Il presente lavoro di tesi magistrale è incentrato sull'analisi della concezione liviana di ¿clemenza¿ nell'arco dei primi cinque libri delle Storie. Sono quindi presi in esame sia quei casi in cui tale virtù emerge chiaramente dalle pagine liviane sia quei casi in cui essa viene esplicitamente negata o rimpiazzata da concetti antitetici, o meglio antonimici, quali la crudelitas e la saeuitia. Clementia ricorre due volte all'interno della prima pentade come sostantivo (III, 2, 5; III, 58, 4), invece una sola volta sotto forma di aggettivo, clemens (I, 26, 8). Tuttavia, il numero esiguo di occorrenze non preclude la possibilità di studiare la ¿clemenza¿ come idea. In diversi episodi, infatti, essa viene espressa da parole sinonimiche (il sostantivo uenia, l'aggettivo mitis), da verbi che afferiscono al suo campo semantico (remittere, parcere, condonare) e persino può essere suggerita dal contesto stesso, dalle scelte lessicali che l'autore effettua per mettere in luce talvolta una crudeltà che non lascia scampo, talvolta un'indulgenza di cui beneficiano sottoposti. Il lavoro di tesi è inoltre strutturato in tre capitoli, ciascuno dei quali corrisponde ad un ambito preciso: la sfera familiare, la sfera giudiziaria e la sfera militare. La suddivisione permette così di analizzare in modo particolareggiato l'incidenza di questo concetto all'interno dei diversi gradi di rapporti.
Nulli gentium mitiores placuisse poenas (Liv. I, 28, 11): I Romani e l'esercizio della clemenza in Livio (libri I-V)
DELLA CALCE, ELISA
2012/2013
Abstract
Il presente lavoro di tesi magistrale è incentrato sull'analisi della concezione liviana di ¿clemenza¿ nell'arco dei primi cinque libri delle Storie. Sono quindi presi in esame sia quei casi in cui tale virtù emerge chiaramente dalle pagine liviane sia quei casi in cui essa viene esplicitamente negata o rimpiazzata da concetti antitetici, o meglio antonimici, quali la crudelitas e la saeuitia. Clementia ricorre due volte all'interno della prima pentade come sostantivo (III, 2, 5; III, 58, 4), invece una sola volta sotto forma di aggettivo, clemens (I, 26, 8). Tuttavia, il numero esiguo di occorrenze non preclude la possibilità di studiare la ¿clemenza¿ come idea. In diversi episodi, infatti, essa viene espressa da parole sinonimiche (il sostantivo uenia, l'aggettivo mitis), da verbi che afferiscono al suo campo semantico (remittere, parcere, condonare) e persino può essere suggerita dal contesto stesso, dalle scelte lessicali che l'autore effettua per mettere in luce talvolta una crudeltà che non lascia scampo, talvolta un'indulgenza di cui beneficiano sottoposti. Il lavoro di tesi è inoltre strutturato in tre capitoli, ciascuno dei quali corrisponde ad un ambito preciso: la sfera familiare, la sfera giudiziaria e la sfera militare. La suddivisione permette così di analizzare in modo particolareggiato l'incidenza di questo concetto all'interno dei diversi gradi di rapporti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/45959