L'immaginario dell'attuale pubblico è simile ad una pagina bianca da riempire di narrazioni, personaggi e dialoghi:in ogni prodotto mediale è fondamentale la presenza di spazi liberi da lasciar completare al pubblico, servono contenuti extra perché esso possa soddisfare le proprie curiosità, rimandi che vadano al di là del singolo episodio di una serie televisiva e che stimolino la creatività e l'inventiva dell'audience, che inneschino il piacere della serialità, della ripetizione, ma anche un senso di novità. È proprio nel momento in cui il mondo del broadcasting, degli studi accademici e del pubblico si incontrano che nasce qualcosa di stupefacente: i broadcaster creano materiali per l'audience, l'audience, dal canto suo, li assimila, manipola, plasma a sua immagine e somiglianza, il mondo accademico ne studia gli aspetti, le dinamiche e le conseguenze. Mai il confine tra produttori, consumatori e industria dei media è stato così labile:a partire dai testi primari e dai testi secondari, il fandom crea testi terziari da condividere rafforzando la propria identità di intelligenza collettiva. I fan, prima etichettati come una categoria ai limiti della patologia, diventano, così, prima pubblico di nicchia, poi subcultura, textual poachers, e, infine, textual performer, creatori attivi di testi mediali. Nell'era della convergenza mediale, della transmedialità e della crossmedialità, il fandom affonda le radici: fan art, fan fiction e video prodotti dagli appassionati affollano la rete e fanno concorrenza ai prodotti del broadcasting. Fioriscono occasioni d'incontro e di scambio, community, forum, blog, pagine sui social media create da utenti per utenti. Il pubblico non è più composto da elementi passivi, "couch potatoes" totalmente succubi dei media, ma l'audience è popolata da fan attivi, partecipi, coinvolti:fan, fanatici, fandom.
Fan, fanatici e fandom
FIORITO, ILARIA
2012/2013
Abstract
L'immaginario dell'attuale pubblico è simile ad una pagina bianca da riempire di narrazioni, personaggi e dialoghi:in ogni prodotto mediale è fondamentale la presenza di spazi liberi da lasciar completare al pubblico, servono contenuti extra perché esso possa soddisfare le proprie curiosità, rimandi che vadano al di là del singolo episodio di una serie televisiva e che stimolino la creatività e l'inventiva dell'audience, che inneschino il piacere della serialità, della ripetizione, ma anche un senso di novità. È proprio nel momento in cui il mondo del broadcasting, degli studi accademici e del pubblico si incontrano che nasce qualcosa di stupefacente: i broadcaster creano materiali per l'audience, l'audience, dal canto suo, li assimila, manipola, plasma a sua immagine e somiglianza, il mondo accademico ne studia gli aspetti, le dinamiche e le conseguenze. Mai il confine tra produttori, consumatori e industria dei media è stato così labile:a partire dai testi primari e dai testi secondari, il fandom crea testi terziari da condividere rafforzando la propria identità di intelligenza collettiva. I fan, prima etichettati come una categoria ai limiti della patologia, diventano, così, prima pubblico di nicchia, poi subcultura, textual poachers, e, infine, textual performer, creatori attivi di testi mediali. Nell'era della convergenza mediale, della transmedialità e della crossmedialità, il fandom affonda le radici: fan art, fan fiction e video prodotti dagli appassionati affollano la rete e fanno concorrenza ai prodotti del broadcasting. Fioriscono occasioni d'incontro e di scambio, community, forum, blog, pagine sui social media create da utenti per utenti. Il pubblico non è più composto da elementi passivi, "couch potatoes" totalmente succubi dei media, ma l'audience è popolata da fan attivi, partecipi, coinvolti:fan, fanatici, fandom.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/46448