Binge Eating Disorder (BED) was introduced as an autonomous diagnostic category only in the fifth edition of the Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders (DSM5), released in May 2013. The key symptom of BED is the episodes of binge eating without compensatory behaviors and the feelings of marked psychological distress associated with them. Despite its recent introduction into the constellation of Eating Behavior Disorders, BED is a relatively common disorder and it is likely that, in the coming years, its incidence will increase further. The reasons for this "social epidemic" are attributable to several factors and those of a socio-cultural nature appear to be of particular importance. In recent years, in fact, there has been a trend of exponential increase in obesity on a world scale, coinciding with some profound changes in the food scenario in industrialized countries. For this reason, some authors describe Binge Eating Disorder as a "cultural syndrome". The literature accurately characterized this disorder and differentiated it from obesity and other DCAs. However, the brain alterations responsible for the different phenomenological manifestations of this disorder still need to be clarified in part. Only in recent years functional magnetic resonance imaging (fMRI) studies aimed at elucidating the brain alterations underlying this pathology. Understanding of the neural systems underlying the eating behavior in the BED is fundamental for the development of forms of treatment for this pathology. Given the importance of understanding the neurobiological contribution of certain psychopathological aspects and given the particular difficulty existing in the context of DCA, Neuroimaging has to date the role of being a valid tool in the study of neuronal patterns potentially involved in treatment resistance. Numerous evidences support the importance of results related to resting brain activity (Resting State), defining it as an indirect mirror of reflexive thought, of self awareness and of the enteroceptive sphere. The data coming from these investigations seem to corroborate the results obtained from some studies on the fact that there are specific neural and biological correlates related to some psychiatric pathologies. Some researchers interpret the activity of the Resting State as a direct mode of access to the functions related to the self; this functional activity could provide valuable indications to the clinician to reflect on therapeutic models that need to be reviewed and improved. The aim of this study is to explore the neurofunctional circuits at rest of BED patients through functional magnetic resonance (fMRI), with the aim of correlating any differences with clinical and psychopathological aspects and comparing them with control subjects. It is expected that the brain networks show a different activation between the two groups, correlating differently with the clinical and psychopathological characteristics of the patients, providing greater clarity than primarily neurobiological aspects on which to act with more incisive therapeutic interventions able to counteract the phenomenon of therapeutic drop-out
Il Disturbo da Binge Eating (Binge Eating Disorder, BED) è stato introdotto come categoria diagnostica autonoma solo nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM5), uscito nel maggio 2013. Il sintomo cardine del BED sono gli episodi di abbuffata senza condotte di compensazione e i sentimenti di marcato disagio psicologico associati ad esse. Nonostante la sua recente introduzione all'interno della costellazione dei Disturbi del Comportamento Alimentare, il BED è un disturbo relativamente comune ed è probabile che, nei prossimi anni, la sua incidenza aumenterà ancora. Le ragioni di questa ¿epidemia sociale¿ sono imputabili a diversi fattori e di particolare rilievo appaiono quelli di natura socioculturale. Negli ultimi anni, infatti, si assiste ad un trend di aumento esponenziale dell'obesità su scala mondiale, coincidente con alcuni profondi cambiamenti nello scenario alimentare nei paesi industrializzati. Alcuni autori, per questo motivo, sono arrivati a descrivere il Binge Eating Disorder come una ¿sindrome culturale¿. La letteratura ha caratterizzato in maniera precisa questo disturbo e lo ha differenziato dall'obesità e dagli altri DCA. Tuttavia, le alterazioni cerebrali responsabili delle diverse manifestazioni fenomenologiche di questo disturbo devono ancora essere in parte chiarite. Solo in anni recenti hanno preso il via studi di risonanza magnetica funzionale (fMRI) indirizzati a chiarire le alterazioni cerebrali sottese a questa patologia. La comprensione dei sistemi neurali alla base dei comportamenti alimentari nel BED è fondamentale per lo sviluppo di forme di trattamento per questa patologia. Data l'importanza di comprendere il contributo neurobiologico di determinati aspetti psicopatologici e vista la particolare difficoltà esistente nel contesto dei DCA, il Neuroimaging riveste ad oggi il ruolo di essere uno strumento validato nello studio dei pattern neuronali potenzialmente coinvolti nella resistenza al trattamento. Numerose evidenze supportano l'importanza dei risultati relativi all'attività cerebrale a riposo (Resting State), definendola come uno specchio indiretto del pensiero riflessivo, della consapevolezza di sé e della sfera enterocettiva. I dati provenienti da tali indagini sembrano corroborare i risultati ottenuti da alcuni studi circa il fatto che esistano dei correlati neurali e biologici specifici e condivisi rispetto ad alcune patologie psichiatriche. Alcuni ricercatori interpretano l'attività del Resting State come una modalità diretta di accesso alle funzioni correlate al sé; tale attività funzionale potrebbe fornire delle preziose indicazioni al clinico per riflettere su modelli terapeutici a tratti da rivedere e da perfezionare. Lo scopo di questo studio è quello di esplorare tramite Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) i circuiti neurofunzionali a riposo di pazienti affetti da BED, con l'obiettivo di correlare eventuali differenze con aspetti clinici e psicopatologici e di confrontarli con soggetti di controllo. Ci si attende che i network cerebrali mostrino un'attivazione differente tra i due gruppi, correlando differentemente con le caratteristiche cliniche, psicopatologiche dei pazienti fornendo maggior chiarezza rispetto ad aspetti primariamente neurobiologici su cui poter agire con interventi terapeutici maggiormente incisivi e in grado di contrastare il fenomeno del drop out terapeutico.
