This paper has the ultimate goal through the analysis of a concrete case, the Piedmontese case of the Solvay chemical center in Spinetta Marengo, to try to understand what could be an effective solution that allows us to unmask the white-collar criminals who commit crimes environmental issues within corporates and make them aware and responsible for the crimes (huge environmental damage with consequences on human health) before the victims (workers and inhabitants of the polluted area) and public opinion. In order to provide a complete and exhaustive discussion of the topic, it was deemed appropriate in the first chapter to give a definition of white collar crime and in particular of corporate crime in environmental matters, outlining the peculiar traits of white collar crime. In the second chapter we will begin to delve into the case study by historically and geographically framing the events of the Spinetta Marengo chemical plant, up to the so-called "chrome emergency" of 2008 which will lead to the beginning of the trial before the Law Court of Alessandria. The heart of the work will take place in the following chapters: the third chapter is dedicated to the analysis of criminalization and victimization processes and neutralization techniques. From reading the spontaneous declarations made by the defendants in the hearing of 20 April 2015 we will try to understand the accounts and neutralization techniques they use to not feel like criminals and try to avoid stigmatization despite having carried out criminally relevant behaviour. In the fourth chapter we will see what the perception of the damage of environmental crimes is through the experiences of the victims, in particular through the stories of the civil parties in the Solvay trial, in a context in which information relating to contamination is scarce and uncertain. The fifth chapter will be dedicated to the problem of white collar impunity, we will ask ourselves what are the factors that allow criminals to get away with crime and we will try to understand why the law is not the same for everyone. Finally, in the sixth chapter we will carry out an etiological analysis to discover what the causes of white-collar crime are with particular regard to environmental matters and we will try to understand what the most effective control strategies are to combat them, we will make an evaluation of the effectiveness of the corporate social responsibility policies and we will also evaluate whether other ways other than the judicial one are viable to combat this type of crime. We can conclude that the observation of cases of corporate crime on environmental issues and in particular the events linked to the Solvay case of Spinetta Marengo, pushes us to a serious reflection on the fact that the belief according to which environmental corporate crimes (and more general white collar crime) should be treated and resolved by criminal law alone and not by sociology as well has not led to the expected and hoped for results. The outcomes of the events relating to environmental crimes from the beginning of the twentieth century to the present day, which have seen in almost all cases acquittal sentences for all the accused, make it clear that not addressing the problem with a sociological approach has proven to be a serious gap that it did not allow the problems of white collar crimes to be given due prominence.

