The Italian Legislative Decree No. 139/2015, which transposes the Directive 34/2013/UE, has lead progressive changes on the financial statements which follow the national GAAP (OIC) towards the international accounting standards principles (IAS/IFRS). The new regulatory framework has been come into force since January 1, 2016. Among the main changes, the adjustment of the OIC 9 to the IAS 36 with reference to the impairment test is of interest. In more details, OIC 9 provides two models of impairment test: the general model and the simplified model. The difference between the two models is related to the determination of the value in use: in the general model the value in use is estimated through the discounted cash flow, according to IAS 36; whereas the simplified model estimates the impairment test through the income method, with the amortization capacity. The present work pursues a twofold objective: first, it seeks to understand whether Italian Small Medium Enterprises (SMEs) are compliant with the disclosure required by IAS 36, second, it provides a comparison of the impairment test's application between Italian listed companies and Italian SMEs. To achieve the first objective, the research analyzes the disclosures of 53 financial statements (December 31, 2017) identifying the presence of theoretical definitions (permanent loss, indicators of impairment loss, recoverable amount, value in use, purpose of the impairment test) and practical applications on the identification of: cash generating units (CGU), cash flow, Weighted Average Cost of Capital (WACC), terminal value and sensitivity analysis. To achieve the second objective, the research checks the amount of the impairment test on a sample of 10 Italian listed companies which belong to the FTSE MIB with a comparison to 16 companies listed on AIM.
A seguito del recepimento della Direttiva 34/2013/EU con il D.Lgs. 139/2015, i bilanci delle società che adottano i Principi Contabili Nazionali (OIC) si sono armonizzati progressivamente ai principi contabili internazionali IAS/IFRS; il nuovo quadro normativo è applicato dal 1 gennaio 2016. Tra le modifiche apportate al nuovo quadro normativo si comprende l'adeguamento dell'OIC 9 in merito alle perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali allo IAS 36. In particolare, l'OIC 9 prevede due modelli di svalutazione: il modello generale e il modello semplificato. A partire dai bilanci redatti dal 1 gennaio 2017, il modello generale è previsto per le società che redigono il bilancio in forma ordinaria e le piccole medie imprese (PMI), mentre l'adozione del modello semplificato è ammessa per le società che redigono il bilancio in forma abbreviata e micro-imprese. La differenza tra i due modelli consiste nella determinazione del valore d'uso: nel modello generale viene stimato attraverso l'attualizzazione dei flussi finanziari, adeguandosi al modello dello IAS 36; mentre nel modello semplificato viene stimato con metodo reddituale determinando la capacità di ammortamento. Il presente lavoro ha dunque un duplice obiettivo: da un lato, capire se le PMI italiane sono compliant all'informativa richiesta dallo IAS 36, dall'altro, confrontare l'applicazione dell'impairment test di società quotate al FTSE Mib e PMI quotate all'AIM (Alternative Investment Market) Italia. Per conseguire il primo obiettivo, si analizza l'informativa presente nei bilanci al 31 dicembre 2017 di 53 PMI italiane, individuando la presenza di definizioni teoriche (perdita durevole, Indicatori di perdita durevole, valore recuperabile, valore d'uso, finalità di svalutazione) e applicazioni pratiche relative all'individuazione di: cash generating unit (CGU), flusso di cassa, Weighted Average Cost of Capital (WACC), terminal value e sensitivity analysis. Per raggiungere il secondo obiettivo, si verifica l'ammontare dell'impairment test su un campione di 10 società quotate al FTSE MIB e 16 PMI quotate all'AIM.
Adeguamento dell'OIC 9 allo IAS 36: confronto ed evidenze di prima applicazione sul livello di compliance
FIANDRINO, VALERIA
2017/2018
Abstract
A seguito del recepimento della Direttiva 34/2013/EU con il D.Lgs. 139/2015, i bilanci delle società che adottano i Principi Contabili Nazionali (OIC) si sono armonizzati progressivamente ai principi contabili internazionali IAS/IFRS; il nuovo quadro normativo è applicato dal 1 gennaio 2016. Tra le modifiche apportate al nuovo quadro normativo si comprende l'adeguamento dell'OIC 9 in merito alle perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali allo IAS 36. In particolare, l'OIC 9 prevede due modelli di svalutazione: il modello generale e il modello semplificato. A partire dai bilanci redatti dal 1 gennaio 2017, il modello generale è previsto per le società che redigono il bilancio in forma ordinaria e le piccole medie imprese (PMI), mentre l'adozione del modello semplificato è ammessa per le società che redigono il bilancio in forma abbreviata e micro-imprese. La differenza tra i due modelli consiste nella determinazione del valore d'uso: nel modello generale viene stimato attraverso l'attualizzazione dei flussi finanziari, adeguandosi al modello dello IAS 36; mentre nel modello semplificato viene stimato con metodo reddituale determinando la capacità di ammortamento. Il presente lavoro ha dunque un duplice obiettivo: da un lato, capire se le PMI italiane sono compliant all'informativa richiesta dallo IAS 36, dall'altro, confrontare l'applicazione dell'impairment test di società quotate al FTSE Mib e PMI quotate all'AIM (Alternative Investment Market) Italia. Per conseguire il primo obiettivo, si analizza l'informativa presente nei bilanci al 31 dicembre 2017 di 53 PMI italiane, individuando la presenza di definizioni teoriche (perdita durevole, Indicatori di perdita durevole, valore recuperabile, valore d'uso, finalità di svalutazione) e applicazioni pratiche relative all'individuazione di: cash generating unit (CGU), flusso di cassa, Weighted Average Cost of Capital (WACC), terminal value e sensitivity analysis. Per raggiungere il secondo obiettivo, si verifica l'ammontare dell'impairment test su un campione di 10 società quotate al FTSE MIB e 16 PMI quotate all'AIM.File | Dimensione | Formato | |
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