L'elaborato tratta dell'assistenza sanitaria integrativa e in particolare si concentra sull'azione dei fondi sanitari integrativi istituiti dalla contrattazione collettiva e aziendale che recentemente stanno assumendo un ruolo sempre più importante nell'ambito della sanità italiana. I Contratti collettivi e aziendali, con frequenza crescente negli ultimi anni, tendono ad inserire al proprio interno specifiche clausole che prevedono l'istituzione di un fondo sanitario integrativo di settore, categoriale oppure aziendale, a cui devono essere obbligatoriamente iscritti i lavoratori dipendenti (solitamente quelli con contratti "stabili"), finanziato con contributi a carico del datore di lavoro e, a volte, del lavoratore assistito. Tali fondi erogano a favore dei lavoratori dipendenti iscritti, prestazioni integrative (ma anche complementari e sostitutive) a quelle fornite dal Servizio Sanitario Nazionale. Nella tesi si affronta il dibattito circa lo sviluppo di quello che è stato definito il Secondo Pilastro della sanità italiana: le ragioni dei sostenitori che vedono nei fondi integrativi l'unico strumento per evitare che i tagli alla spesa pubblica possano tradursi in ingenti aumenti della spesa sanitaria privata out of pocket e per garantire la sostenibilità dello stesso Ssn, si scontrano con le ragioni di chi teme che si giunga così ad un aumento delle ineguaglianze e delle iniquità e ad una perdita dell'universalismo con il conseguente depauperamento dei principi fondamentali su cui proprio il Ssn si basa. La questione è molto complessa in quanto oltre a riguardare i già difficili equilibri della spesa sanitaria pubblica e privata, i mercati dell'industria della salute e dell'industria assicurativa, coinvolge inevitabilmente anche il mercato del lavoro.

I fondi di assistenza sanitaria integrativa: il ruolo della contrattazione collettiva e gli interrogativi circa l'assetto multipilastro nella sanità italiana

ROSSATTO, ILARIA
2012/2013

Abstract

L'elaborato tratta dell'assistenza sanitaria integrativa e in particolare si concentra sull'azione dei fondi sanitari integrativi istituiti dalla contrattazione collettiva e aziendale che recentemente stanno assumendo un ruolo sempre più importante nell'ambito della sanità italiana. I Contratti collettivi e aziendali, con frequenza crescente negli ultimi anni, tendono ad inserire al proprio interno specifiche clausole che prevedono l'istituzione di un fondo sanitario integrativo di settore, categoriale oppure aziendale, a cui devono essere obbligatoriamente iscritti i lavoratori dipendenti (solitamente quelli con contratti "stabili"), finanziato con contributi a carico del datore di lavoro e, a volte, del lavoratore assistito. Tali fondi erogano a favore dei lavoratori dipendenti iscritti, prestazioni integrative (ma anche complementari e sostitutive) a quelle fornite dal Servizio Sanitario Nazionale. Nella tesi si affronta il dibattito circa lo sviluppo di quello che è stato definito il Secondo Pilastro della sanità italiana: le ragioni dei sostenitori che vedono nei fondi integrativi l'unico strumento per evitare che i tagli alla spesa pubblica possano tradursi in ingenti aumenti della spesa sanitaria privata out of pocket e per garantire la sostenibilità dello stesso Ssn, si scontrano con le ragioni di chi teme che si giunga così ad un aumento delle ineguaglianze e delle iniquità e ad una perdita dell'universalismo con il conseguente depauperamento dei principi fondamentali su cui proprio il Ssn si basa. La questione è molto complessa in quanto oltre a riguardare i già difficili equilibri della spesa sanitaria pubblica e privata, i mercati dell'industria della salute e dell'industria assicurativa, coinvolge inevitabilmente anche il mercato del lavoro.
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