L'obiettivo di questa tesi è fornire un'analisi sulle politiche contabili adottate e gli errori commessi dall'amministratore di fronte al vincolo dei covenants imposti dalle banche, e l'approccio opposto del revisore nello svolgere adeguate procedure per rilevare tali errori riflessi nel bilancio. Il contesto economico nel quale le imprese si trovano ad operare ha inciso profondamente sulle scelte di gestione operativa e strategica, gravando sulla tutela dell'equilibrio economico, patrimoniale e finanziario. Nel primo capitolo vengono esposte le cause della crisi d'impresa, distinguendo quelle che hanno origine da fattori esterni. Nel secondo capitolo sono individuate e descritte le possibili procedure che possono essere realizzate con l'obiettivo di risanare la crisi d'impresa. Gli strumenti risolutivi possono essere stragiudiziali o giudiziali. In tale capitolo la tesi analizza gli strumenti risanatori che il legislatore ha previsto e modificato con la riforma della legge fallimentare. Tali strumenti prevedono, al loro interno, processi di restructuring finanziario, volti a garantire la continuità aziendale e il risanamento. L'attore principale con cui si deve interfacciare l'amministratore è il ceto bancario, verso il quale stipula accordi di ristrutturazione del debito e modifiche dei termini originari dei contratti di finanziamento. Le banche, a fronte degli accordi concessi all'impresa in crisi, si riparano dal rischio di default del credito inserendo, nei piani di risanamento aziendali, il vincolo di determinati covenants sul bilancio, al fine di monitorare l'andamento economico-finanziario dell'impresa finanziata. Nel terzo capitolo vengono quindi descritte tali parametri soglia che l'amministratore deve rispettare. Nel dettaglio sono analizzati due indici finanziari utilizzati dalle banche come covenants, quali, il rapporto PFN/EBITDA e PFN/PN. Nel quarto capitolo si arriva al corpo centrale della tesi, dove viene introdotta la figura dell'amministratore che, trovandosi nella situazione caratterizzata da tutti i fattori descritti nei capitoli precedenti (crisi, soluzioni esterne previste dal legislatore, covenants sul bilancio) è portato ad attuare tecniche logico-contabili che comportano errori di bilancio, al fine di incidere sulle variabili costituenti i covenants. Le banche, infatti, utilizzando come strumento di monitoraggio grandezze di bilancio, possono indurre l'amministratore dell'azienda ad applicare scorrettamente le norme civilistiche e i principi contabili per rientrare nei parametri vincolati al bilancio stesso. . Nel quarto capitolo si introduce anche la figura del revisore, descrivendo le procedure di sostanza che quest'ultimo effettua per rilevare gli errori contabili, commessi dall'amministratore nell'intenzione di migliorare il valore dell'EBITDA, della PFN e del PN. Il suddetto capitolo è quindi strutturato in modo da far emergere l'approccio opposto adottato dall'amministratore e dal revisore di fronte al vincolo dei covenants imposti dalle banche. Il quinto e ultimo capitolo analizza le revisione come gestione del rischio, in quanto in situazioni anomale come quella che la tesi espone, il revisore deve riconoscere l'importanza di configurare procedure adeguate per ridurre il rischio di revisione, gravato da un rischio intrinseco e di controllo interno alti.
L'amministratore e il revisore: due approcci opposti di fronte al vincolo dei covenants imposti dalle banche
OLIVIERI, MATTEO
2012/2013
Abstract
L'obiettivo di questa tesi è fornire un'analisi sulle politiche contabili adottate e gli errori commessi dall'amministratore di fronte al vincolo dei covenants imposti dalle banche, e l'approccio opposto del revisore nello svolgere adeguate procedure per rilevare tali errori riflessi nel bilancio. Il contesto economico nel quale le imprese si trovano ad operare ha inciso profondamente sulle scelte di gestione operativa e strategica, gravando sulla tutela dell'equilibrio economico, patrimoniale e finanziario. Nel primo capitolo vengono esposte le cause della crisi d'impresa, distinguendo quelle che hanno origine da fattori esterni. Nel secondo capitolo sono individuate e descritte le possibili procedure che possono essere realizzate con l'obiettivo di risanare la crisi d'impresa. Gli strumenti risolutivi possono essere stragiudiziali o giudiziali. In tale capitolo la tesi analizza gli strumenti risanatori che il legislatore ha previsto e modificato con la riforma della legge fallimentare. Tali strumenti prevedono, al loro interno, processi di restructuring finanziario, volti a garantire la continuità aziendale e il risanamento. L'attore principale con cui si deve interfacciare l'amministratore è il ceto bancario, verso il quale stipula accordi di ristrutturazione del debito e modifiche dei termini originari dei contratti di finanziamento. Le banche, a fronte degli accordi concessi all'impresa in crisi, si riparano dal rischio di default del credito inserendo, nei piani di risanamento aziendali, il vincolo di determinati covenants sul bilancio, al fine di monitorare l'andamento economico-finanziario dell'impresa finanziata. Nel terzo capitolo vengono quindi descritte tali parametri soglia che l'amministratore deve rispettare. Nel dettaglio sono analizzati due indici finanziari utilizzati dalle banche come covenants, quali, il rapporto PFN/EBITDA e PFN/PN. Nel quarto capitolo si arriva al corpo centrale della tesi, dove viene introdotta la figura dell'amministratore che, trovandosi nella situazione caratterizzata da tutti i fattori descritti nei capitoli precedenti (crisi, soluzioni esterne previste dal legislatore, covenants sul bilancio) è portato ad attuare tecniche logico-contabili che comportano errori di bilancio, al fine di incidere sulle variabili costituenti i covenants. Le banche, infatti, utilizzando come strumento di monitoraggio grandezze di bilancio, possono indurre l'amministratore dell'azienda ad applicare scorrettamente le norme civilistiche e i principi contabili per rientrare nei parametri vincolati al bilancio stesso. . Nel quarto capitolo si introduce anche la figura del revisore, descrivendo le procedure di sostanza che quest'ultimo effettua per rilevare gli errori contabili, commessi dall'amministratore nell'intenzione di migliorare il valore dell'EBITDA, della PFN e del PN. Il suddetto capitolo è quindi strutturato in modo da far emergere l'approccio opposto adottato dall'amministratore e dal revisore di fronte al vincolo dei covenants imposti dalle banche. Il quinto e ultimo capitolo analizza le revisione come gestione del rischio, in quanto in situazioni anomale come quella che la tesi espone, il revisore deve riconoscere l'importanza di configurare procedure adeguate per ridurre il rischio di revisione, gravato da un rischio intrinseco e di controllo interno alti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/46356