Tra i vari artisti che hanno segnato il modernismo, ho voluto dedicare le mie ricerche alla similitudine artistica e tecnica che accomuna un poeta e un musicista: Thomas Stearns Eliot e Igor Stravinskij, i cui nomi e relative opere sono state più volte accostate nei vari saggi critici relativi alle innovazioni moderniste. La mia tesi è suddivisa in tre capitoli, al fine di poter condurre il lettore ad un graduale, ma evidente, approfondimento degli argomenti affrontati. Nel primo capitolo verrà infatti presa in esame l'influenza della cultura parigina nello sviluppo delle opere eliotiane, al fine di definire un punto di contatto tra i due autori, per poi introdurre la comparazione delle opere prese in esame nei capitoli successivi. In questa prima parte introduttiva vengono infatti passati in rassegna i vari stimoli culturali a cui qualsiasi artista del periodo andava incontro vivendo pienamente la Ville Lumiére. Dagli spunti letterari, alle esposizioni artistiche che rielaboravano il primitivismo, per poi giungere alle varie forme teatrali che offrivano le scene parigine, soffermandosi poi a questo punto sull'importanza che ebbero i Ballets Russes di Diaghilev sulla poetica di Eliot. Si introduce così il tema della ¿nuova tradizione¿: partendo da un testo critico scritto nel 1913 da Geoffrey Whitworth sulla carismatica ed innovativa arte coreutica del più grande ballerino del tempo Vaclav Ni¿inskij, si possono ritrovare le stesse tesi sull'uso della tradizione riportate da Eliot in Tradition and Individual Talent nel 1919 e poi riprese molti anni dopo da Stravinskij nel 1942 in Poetica della musica. Ripercorrendo gli stimoli culturali che formarono il giovane Eliot, nell'anno tra il 1910 e 1911, mi è stato così permesso di cominciare ad introdurre le fonti di una poetica composta da maschere, citazioni e tradizione, così simile alle creazioni del primo Stravinskij. Il secondo capitolo approfondisce la prima delle due comparazioni qui affrontate, quella tra il balletto di Petru¿ka e il componimento The Love Song of J. Alfred Prufrock scritto proprio intorno al 1911, anno in cui fu messa in scena a Parigi l'opera stravinskiana. Attraverso l'accostamento di queste due opere cominciano ad affiorare le prime similitudini tematiche rilevate: il tema della finzione e dell'impersonalità che in questo caso viene presentata con l'espediente della maschera e della drammaticità teatrale che accomuna i due ¿protagonisti¿, la malinconica situazione che viene messa in scena e quasi accentuata dall'espediente ironico ed infine la struttura formale delle due opere su cui cominciano a fare capolino le citazioni, uno dei temi cruciali del capitolo successivo. Il terzo capitolo infatti, attraverso la comparazione tra Le Sacre du Printemps e The Waste Land, mette in risalto il montaggio con frammenti che si ripropone in entrambe le opere attraverso la comparazione tra Le Sacre du Printemps e The Waste Land, mette in risalto il montaggio con frammenti che si ripropone in entrambe le opere attraverso un recupero dell'antico e della tradizione. Vi è perciò in quest'ultima parte un'accurata ricerca delle fonti antropologiche funzionale a dimostrare l'utilizzo della tradizione, e di conseguenza delle citazioni, nella costruzione di queste due opere.
Eliot e Stravinskij. Poetiche della citazione
COTTERCHIO, NOEMI EVA
2011/2012
Abstract
Tra i vari artisti che hanno segnato il modernismo, ho voluto dedicare le mie ricerche alla similitudine artistica e tecnica che accomuna un poeta e un musicista: Thomas Stearns Eliot e Igor Stravinskij, i cui nomi e relative opere sono state più volte accostate nei vari saggi critici relativi alle innovazioni moderniste. La mia tesi è suddivisa in tre capitoli, al fine di poter condurre il lettore ad un graduale, ma evidente, approfondimento degli argomenti affrontati. Nel primo capitolo verrà infatti presa in esame l'influenza della cultura parigina nello sviluppo delle opere eliotiane, al fine di definire un punto di contatto tra i due autori, per poi introdurre la comparazione delle opere prese in esame nei capitoli successivi. In questa prima parte introduttiva vengono infatti passati in rassegna i vari stimoli culturali a cui qualsiasi artista del periodo andava incontro vivendo pienamente la Ville Lumiére. Dagli spunti letterari, alle esposizioni artistiche che rielaboravano il primitivismo, per poi giungere alle varie forme teatrali che offrivano le scene parigine, soffermandosi poi a questo punto sull'importanza che ebbero i Ballets Russes di Diaghilev sulla poetica di Eliot. Si introduce così il tema della ¿nuova tradizione¿: partendo da un testo critico scritto nel 1913 da Geoffrey Whitworth sulla carismatica ed innovativa arte coreutica del più grande ballerino del tempo Vaclav Ni¿inskij, si possono ritrovare le stesse tesi sull'uso della tradizione riportate da Eliot in Tradition and Individual Talent nel 1919 e poi riprese molti anni dopo da Stravinskij nel 1942 in Poetica della musica. Ripercorrendo gli stimoli culturali che formarono il giovane Eliot, nell'anno tra il 1910 e 1911, mi è stato così permesso di cominciare ad introdurre le fonti di una poetica composta da maschere, citazioni e tradizione, così simile alle creazioni del primo Stravinskij. Il secondo capitolo approfondisce la prima delle due comparazioni qui affrontate, quella tra il balletto di Petru¿ka e il componimento The Love Song of J. Alfred Prufrock scritto proprio intorno al 1911, anno in cui fu messa in scena a Parigi l'opera stravinskiana. Attraverso l'accostamento di queste due opere cominciano ad affiorare le prime similitudini tematiche rilevate: il tema della finzione e dell'impersonalità che in questo caso viene presentata con l'espediente della maschera e della drammaticità teatrale che accomuna i due ¿protagonisti¿, la malinconica situazione che viene messa in scena e quasi accentuata dall'espediente ironico ed infine la struttura formale delle due opere su cui cominciano a fare capolino le citazioni, uno dei temi cruciali del capitolo successivo. Il terzo capitolo infatti, attraverso la comparazione tra Le Sacre du Printemps e The Waste Land, mette in risalto il montaggio con frammenti che si ripropone in entrambe le opere attraverso la comparazione tra Le Sacre du Printemps e The Waste Land, mette in risalto il montaggio con frammenti che si ripropone in entrambe le opere attraverso un recupero dell'antico e della tradizione. Vi è perciò in quest'ultima parte un'accurata ricerca delle fonti antropologiche funzionale a dimostrare l'utilizzo della tradizione, e di conseguenza delle citazioni, nella costruzione di queste due opere.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/45987