Questa tesi cerca di introdurre e analizzare un formato audiovisivo dalle mille sfaccettature: il trailer cinematografico. Sin dall'inizio della cinematografia, il film è stato accompagnato dalla presenza di una determinata promozione, con gli anni questo linguaggio si è adagiato su tutti i media che ha incontrato modificando il proprio scheletro semiotico. Ciò che ha spinto a questa analisi è innanzitutto una voglia di esplorare quella che viene definita ¿forma breve¿, e le sue numerose potenzialità, che l'arte ha sempre utilizzato per manifestare i propri codici espressivi, ma che spesso hanno gettato queste pratiche nel ¿culturalmente inferiore¿. Partendo dalla letteratura classica sino a giungere al mondo del Web, vediamo come la brevità dei formati si sia modificata radicalmente ma allo stesso tempo abbia avuto la capacità di formare una struttura ben precisa, dandole così una potenza semiotica molto importante. La modalità comunicativa che più di tutte ha utilizzato il formato breve per la sua espressione, è quella pubblicitaria che usando questo tipo di messaggio ha potuto scoprire e potenziare la sua forza persuasiva. Per questo l'incontro tra pubblicità e cinema rappresenta l'incontro e il ritrovarsi di due mondi apparentmente lontani, ma dalle stesse basi enunciazionali. Questo scambio ha generato per esempio quello che comunemente viene chiamato ¿trailer¿ o in lingua italiana il ¿prossimamente¿ che ha la finalità di informare e promuovere la visione di un prodotto filmico. Questa operazione attua una modalità cosiddetta paratestuale (ripresa da Gérard Genette) che serve appunto per prolungare l'esistenza del prodotto presentato e per incanalare lo spettatore verso un certo tipo di interpreazione, creando così una sorta di manipolazione intrasemiotica. Significativo poi l'evolversi del trailer, definendosi e trasformandosi sempre seguendo il gusto del pubblico, capace quindi di progredire, e di essere analizzato in una chiave storico-mediatica, in tutta tranquillità. La sorte di questo formato poteva venire compromessa dall'ingresso nel mondo della comunicazione della Rete e del Web, ma abbiamo visto come l'intertestualità dei trailer e in generale dei piccoli formati audiovisivi, abbia avuto l'esito opposto, con la prolificazione di questi testi, e con la loro continua condivisione. Questo continuo progredire ha portato uno sviluppo molto interessante, non solo per le capacità persuasive del mezzo, ma anche per la definizione di un certo tipo di pubblico-spettatore (o navigatore) che ormai stufo della direzione univoca del mezzo televisivo e cinematografico, costruisce una propria identità e attraverso forme come lo zapping e successivamente con l'inserimento nella rete di propri piccoli video o rifacimenti dei video esistenti a proprio piacimento, cambia radicalmente l'immagine di sé: se prima era uno spettatore passivo che si abbandonava sulla poltrona ora è inter-attivo e decide lui stesso cosa vedere. Lo scambio non è più univoco ma c'è uno scambio vero e proprio, strutturando e decretando così la transmedialità delle forme brevi audiovisive.

Il prossimamente cinematografico: evoluzione di una forma breve

SEGHESIO, LORENZO
2012/2013

Abstract

Questa tesi cerca di introdurre e analizzare un formato audiovisivo dalle mille sfaccettature: il trailer cinematografico. Sin dall'inizio della cinematografia, il film è stato accompagnato dalla presenza di una determinata promozione, con gli anni questo linguaggio si è adagiato su tutti i media che ha incontrato modificando il proprio scheletro semiotico. Ciò che ha spinto a questa analisi è innanzitutto una voglia di esplorare quella che viene definita ¿forma breve¿, e le sue numerose potenzialità, che l'arte ha sempre utilizzato per manifestare i propri codici espressivi, ma che spesso hanno gettato queste pratiche nel ¿culturalmente inferiore¿. Partendo dalla letteratura classica sino a giungere al mondo del Web, vediamo come la brevità dei formati si sia modificata radicalmente ma allo stesso tempo abbia avuto la capacità di formare una struttura ben precisa, dandole così una potenza semiotica molto importante. La modalità comunicativa che più di tutte ha utilizzato il formato breve per la sua espressione, è quella pubblicitaria che usando questo tipo di messaggio ha potuto scoprire e potenziare la sua forza persuasiva. Per questo l'incontro tra pubblicità e cinema rappresenta l'incontro e il ritrovarsi di due mondi apparentmente lontani, ma dalle stesse basi enunciazionali. Questo scambio ha generato per esempio quello che comunemente viene chiamato ¿trailer¿ o in lingua italiana il ¿prossimamente¿ che ha la finalità di informare e promuovere la visione di un prodotto filmico. Questa operazione attua una modalità cosiddetta paratestuale (ripresa da Gérard Genette) che serve appunto per prolungare l'esistenza del prodotto presentato e per incanalare lo spettatore verso un certo tipo di interpreazione, creando così una sorta di manipolazione intrasemiotica. Significativo poi l'evolversi del trailer, definendosi e trasformandosi sempre seguendo il gusto del pubblico, capace quindi di progredire, e di essere analizzato in una chiave storico-mediatica, in tutta tranquillità. La sorte di questo formato poteva venire compromessa dall'ingresso nel mondo della comunicazione della Rete e del Web, ma abbiamo visto come l'intertestualità dei trailer e in generale dei piccoli formati audiovisivi, abbia avuto l'esito opposto, con la prolificazione di questi testi, e con la loro continua condivisione. Questo continuo progredire ha portato uno sviluppo molto interessante, non solo per le capacità persuasive del mezzo, ma anche per la definizione di un certo tipo di pubblico-spettatore (o navigatore) che ormai stufo della direzione univoca del mezzo televisivo e cinematografico, costruisce una propria identità e attraverso forme come lo zapping e successivamente con l'inserimento nella rete di propri piccoli video o rifacimenti dei video esistenti a proprio piacimento, cambia radicalmente l'immagine di sé: se prima era uno spettatore passivo che si abbandonava sulla poltrona ora è inter-attivo e decide lui stesso cosa vedere. Lo scambio non è più univoco ma c'è uno scambio vero e proprio, strutturando e decretando così la transmedialità delle forme brevi audiovisive.
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