Il lavoro di tesi nasce dall'idea che le arti espressive, in particolare il teatro, abbiano delle potenzialità che nel tempo stanno influendo in campi non consueti. Aldilà dell'utilizzo di mero svago e intrattenimento, ad oggi l'espressione teatrale viene sfruttata a scopi terapeutici e risocializzanti. L'ipotesi di partenza prende vita dalla partecipazione attiva, come io-ausiliare, al gruppo di espressione teatrale con i detenuti nel Reparto di osservazione psichiatrica "Il Sestante", all'interno della casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. Lo scopo prefissato è quello di far emergere come questo tipo di attività, attraverso il mezzo espressivo teatrale, possa produrre dei cambiamenti nelle condizioni di vita di persone, le quali non si trovano recluse solo tra le mura di un istituto penitenziario ma anche tra le barriere e le difese erette da una malattia mentale. Ad oggi il teatro è tra le possibili attività trattamentali all'interno degli istituti penitenziari, con un uso sempre più ampio. Il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria (DAP) considera questo mezzo artistico un meta-obiettivo rispetto alla rieducazione e ne evidenzia la duplice funzionalità: terapeutica, lavorando sul corpo e sull'identità della persona, la quale tende perlopiù a rifugiarsi dietro elevate difese, ed educativo-socializzante, lavorando sui ¿ruoli¿ ricoperti nel corso della vita e attivando una maggiore propensione ai rapporti interpersonali. In una società basata sul conformismo, che tende sempre più alla disumanizzazione degli esseri umani, a renderli incapaci di essere genuini e creativi, è necessario il recupero della spontaneità tipica dell'età infantile, unico mezzo che può condurre ad un reale cambiamento.

Arte terapia: l'impatto dell'espressione teatrale sulle condizioni di vita dei detenuti del reparto "Il Sestante"

RESTIFO, GIUDITTA
2015/2016

Abstract

Il lavoro di tesi nasce dall'idea che le arti espressive, in particolare il teatro, abbiano delle potenzialità che nel tempo stanno influendo in campi non consueti. Aldilà dell'utilizzo di mero svago e intrattenimento, ad oggi l'espressione teatrale viene sfruttata a scopi terapeutici e risocializzanti. L'ipotesi di partenza prende vita dalla partecipazione attiva, come io-ausiliare, al gruppo di espressione teatrale con i detenuti nel Reparto di osservazione psichiatrica "Il Sestante", all'interno della casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. Lo scopo prefissato è quello di far emergere come questo tipo di attività, attraverso il mezzo espressivo teatrale, possa produrre dei cambiamenti nelle condizioni di vita di persone, le quali non si trovano recluse solo tra le mura di un istituto penitenziario ma anche tra le barriere e le difese erette da una malattia mentale. Ad oggi il teatro è tra le possibili attività trattamentali all'interno degli istituti penitenziari, con un uso sempre più ampio. Il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria (DAP) considera questo mezzo artistico un meta-obiettivo rispetto alla rieducazione e ne evidenzia la duplice funzionalità: terapeutica, lavorando sul corpo e sull'identità della persona, la quale tende perlopiù a rifugiarsi dietro elevate difese, ed educativo-socializzante, lavorando sui ¿ruoli¿ ricoperti nel corso della vita e attivando una maggiore propensione ai rapporti interpersonali. In una società basata sul conformismo, che tende sempre più alla disumanizzazione degli esseri umani, a renderli incapaci di essere genuini e creativi, è necessario il recupero della spontaneità tipica dell'età infantile, unico mezzo che può condurre ad un reale cambiamento.
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