Esplorazione preliminare con risonanza magnetica funzionale delle dinamiche psicopatologiche del Binge Eating Disorder
ARLETTI, LUCA
2017/2018
Abstract
Il Disturbo da Binge Eating (Binge Eating Disorder, BED) è stato introdotto come categoria diagnostica autonoma solo nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM5), uscito nel maggio 2013. Il sintomo cardine del BED sono gli episodi di abbuffata senza condotte di compensazione e i sentimenti di marcato disagio psicologico associati ad esse. Nonostante la sua recente introduzione all'interno della costellazione dei Disturbi del Comportamento Alimentare, il BED è un disturbo relativamente comune ed è probabile che, nei prossimi anni, la sua incidenza aumenterà ancora. Le ragioni di questa ¿epidemia sociale¿ sono imputabili a diversi fattori e di particolare rilievo appaiono quelli di natura socioculturale. Negli ultimi anni, infatti, si assiste ad un trend di aumento esponenziale dell'obesità su scala mondiale, coincidente con alcuni profondi cambiamenti nello scenario alimentare nei paesi industrializzati. Alcuni autori, per questo motivo, sono arrivati a descrivere il Binge Eating Disorder come una ¿sindrome culturale¿. La letteratura ha caratterizzato in maniera precisa questo disturbo e lo ha differenziato dall'obesità e dagli altri DCA. Tuttavia, le alterazioni cerebrali responsabili delle diverse manifestazioni fenomenologiche di questo disturbo devono ancora essere in parte chiarite. Solo in anni recenti hanno preso il via studi di risonanza magnetica funzionale (fMRI) indirizzati a chiarire le alterazioni cerebrali sottese a questa patologia. La comprensione dei sistemi neurali alla base dei comportamenti alimentari nel BED è fondamentale per lo sviluppo di forme di trattamento per questa patologia. Data l'importanza di comprendere il contributo neurobiologico di determinati aspetti psicopatologici e vista la particolare difficoltà esistente nel contesto dei DCA, il Neuroimaging riveste ad oggi il ruolo di essere uno strumento validato nello studio dei pattern neuronali potenzialmente coinvolti nella resistenza al trattamento. Numerose evidenze supportano l'importanza dei risultati relativi all'attività cerebrale a riposo (Resting State), definendola come uno specchio indiretto del pensiero riflessivo, della consapevolezza di sé e della sfera enterocettiva. I dati provenienti da tali indagini sembrano corroborare i risultati ottenuti da alcuni studi circa il fatto che esistano dei correlati neurali e biologici specifici e condivisi rispetto ad alcune patologie psichiatriche. Alcuni ricercatori interpretano l'attività del Resting State come una modalità diretta di accesso alle funzioni correlate al sé; tale attività funzionale potrebbe fornire delle preziose indicazioni al clinico per riflettere su modelli terapeutici a tratti da rivedere e da perfezionare. Lo scopo di questo studio è quello di esplorare tramite Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) i circuiti neurofunzionali a riposo di pazienti affetti da BED, con l'obiettivo di correlare eventuali differenze con aspetti clinici e psicopatologici e di confrontarli con soggetti di controllo. Ci si attende che i network cerebrali mostrino un'attivazione differente tra i due gruppi, correlando differentemente con le caratteristiche cliniche, psicopatologiche dei pazienti fornendo maggior chiarezza rispetto ad aspetti primariamente neurobiologici su cui poter agire con interventi terapeutici maggiormente incisivi e in grado di contrastare il fenomeno del drop out terapeutico.File | Dimensione | Formato | |
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