Il presente elaborato si propone il fine ultimo attraverso l'analisi di un caso concreto, il caso piemontese del polo chimico Solvay di Spinetta Marengo, di provare a capire quale potrebbe essere una soluzione efficace che consenta di smascherare i criminali dal colletto bianco che compiono crimini ambientali all’interno di corporate e renderli consci e responsabili dei crimini (ingenti danni ambientali con conseguenze sulla salute umana) davanti alle vittime (lavoratori ed abitanti dell’area inquinata) ed all'opinione pubblica. Allo scopo di fornire una trattazione completa ed esauriente del tema si è ritenuto opportuno nel primo capitolo dare una definizione di white collar crime ed in particolare di corporate crime in materia ambientale delineando i tratti di peculiarità della criminalità dei colletti bianchi. Nel secondo capitolo inizieremo ad addentrarci nel case study inquadrando storicamente e geograficamente le vicende dello stabilimento chimico di Spinetta Marengo, fino ad arrivare alla cosiddetta “emergenza cromo” del 2008 che porterà all’inizio del processo dinanzi alla Corte d’Assise di Alessandria. Il cuore del lavoro si svolgerà nei successivi capitoli: il terzo capitolo è dedicato all’analisi dei processi di criminalizzazione e vittimizzazione e alle tecniche di neutralizzazione. Dalla lettura delle dichiarazioni spontanee rese dagli imputati nell'udienza del 20 aprile 2015 tenteremo di capire quali sono i resoconti e le tecniche di neutralizzazione che essi utilizzano per non sentirsi dei criminali e cercare di evitare la stigmatizzazione pur avendo posto in essere comportamenti penalmente rilevanti. Nel capitolo quarto vedremo qual’è la percezione del danno dei crimini ambientali attraverso il vissuto delle vittime in particolare attraverso i racconti delle parti civili del processo Solvay, in un contesto in cui le informazioni relative alla contaminazione sono scarse e poco certe. Il capitolo quinto sarà dedicato al problema dell’impunità dei colletti bianchi, ci chiederemo quali sono i fattori che consentono ai criminali di farla franca e cercheremo di capire perché la legge non è uguale per tutti. Infine nel capitolo sesto si effettuerà un’analisi eziologica per scoprire quali sono le cause della criminalità dei colletti bianchi con particolare riguardo alla materia ambientale e si cercherà di capire quali sono le strategie di controllo più efficaci per contrastarli, faremo una valutazione sull’efficacia delle politiche di responsabilità sociale d’impresa e valuteremo anche se sono percorribili altre vie diverse da quella giudiziaria per contrastare tale genere di criminalità. Possiamo concludere che l’osservazione di casi di criminalità d’impresa in tema ambientale ed in particolare le vicende legate al caso Solvay di Spinetta Marengo, ci spinge ad una seria riflessione sul fatto che la credenza secondo cui gli environmental corporate crime (e più in generale i white collar crime) debbano essere trattati e risolti dal solo diritto penale e non piuttosto anche dalla sociologia non abbia portato ai risultati previsti e sperati. Gli esiti delle vicende relative a reati ambientali dagli inizi del Novecento ai giorni nostri, che hanno visto nella quasi totalità dei casi sentenze di assoluzione di tutti gli imputati, fanno capire che non affrontare il problema con un approccio sociologico si è rivelata una grave lacuna che non ha consentito di porre nel dovuto risalto le problematiche dei crimini dei colletti bianchi.

