La famiglia ha sempre avuto un grande valore sociale fin da tempi remoti, quando rappresentava la comunità umana per eccellenza. Nella fase storica che stiamo vivendo, però, la famiglia risulta essere la parte più fragile della società, a causa di scelte politiche e economiche poco attente alle sue necessità, ma soprattutto poco propense alla sua promozione e valorizzazione. Pertanto, lo stesso mondo del lavoro e l'organizzazione dei servizi all'infanzia danno sempre meno opportunità alle famiglie, che si trovano a dover affrontare diversi problemi quotidiani di difficile gestione. Per poter fronteggiare tali ostacoli si ricorre generalmente a progetti quali l'educativa domiciliare, i centri educativi e aggregativi specializzati e i servizi di doposcuola, interventi rivolti per lo più ai minori, che però spesso non bastano. Ecco allora che entra in gioco l'affido familiare come opportunità di sostegno alle famiglie che vivono un periodo di difficoltà e che pertanto non possono offrire ai propri figli l'equilibrio e la stabilità di cui avrebbero bisogno per crescere. Questa tesi descrive, osserva e analizza i vari aspetti di tale intervento, raccogliendo teorie, pensieri e testimonianze di operatori, minori e famiglie affidatarie. Il lavoro prende spunto dall'esperienza personale e familiare dell'autrice che nel 2005, all'età di ventidue anni e su proposta dei genitori, ha avuto l'occasione di accogliere un ragazzo di dodici anni con problemi familiari e su cui gravava un provvedimento di affido giudiziario. Dopo pochi anni la famiglia si è ulteriormente ingrandita e i minori in affido sono arrivati a essere sei. Nel lavoro, sono riportate le testimonianze dei genitori e dei ragazzi attualmente in affido presso la suddetta famiglia, nonchè di altre realtà facenti parte di un gruppo di famiglie affidatarie che si incontrano abitualmente. Si è analizzato il testo di legge e alcuni articoli della costituzione che hanno come argomento la tutela dei minori e il loro diritto a avere una famiglia. Nell'esperienza pratica, si è riscontrato una predominanza di affidi di tipo giudiziario. Si è presa in considerazione la famiglia affidataria. I principali argomenti trattati riguardano le motivazioni che spingono le famiglie a intraprendere il percorso di affido e informazioni di tipo pratico su tale istituto. Si sono osservati e analizzati alcuni dei momenti più significativi per il minore in affidamento: la comunicazione della scelta di affido e le relative reazioni, l'attesa prima dell'ingresso nella famiglia affidataria con tutte le emozioni e i pensieri connessi, quindi l'ingresso nella casa degli affidatari e la convivenza. Si è sottolineata l'importante differenza tra adolescenti e bambini in affido. Si è posta in rilievo una delle parti fondamentali del progetto di affido ovvero la famiglia d'origine, che oltre a esserne la destinataria, ne è anche la ¿co-autrice¿. Invece, spesso risulta essere praticamente abbandonata. Infine, si è dato ampio spazio ai differenti aspetti del ruolo ricoperto dai Servizi Sociali competenti e, quindi, dagli operatori che seguono i vari casi di affido in corso, riscontrando che spesso le risorse a disposizione non sono sufficienti a soddisfare determinate esigenze progettuali.

Vivere l'affido familiare dalle esperienze alle teorie

BOLOGNESI, FRANCESCA
2012/2013

Abstract

La famiglia ha sempre avuto un grande valore sociale fin da tempi remoti, quando rappresentava la comunità umana per eccellenza. Nella fase storica che stiamo vivendo, però, la famiglia risulta essere la parte più fragile della società, a causa di scelte politiche e economiche poco attente alle sue necessità, ma soprattutto poco propense alla sua promozione e valorizzazione. Pertanto, lo stesso mondo del lavoro e l'organizzazione dei servizi all'infanzia danno sempre meno opportunità alle famiglie, che si trovano a dover affrontare diversi problemi quotidiani di difficile gestione. Per poter fronteggiare tali ostacoli si ricorre generalmente a progetti quali l'educativa domiciliare, i centri educativi e aggregativi specializzati e i servizi di doposcuola, interventi rivolti per lo più ai minori, che però spesso non bastano. Ecco allora che entra in gioco l'affido familiare come opportunità di sostegno alle famiglie che vivono un periodo di difficoltà e che pertanto non possono offrire ai propri figli l'equilibrio e la stabilità di cui avrebbero bisogno per crescere. Questa tesi descrive, osserva e analizza i vari aspetti di tale intervento, raccogliendo teorie, pensieri e testimonianze di operatori, minori e famiglie affidatarie. Il lavoro prende spunto dall'esperienza personale e familiare dell'autrice che nel 2005, all'età di ventidue anni e su proposta dei genitori, ha avuto l'occasione di accogliere un ragazzo di dodici anni con problemi familiari e su cui gravava un provvedimento di affido giudiziario. Dopo pochi anni la famiglia si è ulteriormente ingrandita e i minori in affido sono arrivati a essere sei. Nel lavoro, sono riportate le testimonianze dei genitori e dei ragazzi attualmente in affido presso la suddetta famiglia, nonchè di altre realtà facenti parte di un gruppo di famiglie affidatarie che si incontrano abitualmente. Si è analizzato il testo di legge e alcuni articoli della costituzione che hanno come argomento la tutela dei minori e il loro diritto a avere una famiglia. Nell'esperienza pratica, si è riscontrato una predominanza di affidi di tipo giudiziario. Si è presa in considerazione la famiglia affidataria. I principali argomenti trattati riguardano le motivazioni che spingono le famiglie a intraprendere il percorso di affido e informazioni di tipo pratico su tale istituto. Si sono osservati e analizzati alcuni dei momenti più significativi per il minore in affidamento: la comunicazione della scelta di affido e le relative reazioni, l'attesa prima dell'ingresso nella famiglia affidataria con tutte le emozioni e i pensieri connessi, quindi l'ingresso nella casa degli affidatari e la convivenza. Si è sottolineata l'importante differenza tra adolescenti e bambini in affido. Si è posta in rilievo una delle parti fondamentali del progetto di affido ovvero la famiglia d'origine, che oltre a esserne la destinataria, ne è anche la ¿co-autrice¿. Invece, spesso risulta essere praticamente abbandonata. Infine, si è dato ampio spazio ai differenti aspetti del ruolo ricoperto dai Servizi Sociali competenti e, quindi, dagli operatori che seguono i vari casi di affido in corso, riscontrando che spesso le risorse a disposizione non sono sufficienti a soddisfare determinate esigenze progettuali.
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