BPA is the field of forensic science that consist of the study and analysis of bloodstains at a crime scene with the purpose of drawing conclusions about their nature and the mechanism that have produced them. It is used mostly in cases involving violent crimes, in which large quantities of blood are present, and can offer a valid support to the investigation activity, providing important information in order to the reconstruction of the criminodynamics. Moreover, the elements on crime scene (including bloodstains) carry within themselves numerous clues concerning the subject responsible for the aggression, from a psychological perspective as well. In the first chapter the historical framework of BPA is presented, considering both the evidence regarding the informal use of the technique over the centuries and the informations from scientific research carried out since the end of XIX century. Then, it is introduced the bloodstains classification proposed in 2005 by James, which is considered the gold standard in the guidelines drawn up by International Association of Bloodstain Pattern Analysts (IABPA). In the second chapter offers an overview of the possible applications of BPA in forensic investigation. In particular, the usefulness of bloodstain analysis in determining the impact dynamics and in reconstructing the event is addressed. Furthermore, it is introduced the criminal profiling technique known as Behavioral Evidence Analysis (BEA), which makes use of the physical evidence resulting from crime scene analysis with the aim of formulating an assessment of the offender personality. In this regard, the points of encounter between BPA and BEA are analysed in order to highlight how important an accurate analysis of bloodstain patterns is in identifying the characteristics of the offender. At last, the third chapter is dedicated to the analysis of two court cases in which BPA had a central role: Sheppard case (USA) and Cogne case (Italy).
La BPA è un metodo utilizzato dalle scienze forensi che consiste nello studio scientifico delle macchie di sangue sulla scena del crimine con l'obiettivo di trarre inferenze sulla loro natura e sui meccanismi che le hanno prodotte. La tecnica viene utilizzata maggiormente nei casi che coinvolgono crimini violenti, nei quali sono presenti grandi quantità di sangue, e può offrire un valido supporto all'attività di investigazione, fornendo informazioni importanti ai fini della ricostruzione della criminodinamica. Inoltre, gli elementi presenti sulla scena del crimine (comprese le macchie di sangue) portano con sé numerosi indizi riguardanti il soggetto colpevole di aver messo in atto l'aggressione, anche dal punto di vista psicologico. Il primo capitolo di questo elaborato offre un'inquadramento storico della tecnica, prendendo in considerazione tanto le informazioni relative all'uso informale della tecnica nel corso dei secoli quanto quelle derivanti dagli studi scientifici ufficiali portati avanti a partire dalla fine del XIX secolo. Successivamente viene presentata la classificazione delle macchie di sangue proposta da James nel 2005, adottata come metodo gold standard nelle linee guida fornite dalla International Association of Bloodstain Pattern Analysts (IABPA). Il secondo capitolo offre una visione complessiva di quali possono essere le applicazioni della BPA in ambito investigativo. In particolare, si affronta l'utilità dell'analisi delle macchie di sangue nella determinazione della dinamica di impatto e nella ricostruzione dell'evento. Inoltre, viene introdotta la tecnica di profilazione criminale nota come Behavioral Evidence Analysis (BEA), la quale si serve delle evidenze fisiche risultati dalle attività di sopralluogo sulla scena del crimine con l'obiettivo di formulare una valutazione della personalità dell'offender. A questo proposito, sono analizzati i punti di incontro tra BPA e BEA al fine di evidenziare quanto l'analisi accurata dei pattern ematici sia importante nella ricerca del reo. Infine, il terzo capitolo è dedicato all'analisi di due casi giudiziari che hanno visto protagonista la BPA: il caso Sheppard (Stati Uniti) e il Delitto di Cogne (Italia).
Bloodstain Pattern Analysis: l'impiego della tecnica nei processi di ricostruzione della criminodinamica e di profilazione psicologica dell'offender.
PECAR, SARA
2020/2021
Abstract
La BPA è un metodo utilizzato dalle scienze forensi che consiste nello studio scientifico delle macchie di sangue sulla scena del crimine con l'obiettivo di trarre inferenze sulla loro natura e sui meccanismi che le hanno prodotte. La tecnica viene utilizzata maggiormente nei casi che coinvolgono crimini violenti, nei quali sono presenti grandi quantità di sangue, e può offrire un valido supporto all'attività di investigazione, fornendo informazioni importanti ai fini della ricostruzione della criminodinamica. Inoltre, gli elementi presenti sulla scena del crimine (comprese le macchie di sangue) portano con sé numerosi indizi riguardanti il soggetto colpevole di aver messo in atto l'aggressione, anche dal punto di vista psicologico. Il primo capitolo di questo elaborato offre un'inquadramento storico della tecnica, prendendo in considerazione tanto le informazioni relative all'uso informale della tecnica nel corso dei secoli quanto quelle derivanti dagli studi scientifici ufficiali portati avanti a partire dalla fine del XIX secolo. Successivamente viene presentata la classificazione delle macchie di sangue proposta da James nel 2005, adottata come metodo gold standard nelle linee guida fornite dalla International Association of Bloodstain Pattern Analysts (IABPA). Il secondo capitolo offre una visione complessiva di quali possono essere le applicazioni della BPA in ambito investigativo. In particolare, si affronta l'utilità dell'analisi delle macchie di sangue nella determinazione della dinamica di impatto e nella ricostruzione dell'evento. Inoltre, viene introdotta la tecnica di profilazione criminale nota come Behavioral Evidence Analysis (BEA), la quale si serve delle evidenze fisiche risultati dalle attività di sopralluogo sulla scena del crimine con l'obiettivo di formulare una valutazione della personalità dell'offender. A questo proposito, sono analizzati i punti di incontro tra BPA e BEA al fine di evidenziare quanto l'analisi accurata dei pattern ematici sia importante nella ricerca del reo. Infine, il terzo capitolo è dedicato all'analisi di due casi giudiziari che hanno visto protagonista la BPA: il caso Sheppard (Stati Uniti) e il Delitto di Cogne (Italia).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/45436