Quale era l'immagine femminile proposta tra gli anni '20 e gli anni '30? Nell'approfondire questo ambito si è deciso di analizzare il periodico mensile "Sovrana", pubblicato a Milano dal 1927 e trasformato nel 1938 in "Grazia", rotocalco settimanale edito ancora oggi. La scelta di indagare questo tipo di fonte deriva dalla convinzione che studiare la storia della stampa femminile possa essere un utile strumento per far luce sulla quotidianità delle italiane, e quindi approfondire una storia, quella delle donne, ritenuta spesso marginale e secondaria. In particolare le riviste femminili del ventennio, ambito ancora poco esplorato, costituiscono uno specchio ed un palcoscenico privilegiato per comprendere i modelli culturali che agiscono nell'immaginario collettivo. L'arco di tempo considerato va dal 1927 al 1938, riguarda cioè il periodo della dittatura, durante il quale il fascismo volle riportare le donne a un ruolo tradizionale. Attraverso leggi e campagne di propaganda (tra cui quella demografica e quella autarchica) il regime cercò infatti di frenare le forme di comportamento più libere che le italiane avevano assunto dopo l'esperienza della prima guerra mondiale e di limitare il diffondersi di modelli emancipati veicolati dalla nuova cultura di massa. Inoltre gli anni '20 e '30 segnano una tappa fondamentale perché furono il punto di arrivo di un percorso di innovazione e massificazione della stampa sviluppatosi tra Otto e Novecento. Grazie alla crescente alfabetizzazione e alle nuove tecniche tipografiche, le riviste conobbero una diffusione fino ad allora inusitata, con una considerevole fioritura del settore dei femminili. Sovrana, nata con un impianto piuttosto tradizionale, risentì dei cambiamenti in atto, e dopo alcuni rinnovamenti nella forma e nei contenuti, venne infine trasformata nel moderno rotocalco Grazia. Attraverso l'analisi del periodico, si è cercato di indagare la sfaccettata immagine femminile presente sui media del tempo, a dispetto del modello monocorde e stereotipato proposto dal fascismo di ¿custode della casa e degli affetti¿, ¿sposa e madre esemplare¿. Il ruolo femminile nella società fu infatti più complesso e diversificato rispetto ai proclami ufficiali, e durante la ricerca si è provato a vedere laddove l'immagine femminile proposta dalla rivista si discosti un po' da quella propagandata. Nonostante i continui richiami del regime alla tradizione, l'immagine più suggerita dalla rivista era quella di una signora moderna e raffinata, che viveva il suo tempo, attenta alla moda, alla cosmesi e amante degli sport.
La figura femminile durante il fascismo attraverso l'analisi della rivista Sovrana (1927 - 1938)
LUCCO BORLERA, ELENA
2011/2012
Abstract
Quale era l'immagine femminile proposta tra gli anni '20 e gli anni '30? Nell'approfondire questo ambito si è deciso di analizzare il periodico mensile "Sovrana", pubblicato a Milano dal 1927 e trasformato nel 1938 in "Grazia", rotocalco settimanale edito ancora oggi. La scelta di indagare questo tipo di fonte deriva dalla convinzione che studiare la storia della stampa femminile possa essere un utile strumento per far luce sulla quotidianità delle italiane, e quindi approfondire una storia, quella delle donne, ritenuta spesso marginale e secondaria. In particolare le riviste femminili del ventennio, ambito ancora poco esplorato, costituiscono uno specchio ed un palcoscenico privilegiato per comprendere i modelli culturali che agiscono nell'immaginario collettivo. L'arco di tempo considerato va dal 1927 al 1938, riguarda cioè il periodo della dittatura, durante il quale il fascismo volle riportare le donne a un ruolo tradizionale. Attraverso leggi e campagne di propaganda (tra cui quella demografica e quella autarchica) il regime cercò infatti di frenare le forme di comportamento più libere che le italiane avevano assunto dopo l'esperienza della prima guerra mondiale e di limitare il diffondersi di modelli emancipati veicolati dalla nuova cultura di massa. Inoltre gli anni '20 e '30 segnano una tappa fondamentale perché furono il punto di arrivo di un percorso di innovazione e massificazione della stampa sviluppatosi tra Otto e Novecento. Grazie alla crescente alfabetizzazione e alle nuove tecniche tipografiche, le riviste conobbero una diffusione fino ad allora inusitata, con una considerevole fioritura del settore dei femminili. Sovrana, nata con un impianto piuttosto tradizionale, risentì dei cambiamenti in atto, e dopo alcuni rinnovamenti nella forma e nei contenuti, venne infine trasformata nel moderno rotocalco Grazia. Attraverso l'analisi del periodico, si è cercato di indagare la sfaccettata immagine femminile presente sui media del tempo, a dispetto del modello monocorde e stereotipato proposto dal fascismo di ¿custode della casa e degli affetti¿, ¿sposa e madre esemplare¿. Il ruolo femminile nella società fu infatti più complesso e diversificato rispetto ai proclami ufficiali, e durante la ricerca si è provato a vedere laddove l'immagine femminile proposta dalla rivista si discosti un po' da quella propagandata. Nonostante i continui richiami del regime alla tradizione, l'immagine più suggerita dalla rivista era quella di una signora moderna e raffinata, che viveva il suo tempo, attenta alla moda, alla cosmesi e amante degli sport.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
305888_tesi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
8.43 MB
Formato
Adobe PDF
|
8.43 MB | Adobe PDF |
Se sei interessato/a a consultare l'elaborato, vai nella sezione Home in alto a destra, dove troverai le informazioni su come richiederlo. I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/46478