Oggigiorno le potenzialità dei mercati emergenti non sono necessariamente da ricercare nell'acronimo Bric (Brasile, Russia, India, Cina); spesso, infatti, anche economie meno importanti in termini di Pil e visibilità possono offrire buone opportunità di investimento. In quest'ottica, le cosiddette ¿tigri minori¿ (Filippine, Indonesia, Malesia e Thailandia) possono rappresentare una valida scelta di investimento di nicchia. Il Sud-est Asiatico è, d'altronde, una porzione di mondo ricca, avvincente ed estremamente popolosa, con un bacino di consumatori interni superiore ai 550 milioni di persone. Inoltre, i trend demografici stanno evidenziando non solo la crescita degli abitanti ma anche un rapido progresso degli stili di vita e un aumento dei consumi. È vero che alcuni Paesi sono più arretrati di Cina o India, e quindi il processo di investimenti infrastrutturali è ancora agli albori, ma possono contare su buone dotazioni di risorse naturali, su una bassa disoccupazione e su un'inflazione contenuta. La Thailandia rappresenta oggi uno dei Paesi più interessanti del Sud-est Asiatico sotto il profilo commerciale ed economico, ciò grazie anche alla posizione geografica strategica e alla sua appartenenza all'ASEAN. Si tratta di un Paese che ha tempestivamente superato il periodo di rallentamento economico susseguente alla crisi finanziaria del 1997, recuperando in breve tempo piena competitività sui mercati internazionali e proponendosi come ¿hub¿ regionale per la penetrazione in tutto il mercato asiatico. La fabbricazione e la commercializzazione in loco di prodotti contraffatti costituiscono tuttavia un grave elemento distorsivo per l'economia thailandese e, in particolare, per le imprese straniere che intendono investire in Thailandia. Nonostante la diffusione di questo fenomeno spiacevole (e criminale), l'Italia è uno dei principali investitori europei nel Regno e la presenza del made in Italy è particolarmente forte nella ristorazione, nel settore eno-gastronomico e in quello del design e del lusso. Prendendo spunto da questi presupposti, è stato definito l'obiettivo della presente tesi, ossia mettere in luce gli strumenti per proteggere i prodotti made in Italy contro i fenomeni della contraffazione e della violazione dei marchi in Thailandia. Oggigiorno è infatti necessario impiegare sempre più energie e capitali per la tutela dei marchi, che rappresentano la vera sostanza del capitalismo moderno e hanno scalzato, per importanza, il prodotto stesso. In questo elaborato, forte della personale esperienza maturata in Thailandia durante il tirocinio curriculare, verrà trattato e analizzato nel dettaglio il settore agroalimentare e il recente successo dei prodotti tipici italiani nel Regno.

Tutela dei marchi italiani in Thailandia: il caso del settore agroalimentare

SINOPOLI, DANILO
2012/2013

Abstract

Oggigiorno le potenzialità dei mercati emergenti non sono necessariamente da ricercare nell'acronimo Bric (Brasile, Russia, India, Cina); spesso, infatti, anche economie meno importanti in termini di Pil e visibilità possono offrire buone opportunità di investimento. In quest'ottica, le cosiddette ¿tigri minori¿ (Filippine, Indonesia, Malesia e Thailandia) possono rappresentare una valida scelta di investimento di nicchia. Il Sud-est Asiatico è, d'altronde, una porzione di mondo ricca, avvincente ed estremamente popolosa, con un bacino di consumatori interni superiore ai 550 milioni di persone. Inoltre, i trend demografici stanno evidenziando non solo la crescita degli abitanti ma anche un rapido progresso degli stili di vita e un aumento dei consumi. È vero che alcuni Paesi sono più arretrati di Cina o India, e quindi il processo di investimenti infrastrutturali è ancora agli albori, ma possono contare su buone dotazioni di risorse naturali, su una bassa disoccupazione e su un'inflazione contenuta. La Thailandia rappresenta oggi uno dei Paesi più interessanti del Sud-est Asiatico sotto il profilo commerciale ed economico, ciò grazie anche alla posizione geografica strategica e alla sua appartenenza all'ASEAN. Si tratta di un Paese che ha tempestivamente superato il periodo di rallentamento economico susseguente alla crisi finanziaria del 1997, recuperando in breve tempo piena competitività sui mercati internazionali e proponendosi come ¿hub¿ regionale per la penetrazione in tutto il mercato asiatico. La fabbricazione e la commercializzazione in loco di prodotti contraffatti costituiscono tuttavia un grave elemento distorsivo per l'economia thailandese e, in particolare, per le imprese straniere che intendono investire in Thailandia. Nonostante la diffusione di questo fenomeno spiacevole (e criminale), l'Italia è uno dei principali investitori europei nel Regno e la presenza del made in Italy è particolarmente forte nella ristorazione, nel settore eno-gastronomico e in quello del design e del lusso. Prendendo spunto da questi presupposti, è stato definito l'obiettivo della presente tesi, ossia mettere in luce gli strumenti per proteggere i prodotti made in Italy contro i fenomeni della contraffazione e della violazione dei marchi in Thailandia. Oggigiorno è infatti necessario impiegare sempre più energie e capitali per la tutela dei marchi, che rappresentano la vera sostanza del capitalismo moderno e hanno scalzato, per importanza, il prodotto stesso. In questo elaborato, forte della personale esperienza maturata in Thailandia durante il tirocinio curriculare, verrà trattato e analizzato nel dettaglio il settore agroalimentare e il recente successo dei prodotti tipici italiani nel Regno.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
303716_tesi.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 2.81 MB
Formato Adobe PDF
2.81 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/46047