Negli ultimi anni, in Italia come nel resto d'Europa, si è assistito sempre più frequentemente alla nascita di opposizioni locali sorte in seguito a decisioni di costruire delle grandi infrastrutture a rilevante impatto ambientale. Movimenti di cittadini, attraverso campagne di sensibilizzazione atte a far emergere e pubblicizzare le problematiche connesse ai progetti, sono talvolta riusciti a condizionare sino a modificare la progettazione o a rallentare il processo decisionale, finanche, in alcuni casi, a bloccarlo definitivamente. La vicenda della costruzione di una linea ad alta velocità ferroviaria in Valle di Susa, nella provincia di Torino, infrastruttura agognata dal mondo politico, istituzionale e soprattutto imprenditoriale sin dalla fine degli anni 80 del secolo scorso, è un perfetto esempio delle situazioni di stallo che spesso si verificano in occasione della progettazione di opere ritenute di interesse generale, le cui ripercussioni sono però concentrate su una popolazione ristretta che si mobilita per impedirne la realizzazione e difendere il proprio territorio.Si è molto discusso sull'opportunità di costruire la nuova linea Torino-Lione e delle proteste sollevatesi in Valle di Susa ma poche sono state le attenzioni riservate all'area metropolitana torinese, coinvolta nel progetto a partire dal 2006, anno in cui dalla pianificazione iniziale che prevedeva la costruzione della linea ferroviaria a nord del capoluogo si è passati all'attuale proposta che ipotizza il transito della strada ferrata da Torino, coinvolgendo l'area metropolitana occidentale.

Il TAV nell'area metropolitana torinese

MAINA, ENRICO
2011/2012

Abstract

Negli ultimi anni, in Italia come nel resto d'Europa, si è assistito sempre più frequentemente alla nascita di opposizioni locali sorte in seguito a decisioni di costruire delle grandi infrastrutture a rilevante impatto ambientale. Movimenti di cittadini, attraverso campagne di sensibilizzazione atte a far emergere e pubblicizzare le problematiche connesse ai progetti, sono talvolta riusciti a condizionare sino a modificare la progettazione o a rallentare il processo decisionale, finanche, in alcuni casi, a bloccarlo definitivamente. La vicenda della costruzione di una linea ad alta velocità ferroviaria in Valle di Susa, nella provincia di Torino, infrastruttura agognata dal mondo politico, istituzionale e soprattutto imprenditoriale sin dalla fine degli anni 80 del secolo scorso, è un perfetto esempio delle situazioni di stallo che spesso si verificano in occasione della progettazione di opere ritenute di interesse generale, le cui ripercussioni sono però concentrate su una popolazione ristretta che si mobilita per impedirne la realizzazione e difendere il proprio territorio.Si è molto discusso sull'opportunità di costruire la nuova linea Torino-Lione e delle proteste sollevatesi in Valle di Susa ma poche sono state le attenzioni riservate all'area metropolitana torinese, coinvolta nel progetto a partire dal 2006, anno in cui dalla pianificazione iniziale che prevedeva la costruzione della linea ferroviaria a nord del capoluogo si è passati all'attuale proposta che ipotizza il transito della strada ferrata da Torino, coinvolgendo l'area metropolitana occidentale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/46102