Le ragioni che hanno portato alla stesura di questo lavoro di tesi sono legate alla situazione critica riguardante lo smaltimento dei rifiuti, che potrebbe essere risolta in parte per la provincia di Torino con la costruzione del termovalorizzatore di Gerbido. La valutazione di impatto ambientale e l'autorizzazione integrata ambientale hanno analizzato tutte le componenti ambientali, tra cui l'aria e le acque sotterranee, valutando i possibili impatti negativi. Lo scopo del presente lavoro di tesi è quello di fornire un esauriente quadro generale della situazione e svolgere una caratterizzazione dell'acquifero superficiale, nell'intorno del termovalorizzatore, ad una scala minore rispetto agli studi precedentemente effettuati. L'area vasta oggetto degli inquadramenti è la porzione di pianura torinese compresa tra il Fiume Dora Riparia, il Torrente Sangone, la catena alpina e la Collina di Torino, mentre l'area sulla quale è stata svolta l'attività di ricerca è quella compresa nel buffer di raggio 5 km, tracciato attorno al sito di costruzione del termovalorizzatore di Gerbido. L'analisi dei dati contenuti in precedenti studi ha riscontrato una qualità dell'aria non sempre elevata, con una forte produzione di inquinanti secondari come PM10, PM2,5, O3 e NO2, anche al di sopra dei limiti di legge. Per l'impianto di Gerbido è stato sviluppato un corposo piano di monitoraggio per il controllo dei prodotti aeriformi del processo di combustione, affiancato e perfezionato dall'installazione di una nuova centralina di rilevamento nel sito di maggior ricaduta. La parte sperimentale dell'elaborato è stata sviluppata in diverse fasi sequenziali, consistite nella ricerca di dati, nella progettazione ed esecuzione della ricerca di campo e nell'elaborazione dei dati raccolti. Le sei sezioni litostratigrafiche, che illustrano struttura e composizione del sottosuolo, hanno confermato le ricostruzioni effettuate da precedenti studi, individuando come gli spessori dell'acquifero superficiale siano composti da ghiaie e sabbie con presenza di strati cementati non continui. Le quote rilevate per la base dell'acquifero superficiale variano localmente e sono comprese tra 196 m e 236 m. La carta piezometrica individua la direzione generale di movimento delle acque della falda superficiale nella pianura, che va da O-NO verso S-SE, con una variazione del livello piezometrico da 245 m a 217 m s.l.m.. La carta ha permesso inoltre di rilevare i rapporti di alimentazione mostrati dalla Dora Riparia e dal T. Sangone nella parte più occidentale dell'area e di evidenziare anche le possibili alterazioni della superficie piezometrica generate dallo sfruttamento della risorsa. La carta della soggiacenza ha mostrato come questa vari da un massimo di 65 m presso Collegno a un minimo di zero metri in corrispondenza dell'asta fluviale del Po. Le analisi chimico-fisiche hanno consentito l'individuazione della facies idrochimica dei campioni, prevalentemente bicarbonato-calcico-magnesiaca, mentre le carte idrochimiche hanno evidenziato la presenza di fenomeni di contaminazione, soprattutto da nitrati, confermando l'influenza delle attività umane sulla qualità della risorsa, come già documentato da diversi autori.
Studio geologico ambientale del settore di pianura torinese intorno al sito del termovalorizzatore di Gerbido
PIZZOLATO, MARCO
2011/2012
Abstract
Le ragioni che hanno portato alla stesura di questo lavoro di tesi sono legate alla situazione critica riguardante lo smaltimento dei rifiuti, che potrebbe essere risolta in parte per la provincia di Torino con la costruzione del termovalorizzatore di Gerbido. La valutazione di impatto ambientale e l'autorizzazione integrata ambientale hanno analizzato tutte le componenti ambientali, tra cui l'aria e le acque sotterranee, valutando i possibili impatti negativi. Lo scopo del presente lavoro di tesi è quello di fornire un esauriente quadro generale della situazione e svolgere una caratterizzazione dell'acquifero superficiale, nell'intorno del termovalorizzatore, ad una scala minore rispetto agli studi precedentemente effettuati. L'area vasta oggetto degli inquadramenti è la porzione di pianura torinese compresa tra il Fiume Dora Riparia, il Torrente Sangone, la catena alpina e la Collina di Torino, mentre l'area sulla quale è stata svolta l'attività di ricerca è quella compresa nel buffer di raggio 5 km, tracciato attorno al sito di costruzione del termovalorizzatore di Gerbido. L'analisi dei dati contenuti in precedenti studi ha riscontrato una qualità dell'aria non sempre elevata, con una forte produzione di inquinanti secondari come PM10, PM2,5, O3 e NO2, anche al di sopra dei limiti di legge. Per l'impianto di Gerbido è stato sviluppato un corposo piano di monitoraggio per il controllo dei prodotti aeriformi del processo di combustione, affiancato e perfezionato dall'installazione di una nuova centralina di rilevamento nel sito di maggior ricaduta. La parte sperimentale dell'elaborato è stata sviluppata in diverse fasi sequenziali, consistite nella ricerca di dati, nella progettazione ed esecuzione della ricerca di campo e nell'elaborazione dei dati raccolti. Le sei sezioni litostratigrafiche, che illustrano struttura e composizione del sottosuolo, hanno confermato le ricostruzioni effettuate da precedenti studi, individuando come gli spessori dell'acquifero superficiale siano composti da ghiaie e sabbie con presenza di strati cementati non continui. Le quote rilevate per la base dell'acquifero superficiale variano localmente e sono comprese tra 196 m e 236 m. La carta piezometrica individua la direzione generale di movimento delle acque della falda superficiale nella pianura, che va da O-NO verso S-SE, con una variazione del livello piezometrico da 245 m a 217 m s.l.m.. La carta ha permesso inoltre di rilevare i rapporti di alimentazione mostrati dalla Dora Riparia e dal T. Sangone nella parte più occidentale dell'area e di evidenziare anche le possibili alterazioni della superficie piezometrica generate dallo sfruttamento della risorsa. La carta della soggiacenza ha mostrato come questa vari da un massimo di 65 m presso Collegno a un minimo di zero metri in corrispondenza dell'asta fluviale del Po. Le analisi chimico-fisiche hanno consentito l'individuazione della facies idrochimica dei campioni, prevalentemente bicarbonato-calcico-magnesiaca, mentre le carte idrochimiche hanno evidenziato la presenza di fenomeni di contaminazione, soprattutto da nitrati, confermando l'influenza delle attività umane sulla qualità della risorsa, come già documentato da diversi autori.File | Dimensione | Formato | |
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