Il presente lavoro si articola in tre parti distinte, legate da un comune filo conduttore: le canzoni bacchiche di Ḵamis bar Qardaḥe. Nella prima parte si fornirà al lettore una descrizione del genere letterario noto come ḥamriyyāt, che in italiano si può tradurre con 'canzoni sul vino'. Si analizzeranno le immagini e i motivi che lo caratterizzano e, attraverso un'accurata constestualizzazione storico-sociale-culturale-religiosa, si tenterà di seguirne gli sviluppi e l'evoluzione nel passaggio da una cultura religiosa e una tradizione letteraria all'altra. Questo genere poetico nasce nel mondo arabo in epoca preislamica e le tappe principali della sua storia sono segnate dalla diffusione dell'Islam dapprima nel mondo arabo e successivamente in quello persiano. Si cercherà altresì di dare qualche esempio pratico di ḥamriyyāt, analizzando i componimenti di alcuni poeti appartenenti alle diverse tradizioni. Questa prima parte avrà lo scopo di introdurre il tema centrale di questo studio, ossia l'opera del poeta-innologo siro-orientale Ḵamis bar Qardaḥe (XIII secolo). Quest'autore, vissuto in quel periodo storico che Herman Teule ha soprannominato ¿Rinascimento Siriaco¿ e che si caratterizza principalmente per una notevole apertura culturale e una maggiore tolleranza religiosa rispetto alle epoche precedenti e successive, si distinguerà soprattutto per la sua eccezionale versatilità. La sua attitudine di sperimentatore di generi e metri insoliti e inusuali nel suo ambiente culturale si rifletterà nel suo canzoniere, noto sotto l'etichetta di Libro di Ḵamis. Il Libro (che analizzeremo nel secondo capitolo della seconda parte) è un'opera composita e complessa, che riflette le due nature dell'autore:  Quella di uomo di Chiesa, che trova riscontro nella prima parte del Libro, la quale si configura come un innario destinato all'uso liturgico;  Quella di uomo di mondo colto e raffinato, determinato a dimostrare le potenzialità della propria lingua materna. Questo suo aspetto lo spingerà a imitare il modello letterario dominante (quello persiano), mutuandone immagini e motivi per poi elegantemente trasporli in siriaco classico. Tutte le sue sperimentazioni sono raggruppate nella seconda parte del Libro, che contiene anche la sezione delle soghiyāthā d-ḥamrā (it. 'canzoni sul vino'), ossia il mio specifico oggetto di studio. Le poesie bacchiche di Ḵamis, infatti, si configurano come l'evoluzione delle ḥamriyyāt persiane, e in questa sede ne tradurremo 7, di cui forniremo anche un'edizione critica. Oggetto della terza parte sarà la disamina dei manoscritti utilizzati per la trascrizione e collazione dei testi. Si procederà quindi ad un'analisi comparativa dei tratti più interessanti, approfondendone alcuni. In conclusione, sulla base dei dati filologico acquisiti, si cercherà di ipotizzare dei rapporti di parentela tra i manoscritti presi in esame per il presente studio. Purtroppo il corpus esaminato è ristretto e non consente quindi di procedere a generalizzazioni vere e proprie, ma si tenterà comunque di abbozzare una sorta di stemma (senza però disegnarlo).

Poesie sul vino di Khamis bar Qardahe (XIII secolo): analisi linguistica e filologica

VOLPICELLI, MONICA
2011/2012

Abstract

Il presente lavoro si articola in tre parti distinte, legate da un comune filo conduttore: le canzoni bacchiche di Ḵamis bar Qardaḥe. Nella prima parte si fornirà al lettore una descrizione del genere letterario noto come ḥamriyyāt, che in italiano si può tradurre con 'canzoni sul vino'. Si analizzeranno le immagini e i motivi che lo caratterizzano e, attraverso un'accurata constestualizzazione storico-sociale-culturale-religiosa, si tenterà di seguirne gli sviluppi e l'evoluzione nel passaggio da una cultura religiosa e una tradizione letteraria all'altra. Questo genere poetico nasce nel mondo arabo in epoca preislamica e le tappe principali della sua storia sono segnate dalla diffusione dell'Islam dapprima nel mondo arabo e successivamente in quello persiano. Si cercherà altresì di dare qualche esempio pratico di ḥamriyyāt, analizzando i componimenti di alcuni poeti appartenenti alle diverse tradizioni. Questa prima parte avrà lo scopo di introdurre il tema centrale di questo studio, ossia l'opera del poeta-innologo siro-orientale Ḵamis bar Qardaḥe (XIII secolo). Quest'autore, vissuto in quel periodo storico che Herman Teule ha soprannominato ¿Rinascimento Siriaco¿ e che si caratterizza principalmente per una notevole apertura culturale e una maggiore tolleranza religiosa rispetto alle epoche precedenti e successive, si distinguerà soprattutto per la sua eccezionale versatilità. La sua attitudine di sperimentatore di generi e metri insoliti e inusuali nel suo ambiente culturale si rifletterà nel suo canzoniere, noto sotto l'etichetta di Libro di Ḵamis. Il Libro (che analizzeremo nel secondo capitolo della seconda parte) è un'opera composita e complessa, che riflette le due nature dell'autore:  Quella di uomo di Chiesa, che trova riscontro nella prima parte del Libro, la quale si configura come un innario destinato all'uso liturgico;  Quella di uomo di mondo colto e raffinato, determinato a dimostrare le potenzialità della propria lingua materna. Questo suo aspetto lo spingerà a imitare il modello letterario dominante (quello persiano), mutuandone immagini e motivi per poi elegantemente trasporli in siriaco classico. Tutte le sue sperimentazioni sono raggruppate nella seconda parte del Libro, che contiene anche la sezione delle soghiyāthā d-ḥamrā (it. 'canzoni sul vino'), ossia il mio specifico oggetto di studio. Le poesie bacchiche di Ḵamis, infatti, si configurano come l'evoluzione delle ḥamriyyāt persiane, e in questa sede ne tradurremo 7, di cui forniremo anche un'edizione critica. Oggetto della terza parte sarà la disamina dei manoscritti utilizzati per la trascrizione e collazione dei testi. Si procederà quindi ad un'analisi comparativa dei tratti più interessanti, approfondendone alcuni. In conclusione, sulla base dei dati filologico acquisiti, si cercherà di ipotizzare dei rapporti di parentela tra i manoscritti presi in esame per il presente studio. Purtroppo il corpus esaminato è ristretto e non consente quindi di procedere a generalizzazioni vere e proprie, ma si tenterà comunque di abbozzare una sorta di stemma (senza però disegnarlo).
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