La psicopatia è un tema che da sempre ha suscitato grandissimo interesse nel mondo scientifico, ed è sempre stata vista con occhi pieni di fascino dal mondo letterario e in generale nella cultura di massa (da sempre anche film e serie televisive ritraggono la figura di un soggetto affascinante e seducente che con un sorriso e apparente bonarietà riesce a far presa sull’interlocutore per piegarlo al proprio volere). Spesso lo psicopatico è stato raffigurato anche come violento assassino senza scrupoli, freddo e distaccato. Tutto ciò rappresenta sicuramente l’eredità di Hervey Cleckley, padre della concezione moderna della psicopatia, che ha delineato la figura della convincente maschera della sanità mentale (1941). Con questo termine voleva proprio riferirsi ad un soggetto affascinante e ottimo interlocutore ma che cela dentro di sé una natura totalmente diversa, come fosse un attore che recita uno spettacolo. Dietro la maschera, infatti, è presente un individuo caotico e sconsiderato, incapace di formare stretti legami affettivi e totalmente mancante di empatia e senso di colpa. Parallelamente a Cleckley è stata sviluppata una seconda concezione della psicopatia che vede questo costrutto tipizzato in due varianti principali (Karpman, 1941, 1948): una variante idiopatica (o primaria), ereditaria e le cui caratteristiche distintive sono quelle poi delineate da Cleckley, e una variante sintomatica (o secondaria), molto meno rappresentata dal mondo letterario, acquisita come conseguenza di traumi e abusi subiti durante l’infanzia, che può essere distinta in maniera evidente dalla prima variante per via della presenza nel soggetto di sintomi ansiosi e di altre condizioni ad essi associati (irritabilità, affettività negativa, tensione fisica e costante preoccupazione). L’obiettivo di questo elaborato è proprio quello di individuare le caratteristiche principali e distintive della psicopatia secondaria, fornendo poi un esempio di questa figura che viene ben rappresentata da Patrick Bateman, protagonista del romanzo American Psycho (Bret Easton Ellis, 1991). Dopo aver delineato la storia evolutiva del termine e del costrutto psicopatia, sono stati analizzati gli studi che avevano lo scopo di individuare una eventuale e possibile correlazione tra psicopatia, ansia e condizioni associate, in modo da distinguere sottotipi psicopatici in primari (senza ansia) e secondari (con ansia) per cercare di comprendere quali potessero essere le caratteristiche distintive di questa seconda variante. Successivamente, è stata analizzata la figura di Patrick Bateman, andando alla ricerca nel romanzo di tutte quelle condizioni, pensieri, atteggiamenti, azioni, situazioni, che potessero essere evocative non solo della psicopatia, ma anche dei disturbi d’ansia. Il protagonista, infatti, può costituire un buon esempio di psicopatico, è giovane, ricco e affascinante, ma il terrore senza nome da lui più volte menzionato nel corso della narrazione, insieme alla costante sensazione di tensione e di preoccupazione che vengono descritte nel romanzo, fanno sicuramente pensare a un perfetto prototipo di psicopatico ansioso, rendendo quindi possibile ricondurlo alla variante secondaria della psicopatia.

Il volto ansioso della psicopatia: American Psycho

COLOMBO-GIANAZZI, SILVIA
2020/2021

Abstract

La psicopatia è un tema che da sempre ha suscitato grandissimo interesse nel mondo scientifico, ed è sempre stata vista con occhi pieni di fascino dal mondo letterario e in generale nella cultura di massa (da sempre anche film e serie televisive ritraggono la figura di un soggetto affascinante e seducente che con un sorriso e apparente bonarietà riesce a far presa sull’interlocutore per piegarlo al proprio volere). Spesso lo psicopatico è stato raffigurato anche come violento assassino senza scrupoli, freddo e distaccato. Tutto ciò rappresenta sicuramente l’eredità di Hervey Cleckley, padre della concezione moderna della psicopatia, che ha delineato la figura della convincente maschera della sanità mentale (1941). Con questo termine voleva proprio riferirsi ad un soggetto affascinante e ottimo interlocutore ma che cela dentro di sé una natura totalmente diversa, come fosse un attore che recita uno spettacolo. Dietro la maschera, infatti, è presente un individuo caotico e sconsiderato, incapace di formare stretti legami affettivi e totalmente mancante di empatia e senso di colpa. Parallelamente a Cleckley è stata sviluppata una seconda concezione della psicopatia che vede questo costrutto tipizzato in due varianti principali (Karpman, 1941, 1948): una variante idiopatica (o primaria), ereditaria e le cui caratteristiche distintive sono quelle poi delineate da Cleckley, e una variante sintomatica (o secondaria), molto meno rappresentata dal mondo letterario, acquisita come conseguenza di traumi e abusi subiti durante l’infanzia, che può essere distinta in maniera evidente dalla prima variante per via della presenza nel soggetto di sintomi ansiosi e di altre condizioni ad essi associati (irritabilità, affettività negativa, tensione fisica e costante preoccupazione). L’obiettivo di questo elaborato è proprio quello di individuare le caratteristiche principali e distintive della psicopatia secondaria, fornendo poi un esempio di questa figura che viene ben rappresentata da Patrick Bateman, protagonista del romanzo American Psycho (Bret Easton Ellis, 1991). Dopo aver delineato la storia evolutiva del termine e del costrutto psicopatia, sono stati analizzati gli studi che avevano lo scopo di individuare una eventuale e possibile correlazione tra psicopatia, ansia e condizioni associate, in modo da distinguere sottotipi psicopatici in primari (senza ansia) e secondari (con ansia) per cercare di comprendere quali potessero essere le caratteristiche distintive di questa seconda variante. Successivamente, è stata analizzata la figura di Patrick Bateman, andando alla ricerca nel romanzo di tutte quelle condizioni, pensieri, atteggiamenti, azioni, situazioni, che potessero essere evocative non solo della psicopatia, ma anche dei disturbi d’ansia. Il protagonista, infatti, può costituire un buon esempio di psicopatico, è giovane, ricco e affascinante, ma il terrore senza nome da lui più volte menzionato nel corso della narrazione, insieme alla costante sensazione di tensione e di preoccupazione che vengono descritte nel romanzo, fanno sicuramente pensare a un perfetto prototipo di psicopatico ansioso, rendendo quindi possibile ricondurlo alla variante secondaria della psicopatia.
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