Cosa vuol dire essere felici? Il concetto di felicità ha per secoli stimolato il pensiero dei più celebri filosofi, storici ed economisti nel tentativo di trovare una risposta convincente. É dunque evidente come la definizione stessa di felicità sia legata in maniera indissolubile a una matrice culturale e temporale. Integrando più ambiti disciplinari nell'ottica di un'indagine scientifica, a metà del XX secolo, si raggiunge un consenso sulla prospettiva sociopsicologica del campo di fattori contribuenti al mantenimento o alla perturbazione di uno stato di felicità. Emerge un chiaro collegamento tra benessere e felicità, supportato da parametri sia soggettivi che oggettivi. Se per decenni il benessere di una nazione, e dei suoi cittadini, era restituito esclusivamente da un rapporto di indicatori economici, primi tra tutti, il Pil, il tasso di disoccupazione e di inflazione, adesso quella correlazione lineare tra reddito e felicità è messa in discussione. La crisi del paradigma dell'età dei consumi sfocia in una rivalutazione del contributo degli aspetti socio relazionali, ambientali e politici nell'analisi dello sviluppo di un Paese. Crolla l'identità tra reddito e felicità come presupposto a sostegno del modello microeconomico di correlazione tra benessere e ampliamento della varietà di scelta. L'inappropriatezza di questi indicatori risulta tanto più lampante quando si esamina la ristrettezza del loro raggio di rappresentazione: il prodotto interno lordo misurando profitto, consumi e crescita economica, non tiene conto di variabili importanti quali le transazioni sociali, quelle di volontariato, quelle no-profit, per citarne alcune. La sfida, a questo punto, è quella di rintracciare uno o più indicatori in grado di restituire uno strumento per comprendere e analizzare complessivamente il livello di felicità e benessere di un paese. Questo lavoro offre un quadro informativo sull'economia della felicità, sulla problematica del superamento del PIL come indicatore di benessere e sulla scelta di indicatori complementari a questo.
Economia della felicità: aspetti teorici ed empirici
GRASSO, IRENE
2017/2018
Abstract
Cosa vuol dire essere felici? Il concetto di felicità ha per secoli stimolato il pensiero dei più celebri filosofi, storici ed economisti nel tentativo di trovare una risposta convincente. É dunque evidente come la definizione stessa di felicità sia legata in maniera indissolubile a una matrice culturale e temporale. Integrando più ambiti disciplinari nell'ottica di un'indagine scientifica, a metà del XX secolo, si raggiunge un consenso sulla prospettiva sociopsicologica del campo di fattori contribuenti al mantenimento o alla perturbazione di uno stato di felicità. Emerge un chiaro collegamento tra benessere e felicità, supportato da parametri sia soggettivi che oggettivi. Se per decenni il benessere di una nazione, e dei suoi cittadini, era restituito esclusivamente da un rapporto di indicatori economici, primi tra tutti, il Pil, il tasso di disoccupazione e di inflazione, adesso quella correlazione lineare tra reddito e felicità è messa in discussione. La crisi del paradigma dell'età dei consumi sfocia in una rivalutazione del contributo degli aspetti socio relazionali, ambientali e politici nell'analisi dello sviluppo di un Paese. Crolla l'identità tra reddito e felicità come presupposto a sostegno del modello microeconomico di correlazione tra benessere e ampliamento della varietà di scelta. L'inappropriatezza di questi indicatori risulta tanto più lampante quando si esamina la ristrettezza del loro raggio di rappresentazione: il prodotto interno lordo misurando profitto, consumi e crescita economica, non tiene conto di variabili importanti quali le transazioni sociali, quelle di volontariato, quelle no-profit, per citarne alcune. La sfida, a questo punto, è quella di rintracciare uno o più indicatori in grado di restituire uno strumento per comprendere e analizzare complessivamente il livello di felicità e benessere di un paese. Questo lavoro offre un quadro informativo sull'economia della felicità, sulla problematica del superamento del PIL come indicatore di benessere e sulla scelta di indicatori complementari a questo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/45146