Il giornale quotidiano è stato il primo grande mezzo di diffusione di massa: le sue pagine sono state testimoni dei più grandi eventi della storia, i suoi articoli hanno diffuso ideali e lanciato messaggi di protesta, tra le sue colonne si sono raccontati i fatti di cronaca di più e più generazioni, attraverso le sue righe si è gioito o ci si è spaventati, insomma il quotidiano nella storia moderna è sempre stato un ¿compagno¿ nella vita di ogni giorno ed oggi è uno dei prodotti più diffusi e utilizzati al mondo, perché la sua funzione di informatore , mediatore e illustratore è imprescindibile dalla natura umana di ¿animale sociale¿. Nonostante la centenaria superiorità della carta stampata e il fascino ¿romantico¿ che risiede ancora nel semplice gesto dello sfogliare le grandi pagine grigie, il recente presente rappresenta un bivio nella storia del giornale cartaceo, infatti la crisi economica e la diffusione capillare delle nuove tecnologie informatiche stanno progressivamente distogliendo gli interessi dei lettori e degli stakeholders dell'editoria da questo grande mezzo di diffusione di massa. Nonostante tutto l'industria dei quotidiani ancora oggi conserva un peso rilevante nel più vasto mondo della comunicazione (in tutti i paesi industrializzati è il secondo canale per volume d'affari, dietro solo la televisione), ma è tuttavia opinione condivisa che tale industria necessiti di cambiamenti strutturali per rimanere ¿al passo con i tempi¿. Dal punto di vista della politica industriale, in accordo con la letteratura economica, l'industria dei giornali quotidiani rappresenta un tipo di concorrenza oligopolistica, caratterizzata da una profonda differenziazione del bene prodotto e dalla presenza di importanti economie di scala, che negli anni hanno contribuito alla determinazione di barriere all'entrata. Ondate di fusioni e acquisizioni, attraverso processi di integrazione orizzontale nel segmento dell'editoria o nei vari settori della comunicazione, hanno fatto divenire, nel corso della storia, l'industria dei quotidiani uno dei comparti con la più elevata concentrazione del mercato. Se a livello nazionale la competizione sembra rispettare le corrette dinamiche concorrenziali e mostrare una struttura di mercato relativamente frammentata, a livello locale e in alcune determinate aree geografiche italiane la situazione che si presenta è all'opposto: pochi quotidiani si spartiscono il mercato disponibile, dimostrando in alcuni casi elevate posizioni di dominanza. Vista la comprovata importanza del quotidiano, l'Autorità antitrust italiana ha ritenuto fondamentale garantire il corretto svolgimento delle dinamiche concorrenziali all'interno del suo mercato di riferimento, ed in secondo luogo difendere e tutelare il naturale diritto al pluralismo dell'informazione.
L'industria dei quotidiani - Concentrazione e aspetti di concorrenza
PASSET, LUCA
2012/2013
Abstract
Il giornale quotidiano è stato il primo grande mezzo di diffusione di massa: le sue pagine sono state testimoni dei più grandi eventi della storia, i suoi articoli hanno diffuso ideali e lanciato messaggi di protesta, tra le sue colonne si sono raccontati i fatti di cronaca di più e più generazioni, attraverso le sue righe si è gioito o ci si è spaventati, insomma il quotidiano nella storia moderna è sempre stato un ¿compagno¿ nella vita di ogni giorno ed oggi è uno dei prodotti più diffusi e utilizzati al mondo, perché la sua funzione di informatore , mediatore e illustratore è imprescindibile dalla natura umana di ¿animale sociale¿. Nonostante la centenaria superiorità della carta stampata e il fascino ¿romantico¿ che risiede ancora nel semplice gesto dello sfogliare le grandi pagine grigie, il recente presente rappresenta un bivio nella storia del giornale cartaceo, infatti la crisi economica e la diffusione capillare delle nuove tecnologie informatiche stanno progressivamente distogliendo gli interessi dei lettori e degli stakeholders dell'editoria da questo grande mezzo di diffusione di massa. Nonostante tutto l'industria dei quotidiani ancora oggi conserva un peso rilevante nel più vasto mondo della comunicazione (in tutti i paesi industrializzati è il secondo canale per volume d'affari, dietro solo la televisione), ma è tuttavia opinione condivisa che tale industria necessiti di cambiamenti strutturali per rimanere ¿al passo con i tempi¿. Dal punto di vista della politica industriale, in accordo con la letteratura economica, l'industria dei giornali quotidiani rappresenta un tipo di concorrenza oligopolistica, caratterizzata da una profonda differenziazione del bene prodotto e dalla presenza di importanti economie di scala, che negli anni hanno contribuito alla determinazione di barriere all'entrata. Ondate di fusioni e acquisizioni, attraverso processi di integrazione orizzontale nel segmento dell'editoria o nei vari settori della comunicazione, hanno fatto divenire, nel corso della storia, l'industria dei quotidiani uno dei comparti con la più elevata concentrazione del mercato. Se a livello nazionale la competizione sembra rispettare le corrette dinamiche concorrenziali e mostrare una struttura di mercato relativamente frammentata, a livello locale e in alcune determinate aree geografiche italiane la situazione che si presenta è all'opposto: pochi quotidiani si spartiscono il mercato disponibile, dimostrando in alcuni casi elevate posizioni di dominanza. Vista la comprovata importanza del quotidiano, l'Autorità antitrust italiana ha ritenuto fondamentale garantire il corretto svolgimento delle dinamiche concorrenziali all'interno del suo mercato di riferimento, ed in secondo luogo difendere e tutelare il naturale diritto al pluralismo dell'informazione.File | Dimensione | Formato | |
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