L'esposizione a fibre d'amianto rappresenta, a più di vent' anni dalla messa al bando del materiale (1992), la principale causa di tumore di natura occupazionale in Italia. Di recente, inoltre, l'attenzione di molti ricercatori è stata rivolta alla presenza di amianto nell' ambiente. Esistono infatti numerosi contesti, sia naturali che di origine antropica, in cui le fibre di amianto possono essere disperse nell' ambiente. Durante lavori di scavo in contesti in cui siano presenti rocce contenenti amianto o durante la movimentazione di rocce e terre provenienti da terreni contaminati da fibre è necessario procedere ad un valutazione del rischio legato alla presenza di questo agente cancerogeno. Purtroppo la normativa attualmente in vigore in materia di rischio amianto è nata in un contesto (quello occupazionale) in cui si presentavano problematiche molto diverse da quelle sollevate dall'amianto presente in natura. Esistono lacune nel definire procedure di campionamento rappresentative e difficoltà oggettive nell'utilizzare approcci analitici progettati per misurare in modo quantitativo il tenore d'amianto in manufatti generalmente privi di fasi minerali omologhe dell'amianto. Per contribuire ad affrontare queste complesse problematiche, questo lavoro di tesi descrive due casi reali e complessi (case study) e le metodologie messe a punto per affrontare correttamente le analisi quantitative richieste. Il primo case study concerne uno studio di fattibilità inerente il rifacimento di una condotta forzata attraverso un progetto che ne preveda la realizzazione in sotterraneo. Il settore interessato dall' ipotesi progettuale è caratterizzato dall' affioramento diffuso di serpentiniti, rocce annoverate tra le principali matrici di minerali fibrosi della famiglia degli amianti, tra cui crisotilo e tremolite. In queste zone è stato eseguito un campionamento superficiale di rocce affioranti, al fine di prelevare una serie di campioni rappresentativi delle condizioni ¿medie¿ di ogni facies petro-strutturale potenzialmente amiantifera. L'approccio seguito (caratterizzazione petrografica e valutazione quantitativa) ha permesso di classificare i litotipi amiantiferi in base al loro contenuto di amianto ed assegnare classi di potenziale pericolosità da amianto alle facies petro-strutturali rilevate nello studio geologico. Il secondo case study si propone di superare le problematiche presenti nella normativa vigente per quanto riguarda le fibre di amianto in terre e rocce da scavo. Infatti, per campioni massivi di ¿pietre verdi¿, di interesse in questo studio, non vi è una metodica standardizzata per l'analisi mediante microscopia elettronica a scansione (SEM) associata con microanalizzatore a raggi X (EDS). Infatti la metodologia di analisi prevista dall'Allegato 1B del DM 6/9/94 è stata definita principalmente per campioni massivi di manufatti contenenti amianto (MCA), costituiti da una matrice profondamente diversa da quella dei campioni rocciosi considerati in questo studio. Principali risultati ottenuti: a) progettazione e realizzazione di una metodica di campionamento sito-specifica che permetta di prelevare campioni rappresentativi; b) determinazione quantitativa con SEM-EDS del tenore di amianto mediante la definizione di diversi criteri metrologici per il conteggio delle fibre; c) validazione, in termini di precisione e accuratezza, di una metodica automatica per l'analisi quantitativa mediante SEM-EDS di materiali naturali contenenti amianto.
LA PROBLEMATICA AMBIENTALE DELLE FIBRE DI AMIANTO NEI TERRENI E NELLE ROCCE DA SCAVO. PROPOSTE ANALITICHE INNOVATIVE PER AFFRONTARE CASI REALI COMPLESSI.
STELLINI, MARCO
2013/2014
Abstract
L'esposizione a fibre d'amianto rappresenta, a più di vent' anni dalla messa al bando del materiale (1992), la principale causa di tumore di natura occupazionale in Italia. Di recente, inoltre, l'attenzione di molti ricercatori è stata rivolta alla presenza di amianto nell' ambiente. Esistono infatti numerosi contesti, sia naturali che di origine antropica, in cui le fibre di amianto possono essere disperse nell' ambiente. Durante lavori di scavo in contesti in cui siano presenti rocce contenenti amianto o durante la movimentazione di rocce e terre provenienti da terreni contaminati da fibre è necessario procedere ad un valutazione del rischio legato alla presenza di questo agente cancerogeno. Purtroppo la normativa attualmente in vigore in materia di rischio amianto è nata in un contesto (quello occupazionale) in cui si presentavano problematiche molto diverse da quelle sollevate dall'amianto presente in natura. Esistono lacune nel definire procedure di campionamento rappresentative e difficoltà oggettive nell'utilizzare approcci analitici progettati per misurare in modo quantitativo il tenore d'amianto in manufatti generalmente privi di fasi minerali omologhe dell'amianto. Per contribuire ad affrontare queste complesse problematiche, questo lavoro di tesi descrive due casi reali e complessi (case study) e le metodologie messe a punto per affrontare correttamente le analisi quantitative richieste. Il primo case study concerne uno studio di fattibilità inerente il rifacimento di una condotta forzata attraverso un progetto che ne preveda la realizzazione in sotterraneo. Il settore interessato dall' ipotesi progettuale è caratterizzato dall' affioramento diffuso di serpentiniti, rocce annoverate tra le principali matrici di minerali fibrosi della famiglia degli amianti, tra cui crisotilo e tremolite. In queste zone è stato eseguito un campionamento superficiale di rocce affioranti, al fine di prelevare una serie di campioni rappresentativi delle condizioni ¿medie¿ di ogni facies petro-strutturale potenzialmente amiantifera. L'approccio seguito (caratterizzazione petrografica e valutazione quantitativa) ha permesso di classificare i litotipi amiantiferi in base al loro contenuto di amianto ed assegnare classi di potenziale pericolosità da amianto alle facies petro-strutturali rilevate nello studio geologico. Il secondo case study si propone di superare le problematiche presenti nella normativa vigente per quanto riguarda le fibre di amianto in terre e rocce da scavo. Infatti, per campioni massivi di ¿pietre verdi¿, di interesse in questo studio, non vi è una metodica standardizzata per l'analisi mediante microscopia elettronica a scansione (SEM) associata con microanalizzatore a raggi X (EDS). Infatti la metodologia di analisi prevista dall'Allegato 1B del DM 6/9/94 è stata definita principalmente per campioni massivi di manufatti contenenti amianto (MCA), costituiti da una matrice profondamente diversa da quella dei campioni rocciosi considerati in questo studio. Principali risultati ottenuti: a) progettazione e realizzazione di una metodica di campionamento sito-specifica che permetta di prelevare campioni rappresentativi; b) determinazione quantitativa con SEM-EDS del tenore di amianto mediante la definizione di diversi criteri metrologici per il conteggio delle fibre; c) validazione, in termini di precisione e accuratezza, di una metodica automatica per l'analisi quantitativa mediante SEM-EDS di materiali naturali contenenti amianto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/45825