The dissertation aims to identify the main elements of the operation that has led to the birth, in June 2013 in Marseille, of the MuCem, Museum of Civilization of Europe and the Mediterranean sea. This new institution is included in a urban regeneration process of dismissed or abandoned areas, as usually happens in our post-industrial cities. It follows the logic of the cultural districts: their urban planning, that recovers industrial buildings or available fields, reinvents new places of culture creation and consumption. Inside these districts a museum is, also because of its architecture, the main touristic attraction. This new concept of cultural district is developing new strength all over Europe. Really interesting is the Marseilles case study. The MuCem is inaugurated during the Year of Culture, qualification that the city obtained in 2013. This title is a new incentive for the refurbishing and requalification processes, under the flag of culture and artistic production. During the dissertation we will focus, in particular, on the analysis of the visual language that is used in this kind of institution to communicate the message to the public. The Mucem, whose collections deal with socio-anthropological subjects referred to the Mediterranean people, holds in itself strong symbolic elements. Really suggestive are, in particular, two elements: first of all the place on witch the museum is located. Physically on the Mediterranean shores, indeed, it symbolically plays the role of meeting point between the French and the African coast. Second of all the architectural structure: a perforated coating realizes a complex light and shadows effect. The architect idea was to reproduce the sea movements and windings, the reflections and transparences that a liquid substance, such as water, naturally reproduces. In this way the building, considered just from the architectural point of view, can be considered a work of art and becomes an object of aesthetic attention. The Mucem becomes a symbol of visual identification, not only of the museum identity but also of the whole city of Marseille. It is an identity symbol of a changing metropolis, that finds in its cultural diffusion and promotion a flag for the urban requalification.
La tesi si propone di cogliere i punti centrali della complessa operazione che ha portato alla nascita, nel giugno 2013 a Marsiglia, del MuCem, museo delle civiltà dell'Europa e del Mediterraneo. Tale nuova istituzione si colloca all'interno di un processo di rigenerazione urbana di aree dismesse o abbandonate, tipico delle città post-industriali. Esso risponde alla logica dei distretti culturali urbani: la pianificazione urbanistica di questi ultimi, recuperando edifici industriali o terreni disponibili non predestinati ad usi specifici, inventa nuovi luoghi di creazione e consumo di cultura, tra i quali i musei costituiscono, anche per la loro architettura, il punto di massima attrazione e la stessa chiave di volta. Nascono forme distrettuali museali a Vienna, a Berlino e un po' in tutta Europa. Emblematico è il caso marsigliese. il Mucem viene inaugurato in occasione dell'anno della Cultura, qualifica che Marsiglia ottiene per l'anno 2013. Questo titolo funge da impulso per una nuova spinta verso la riqualificazione e riorganizzazione urbana, all'insegna della cultura e della produzione artistico-creativa. Nel corso della trattazione ci concentreremo in particolare sull'analisi del linguaggio visivo che un'istituzione di tale natura utilizza per comunicare il suo messaggio verso l'esterno. Il Mucem, le cui collezioni trattano le grandi macro-tematiche antropologico-sociali che riguardano i popoli del Mediterraneo, possiede, fin dal suo progetto architettonico, una forte simbologia. Indicativo, innanzi tutto, è il luogo sul quale è collocato: affacciato sulle sponde del Mediterraneo, svolge, simbolicamente il ruolo di punto d'incontro tra la costa francese e quella africana. Significativa, in secondo luogo, è la sua composizione architettonica: essa prevede un rivestimento traforato che realizza un complesso effetto di luci ed ombre. L'idea dell'architetto è stata quella di riproporre i movimenti e la sinuosità del mare, i riflessi e le trasparenze che una materia liquida come l'acqua naturalmente riproduce. Così facendo lo stesso edificio, preso in considerazione anche solo dal punto di vista architettonico, può essere considerato un'opera d'arte e diventa oggetto di studio e di attenzione estetica. Il Mucem diviene il vero e proprio simbolo di identificazione visiva, non solo dell'identità museale, ma addirittura dell'intera città di Marsiglia. È il simbolo identitario di una metropoli in mutamento, che trova nella diffusione e promozione culturale una bandiera per la sua riqualificazione, un trampolino di lancio per le future generazioni.
Il MuCem e il suo linguaggio visivo. Il debutto di un nuovo museo nell'anno della cultura quale identificazione visiva della città.
MENICONI, MARTA
2012/2013
Abstract
La tesi si propone di cogliere i punti centrali della complessa operazione che ha portato alla nascita, nel giugno 2013 a Marsiglia, del MuCem, museo delle civiltà dell'Europa e del Mediterraneo. Tale nuova istituzione si colloca all'interno di un processo di rigenerazione urbana di aree dismesse o abbandonate, tipico delle città post-industriali. Esso risponde alla logica dei distretti culturali urbani: la pianificazione urbanistica di questi ultimi, recuperando edifici industriali o terreni disponibili non predestinati ad usi specifici, inventa nuovi luoghi di creazione e consumo di cultura, tra i quali i musei costituiscono, anche per la loro architettura, il punto di massima attrazione e la stessa chiave di volta. Nascono forme distrettuali museali a Vienna, a Berlino e un po' in tutta Europa. Emblematico è il caso marsigliese. il Mucem viene inaugurato in occasione dell'anno della Cultura, qualifica che Marsiglia ottiene per l'anno 2013. Questo titolo funge da impulso per una nuova spinta verso la riqualificazione e riorganizzazione urbana, all'insegna della cultura e della produzione artistico-creativa. Nel corso della trattazione ci concentreremo in particolare sull'analisi del linguaggio visivo che un'istituzione di tale natura utilizza per comunicare il suo messaggio verso l'esterno. Il Mucem, le cui collezioni trattano le grandi macro-tematiche antropologico-sociali che riguardano i popoli del Mediterraneo, possiede, fin dal suo progetto architettonico, una forte simbologia. Indicativo, innanzi tutto, è il luogo sul quale è collocato: affacciato sulle sponde del Mediterraneo, svolge, simbolicamente il ruolo di punto d'incontro tra la costa francese e quella africana. Significativa, in secondo luogo, è la sua composizione architettonica: essa prevede un rivestimento traforato che realizza un complesso effetto di luci ed ombre. L'idea dell'architetto è stata quella di riproporre i movimenti e la sinuosità del mare, i riflessi e le trasparenze che una materia liquida come l'acqua naturalmente riproduce. Così facendo lo stesso edificio, preso in considerazione anche solo dal punto di vista architettonico, può essere considerato un'opera d'arte e diventa oggetto di studio e di attenzione estetica. Il Mucem diviene il vero e proprio simbolo di identificazione visiva, non solo dell'identità museale, ma addirittura dell'intera città di Marsiglia. È il simbolo identitario di una metropoli in mutamento, che trova nella diffusione e promozione culturale una bandiera per la sua riqualificazione, un trampolino di lancio per le future generazioni.File | Dimensione | Formato | |
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