei social media le donne appaiono giovani, sottili, levigate mentre per gli uomini vengono valorizzati l’ipermuscolarità e l'altezza. Tali rappresentazioni, oggi, sono la principale causa dell’auto-oggettivazione e delle conseguenze negative a livello fisico e psicologico sui giovani che vanno dai disturbi alimentari ai disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, difficoltà nella concentrazione e vissuti di impotenza. Il presente studio si pone come obiettivo quello di determinare se e in che misura una visione più critica e consapevole di ciò che si vede nei social media possa rappresentare un fattore protettivo verso le conseguenze negative dell’auto-oggettivazione. A tal fine è stata utilizzata una manipolazione sperimentale che prevede due condizioni: la prima è la condizione media in cui i partecipanti sono sottoposti a immagini oggettivanti che rispecchiano quelle che si vedono giornalmente sui social media mentre la seconda è la condizione media vs reality nella quale alle foto della prima condizione viene affiancata la loro versione più reale senza ritocchi, luci perfette e pose particolari. Il target della ricerca è rappresentato da 216 giovani adulti (18-30) che sono stati sottoposti ad un questionario online differenziato in base al sesso e, a seconda di questo, alla scelta casuale della condizione di ricerca. I risultati hanno mostrato, in accordo con la letteratura, forti differenze di genere che emergono a prescindere dalla condizione di ricerca scelta e, inoltre, un generale aumento degli stati d’animo positivi nella condizione media vs realtà rispetto a quelli della condizione media. Alla luce di questo, quindi, la figura dell’educatore professionale potrebbe e dovrebbe rappresentare una figura di riferimento per i giovani nel loro percorso di conoscenza del proprio corpo e di consapevolezza nell’utilizzo dei social network. Parole chiave: auto-oggettivazione, social network, consapevolezzaFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/4684