L'innovazione costituisce una leva strategica imprescindibile per le imprese, necessaria per conquistare nicchie di vantaggio competitivo. Gli investimenti in ricerca e sviluppo risultano determinanti nel processo dell'innovazione e sono empiricamente correlati ad un aumento della redditività e della competitività delle imprese, pertanto assumono un ruolo strategico di medio/lungo termine sempre più decisivo per affrontare la sfida dei mercati internazionali. La sfida investe prima di tutto le imprese, tuttavia gli organismi pubblici sono tenuti ad intervenire per stimolare e direzionare gli investimenti delle imprese, considerando anche le esternalità positive prodotte dalla ricerca nel campo della conoscenza. Il credito d'imposta per investimenti in ricerca e sviluppo introdotto dal DL 145/2013, ed in vigore per gli anni dal 2015 al 2020, è uno degli interventi pubblici a sostegno degli investimenti delle imprese in R&D. L'agevolazione può raggiungere livelli consistenti, non essendo soggetta alle limitazioni degli aiuti de minimis previste in ambito UE. Si tratta di un'agevolazione dal forte potenziale, caratterizzata dall'automaticità della fruizione: il credito maturato può essere utilizzato in compensazione dal periodo d'imposta successivo a quello di effettuazione degli investimenti, con un diretto impatto sul tax rate; i controlli sull'ammissibilità delle attività di R&D implementate e delle spese connesse vengono effettuati solo successivamente dall'Amministrazione finanziaria. Come ogni investimento, l'impiego di risorse umane, tecniche e finanziarie in attività di ricerca e sviluppo comporta inevitabilmente i rischi di insuccesso tecnico e finanziario, pertanto l'ambiente più fertile per tali investimenti deve essere contraddistinto dal più alto grado di certezza possibile. Al contrario, l'incertezza normativa e le continue variazioni del contesto economico e regolamentare alimentano il fattore ¿incertezza¿ che scoraggia gli investimenti e ne riduce gli effetti positivi sul tessuto economico. La disciplina del credito d'imposta soffre del problema atavico di un contesto legislativo e fiscale connotato da frequenti modifiche e conseguenti incertezze interpretative ed applicative. Di conseguenza, la prassi emanata dall'Agenzia delle Entrate e dal Ministero dello sviluppo economico è copiosa e rincorre le modifiche legislative. Il presente lavoro analizza la normativa istitutiva ed attuativa del credito d'imposta per investimenti in R&D, nonché il trattamento contabile e gli aspetti fiscali coinvolti. L'analisi del quadro normativo, contabile e fiscale cerca di fornire un taglio pratico, ponendosi nell'ottica delle imprese che vogliono beneficiare dell'agevolazione ed evidenziando gli aspetti più critici della gestione fiscale e contabile dello stesso. L'automaticità dell'agevolazione, pur essendo un fattore attrattivo per i soggetti investitori, costituisce una circostanza insidiosa, poiché un'errata interpretazione della normativa o della prassi collegata potrebbe portare in sede di controlli successivi al disconoscimento del credito d'imposta fruito. Per questo motivo, la gestione del credito d'imposta e la relativa documentazione necessitano la massima attenzione da parte delle imprese beneficiarie. La disamina sul credito d'imposta termina con l'analisi degli aspetti sanzionatori amministrativi e penali, che in alcuni casi possono risultare abbastanza gravosi.

IL CREDITO D'IMPOSTA PER GLI INVESTIMENTI IN R&S: ANALISI DEL QUADRO NORMATIVO E DEGLI ASPETTI CONTABILI E FISCALI

CARNEMOLLA, ALESSANDRO
2017/2018

Abstract

L'innovazione costituisce una leva strategica imprescindibile per le imprese, necessaria per conquistare nicchie di vantaggio competitivo. Gli investimenti in ricerca e sviluppo risultano determinanti nel processo dell'innovazione e sono empiricamente correlati ad un aumento della redditività e della competitività delle imprese, pertanto assumono un ruolo strategico di medio/lungo termine sempre più decisivo per affrontare la sfida dei mercati internazionali. La sfida investe prima di tutto le imprese, tuttavia gli organismi pubblici sono tenuti ad intervenire per stimolare e direzionare gli investimenti delle imprese, considerando anche le esternalità positive prodotte dalla ricerca nel campo della conoscenza. Il credito d'imposta per investimenti in ricerca e sviluppo introdotto dal DL 145/2013, ed in vigore per gli anni dal 2015 al 2020, è uno degli interventi pubblici a sostegno degli investimenti delle imprese in R&D. L'agevolazione può raggiungere livelli consistenti, non essendo soggetta alle limitazioni degli aiuti de minimis previste in ambito UE. Si tratta di un'agevolazione dal forte potenziale, caratterizzata dall'automaticità della fruizione: il credito maturato può essere utilizzato in compensazione dal periodo d'imposta successivo a quello di effettuazione degli investimenti, con un diretto impatto sul tax rate; i controlli sull'ammissibilità delle attività di R&D implementate e delle spese connesse vengono effettuati solo successivamente dall'Amministrazione finanziaria. Come ogni investimento, l'impiego di risorse umane, tecniche e finanziarie in attività di ricerca e sviluppo comporta inevitabilmente i rischi di insuccesso tecnico e finanziario, pertanto l'ambiente più fertile per tali investimenti deve essere contraddistinto dal più alto grado di certezza possibile. Al contrario, l'incertezza normativa e le continue variazioni del contesto economico e regolamentare alimentano il fattore ¿incertezza¿ che scoraggia gli investimenti e ne riduce gli effetti positivi sul tessuto economico. La disciplina del credito d'imposta soffre del problema atavico di un contesto legislativo e fiscale connotato da frequenti modifiche e conseguenti incertezze interpretative ed applicative. Di conseguenza, la prassi emanata dall'Agenzia delle Entrate e dal Ministero dello sviluppo economico è copiosa e rincorre le modifiche legislative. Il presente lavoro analizza la normativa istitutiva ed attuativa del credito d'imposta per investimenti in R&D, nonché il trattamento contabile e gli aspetti fiscali coinvolti. L'analisi del quadro normativo, contabile e fiscale cerca di fornire un taglio pratico, ponendosi nell'ottica delle imprese che vogliono beneficiare dell'agevolazione ed evidenziando gli aspetti più critici della gestione fiscale e contabile dello stesso. L'automaticità dell'agevolazione, pur essendo un fattore attrattivo per i soggetti investitori, costituisce una circostanza insidiosa, poiché un'errata interpretazione della normativa o della prassi collegata potrebbe portare in sede di controlli successivi al disconoscimento del credito d'imposta fruito. Per questo motivo, la gestione del credito d'imposta e la relativa documentazione necessitano la massima attenzione da parte delle imprese beneficiarie. La disamina sul credito d'imposta termina con l'analisi degli aspetti sanzionatori amministrativi e penali, che in alcuni casi possono risultare abbastanza gravosi.
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