Il lavoro di ricerca condotto presso l'azienda C.S.G. Palladio di Vicenza aveva come obiettivo la determinazione dell'origine dei solfati, primari o secondari, presenti negli strati preparatori e/o nelle stesure pittoriche di dipinti murali, sulla base delle indagini ESEM-EDS su sezioni lucide, in diversi luoghi sacri. Le condizioni per una corretta interpretazione, oltre al dato storico, erano legate alla distribuzione dello zolfo nella sola mappatura EDS: una distribuzione omogenea, conduceva ad un'origine primaria, considerata quale indizio di un'aggiunta consapevole di gesso (tecnica usata a partire dal '500), una distribuzione disomogenea, invece, la si attribuiva ad un prodotto di neogenesi, origine secondaria, legato al degrado del materiale, causato da fattori ambientali. Parallelamente è stato condotto un esperimento mirato alla determinazione degli effetti di solfatazione indotta artificialmente su 6 campioni contenenti percentuali variabili di gesso, ad eccezione di uno; il tutto, analizzato attraverso l'uso congiunto di diverse metodologie di indagine diagnostica quali ESEM-EDS, spettrofotometria FT-IR e cromatografia ionica. Creare inquinamento artificiale significava simulare un ambiente ¿reale¿ particolarmente umido, soggetto a solfatazione, attraverso nebulizzazione di acido solforico diluito in acqua, circa 0,0002 M, con un pH compreso tra 3,5 e 4,5, per circa un mese.

Studio sull'origine dei solfati - primari o secondari - in dipinti murali: sperimentazioni di laboratorio e casi reali

TESSORE, VANESSA
2011/2012

Abstract

Il lavoro di ricerca condotto presso l'azienda C.S.G. Palladio di Vicenza aveva come obiettivo la determinazione dell'origine dei solfati, primari o secondari, presenti negli strati preparatori e/o nelle stesure pittoriche di dipinti murali, sulla base delle indagini ESEM-EDS su sezioni lucide, in diversi luoghi sacri. Le condizioni per una corretta interpretazione, oltre al dato storico, erano legate alla distribuzione dello zolfo nella sola mappatura EDS: una distribuzione omogenea, conduceva ad un'origine primaria, considerata quale indizio di un'aggiunta consapevole di gesso (tecnica usata a partire dal '500), una distribuzione disomogenea, invece, la si attribuiva ad un prodotto di neogenesi, origine secondaria, legato al degrado del materiale, causato da fattori ambientali. Parallelamente è stato condotto un esperimento mirato alla determinazione degli effetti di solfatazione indotta artificialmente su 6 campioni contenenti percentuali variabili di gesso, ad eccezione di uno; il tutto, analizzato attraverso l'uso congiunto di diverse metodologie di indagine diagnostica quali ESEM-EDS, spettrofotometria FT-IR e cromatografia ionica. Creare inquinamento artificiale significava simulare un ambiente ¿reale¿ particolarmente umido, soggetto a solfatazione, attraverso nebulizzazione di acido solforico diluito in acqua, circa 0,0002 M, con un pH compreso tra 3,5 e 4,5, per circa un mese.
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