Criminalità dei colletti bianchi e reati ambientali: un caso piemontese

SCAGLIA, ANTONELLA
2023/2024

Abstract

Il presente elaborato si propone il fine ultimo attraverso l'analisi di un caso concreto, il caso piemontese del polo chimico Solvay di Spinetta Marengo, di provare a capire quale potrebbe essere una soluzione efficace che consenta di smascherare i criminali dal colletto bianco che compiono crimini ambientali all’interno di corporate e renderli consci e responsabili dei crimini (ingenti danni ambientali con conseguenze sulla salute umana) davanti alle vittime (lavoratori ed abitanti dell’area inquinata) ed all'opinione pubblica. Allo scopo di fornire una trattazione completa ed esauriente del tema si è ritenuto opportuno nel primo capitolo dare una definizione di white collar crime ed in particolare di corporate crime in materia ambientale delineando i tratti di peculiarità della criminalità dei colletti bianchi. Nel secondo capitolo inizieremo ad addentrarci nel case study inquadrando storicamente e geograficamente le vicende dello stabilimento chimico di Spinetta Marengo, fino ad arrivare alla cosiddetta “emergenza cromo” del 2008 che porterà all’inizio del processo dinanzi alla Corte d’Assise di Alessandria. Il cuore del lavoro si svolgerà nei successivi capitoli: il terzo capitolo è dedicato all’analisi dei processi di criminalizzazione e vittimizzazione e alle tecniche di neutralizzazione. Dalla lettura delle dichiarazioni spontanee rese dagli imputati nell'udienza del 20 aprile 2015 tenteremo di capire quali sono i resoconti e le tecniche di neutralizzazione che essi utilizzano per non sentirsi dei criminali e cercare di evitare la stigmatizzazione pur avendo posto in essere comportamenti penalmente rilevanti. Nel capitolo quarto vedremo qual’è la percezione del danno dei crimini ambientali attraverso il vissuto delle vittime in particolare attraverso i racconti delle parti civili del processo Solvay, in un contesto in cui le informazioni relative alla contaminazione sono scarse e poco certe. Il capitolo quinto sarà dedicato al problema dell’impunità dei colletti bianchi, ci chiederemo quali sono i fattori che consentono ai criminali di farla franca e cercheremo di capire perché la legge non è uguale per tutti. Infine nel capitolo sesto si effettuerà un’analisi eziologica per scoprire quali sono le cause della criminalità dei colletti bianchi con particolare riguardo alla materia ambientale e si cercherà di capire quali sono le strategie di controllo più efficaci per contrastarli, faremo una valutazione sull’efficacia delle politiche di responsabilità sociale d’impresa e valuteremo anche se sono percorribili altre vie diverse da quella giudiziaria per contrastare tale genere di criminalità. Possiamo concludere che l’osservazione di casi di criminalità d’impresa in tema ambientale ed in particolare le vicende legate al caso Solvay di Spinetta Marengo, ci spinge ad una seria riflessione sul fatto che la credenza secondo cui gli environmental corporate crime (e più in generale i white collar crime) debbano essere trattati e risolti dal solo diritto penale e non piuttosto anche dalla sociologia non abbia portato ai risultati previsti e sperati. Gli esiti delle vicende relative a reati ambientali dagli inizi del Novecento ai giorni nostri, che hanno visto nella quasi totalità dei casi sentenze di assoluzione di tutti gli imputati, fanno capire che non affrontare il problema con un approccio sociologico si è rivelata una grave lacuna che non ha consentito di porre nel dovuto risalto le problematiche dei crimini dei colletti bianchi.
White collar crimes and environmental crimes: a Piedmont legal case
This paper has the ultimate goal through the analysis of a concrete case, the Piedmontese case of the Solvay chemical center in Spinetta Marengo, to try to understand what could be an effective solution that allows us to unmask the white-collar criminals who commit crimes environmental issues within corporates and make them aware and responsible for the crimes (huge environmental damage with consequences on human health) before the victims (workers and inhabitants of the polluted area) and public opinion. In order to provide a complete and exhaustive discussion of the topic, it was deemed appropriate in the first chapter to give a definition of white collar crime and in particular of corporate crime in environmental matters, outlining the peculiar traits of white collar crime. In the second chapter we will begin to delve into the case study by historically and geographically framing the events of the Spinetta Marengo chemical plant, up to the so-called "chrome emergency" of 2008 which will lead to the beginning of the trial before the Law Court of Alessandria. The heart of the work will take place in the following chapters: the third chapter is dedicated to the analysis of criminalization and victimization processes and neutralization techniques. From reading the spontaneous declarations made by the defendants in the hearing of 20 April 2015 we will try to understand the accounts and neutralization techniques they use to not feel like criminals and try to avoid stigmatization despite having carried out criminally relevant behaviour. In the fourth chapter we will see what the perception of the damage of environmental crimes is through the experiences of the victims, in particular through the stories of the civil parties in the Solvay trial, in a context in which information relating to contamination is scarce and uncertain. The fifth chapter will be dedicated to the problem of white collar impunity, we will ask ourselves what are the factors that allow criminals to get away with crime and we will try to understand why the law is not the same for everyone. Finally, in the sixth chapter we will carry out an etiological analysis to discover what the causes of white-collar crime are with particular regard to environmental matters and we will try to understand what the most effective control strategies are to combat them, we will make an evaluation of the effectiveness of the corporate social responsibility policies and we will also evaluate whether other ways other than the judicial one are viable to combat this type of crime. We can conclude that the observation of cases of corporate crime on environmental issues and in particular the events linked to the Solvay case of Spinetta Marengo, pushes us to a serious reflection on the fact that the belief according to which environmental corporate crimes (and more general white collar crime) should be treated and resolved by criminal law alone and not by sociology as well has not led to the expected and hoped for results. The outcomes of the events relating to environmental crimes from the beginning of the twentieth century to the present day, which have seen in almost all cases acquittal sentences for all the accused, make it clear that not addressing the problem with a sociological approach has proven to be a serious gap that it did not allow the problems of white collar crimes to be given due prominence.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/465