LA COSCIENZA E IL DOLORE. MOTIVI FILOSOFICI DELL'OPERA DI EMIL CIORAN

In the present study we'll deal with the key issues of the work of this extraordinary author, obsessions that have been constant in his life, which took Emil Cioran to ask himself about some existential questions. Issues that we have encountered and identified in his major works, which have been the subject of study for the writing of this thesis. The title of this dissertation makes clear the core of it, namely the consciousness and the pain, because we find that, for the author, all that grief, destroys, anguish and pain the man inspires, creates awareness, and that without pain there would be no consciousness. In the first chapter we will deal with how consciousness arises, and how it extends its power and control over our actions and thoughts. We will focus on clarity, monopoly man, an element that distinguishes us from animals, lucidity as consciousness of consciousness, namely the consciousness reflecting on itself. We will then consider the corporeality, as for the author to be aware of the presence of his body is harmful. This reality is omnipresent, as the man in his singularity can not be separated from the reality of a corporeal because it is a reality that exists and it's always present. Inevitable our reference to the pain, as the consciousness would not exist without the existence of the pain, it depends on it. We'll understand if the pain has some functions and wichc are they. Through the pain we have the certainty that something exists, that we really exist, and the pain reassures us by giving us continuous certainties. In the second chapter we will deal with the relationship between consciousness and time, we will discover what it means to possess consciousness about the time and possess it means to be outside of time itself. Time is a critical component to the man, we can act, live and die only under the protection of the time, because outside of it you can not live and not die, so you can not exist. We will be interested to boredom, we will understand what it means to experience the impossibility of returning in time, become melancholy spectators see the time slide, but not being able to taste it and then even to live . The boredom that fills the whole human being and the bury him, is suffering, but suffering particularly because it is a pain with no matter. It is not localized, it is everywhere, you can not locate its demarcation, its limitations are unclear, and it is this invisibility that scares her, seems to be nowhere, and yet there is. In the third chapter, we explore the theme of death, a reality that is common to all living beings, find out what death is for Cioran. We will investigate the link between life and death, what it means to be conscious that death is immanent to life, and because only a few men have the feeling and the experience of the death agony. We'll care about idea of suicide, a staple in the author's life, a strategy in order to survive, to endure the life. Being aware of being able to put an end to our existence when we want, have been considerations that distracted and thus avoided the author to committed suicide. In the fourth and final chapter we focus on the first book of Cioran "At the height of desperation", as in this work there are all themes, then obsessions, which we'll deal with in this paper. In addition, this book is important because, for the author has been a salvation, as if he hadn't written it, he would have committed suicide, and thanks to this was able to give vent to his discomfort, in fact through writing he has exorcised its greatest obsessions. It's an essential book not only because thanks to it we are fortunate to read the subsequent works of Cioran, but also because, as he says, contains all his thought.

Nel presente elaborato affronteremo i temi fondamentali dell'opera di questo straordinario autore, che sono stati ossessioni costanti nella sua vita, e hanno portato Emil Cioran ad interrogarsi e porsi domande esistenziali. Temi che abbiamo incontrato e individuato nelle sue opere principali, che sono state oggetto di studio per la stesura di questa tesi. Il titolo dell'elaborato chiarisce bene il cuore di questa tesi, ovvero la coscienza e il dolore, in quanto scopriremo che, per l'autore, tutto ciò che affligge, annienta, angoscia e fa soffrire l'uomo suscita, crea la coscienza, e che senza il dolore non ci sarebbe coscienza. Nel primo capitolo ci occuperemo di come nasce la coscienza, e di come essa estenda il suo potere e controllo sui nostri atti e pensieri. Ci soffermeremo sulla lucidità, monopolio dell'uomo, elemento che ci distingue dagli animali, lucidità intesa come coscienza della coscienza, cioè il riflettere della coscienza su se stessa. Considereremo poi la corporeità, in quanto per l'autore avere coscienza della presenza del proprio corpo è deleterio. Questa realtà è onnipresente, in quanto l'uomo nella sua singolarità non può separarsi dalla realtà di una corporeità perché è una realtà esistente e sempre presente. Inevitabile il nostro riferimento al dolore, in quanto la coscienza non esisterebbe senza l'esistenza del dolore, è dipendente da esso. Capiremo se il dolore ha delle funzioni e quali sono. Attraverso il dolore abbiamo la certezza che qualcosa esista, che noi esistiamo realmente, il dolore ci rassicura dandoci continue certezze. Nel secondo capitolo ci occuperemo del rapporto tra coscienza e tempo, scopriremo cosa significa possedere coscienza del tempo e perché possederla vuol dire essere fuori dal tempo stesso. Il tempo è una componente fondamentale per l'uomo, noi possiamo agire, vivere e morire solo sotto la protezione del tempo, perché all'esterno di esso non si può vivere e neanche morire, dunque non si può esistere. Ci interesseremo alla noia, capiremo cosa vuol dire assaporare l'impossibilità di rientrare nel tempo, diventare spettatori malinconici vedere il tempo scorrere, ma non riuscire ad assaporarlo e quindi neanche a viverlo. La noia che invade tutto l'essere e lo sotterra, è sofferenza, ma una sofferenza particolare, perché è una sofferenza senza materia. Essa non è localizzata, infatti è ovunque, non si riesce ad individuare una sua demarcazione, i suoi limiti risaltano essere non chiari, ed è proprio questa sua invisibilità che spaventa, sembra essere da nessuna parte, eppure c'è. Nel terzo capitolo affronteremo il tema della morte, una realtà che accomuna tutti gli esseri viventi, scopriremo cos'è la morte per Cioran. Indagheremo il legame tra vita e morte, cosa vuol dire avere coscienza che la morte è immanente alla vita, e perché solo pochi uomini hanno il sentimento della morte e l'esperienza dell'agonia. Ci interesseremo all'idea del suicidio, un punto fermo nella vita dell'autore, una strategia per riuscire a sopravvivere, per sopportare la vita. Essere coscienti di poter porre fine alla nostra esistenza quando vogliamo, sono state considerazioni che hanno distolto e quindi evitato che l'autore si suicidasse. Nel quarto e ultimo capitolo ci soffermeremo sul primo libro di Cioran ¿Al culmine della disperazione¿, in quanto in questa opera sono presenti tutti i temi, e quindi le ossessioni, che affronteremo in questo elaborato. Inoltre questo libro è importante perché, per l'autore è stato una salvezza, in quanto se non l'avesse scritto si sarebbe suicidato, e grazie a quest'opera ha potuto dare sfogo al suo malessere, infatti attraverso la scrittura ha esorcizzato le sue più grandi ossessioni. Un libro fondamentale non solo perché è grazie ad esso che abbiamo la fortuna di leggere le successive opere di Cioran, ma anche perché, come lui stesso afferma, contiene tutto il suo pensiero.