Sono sempre più numerosi i casi riportati dalle cronache sportive di atleti che affidano il risultato delle proprie performance a sostanze illecite, sia a livello agonistico che a livello amatoriale. Il campo farmaceutico è la principale fonte di ispirazione per disporre di molecole innovative che presentino, oltre a proprietà terapeutiche, anche quelle dopanti. A partire dagli anni 30, quando ne fu scoperta la struttura a scopo terapeutico (per la cura di numerose patologie correlate al deperimento organico dell'organismo e per problemi di natura ormonale) tale farmaco divenne molto comune anche nelle palestre per via del suo effetto anabolico ovvero di sintesi organica di biomolecole, quali componenti cellulari, tissutali o più semplicemente sostanze nutritive. Per via dei numerosi effetti collaterali riscontrati nel corso degli anni, la ricerca farmaceutica si è spinta attraverso il drug design, verso la realizzazione di di nuovi farmaci in grado di legare gli stessi recettori cellulari degli steroidi, aumentare la selettività tissutale, aumentare la biodisponibilità orale e non ultimo, comportare minori effetti collaterali: i SARMs (Selective Androgen Receptor Modulators). La conoscenza del cammino metabolico di un farmaco e dei suoi prodotti di biotrasformazione risulta fondamentale per garantire la sicurezza del trattamento ai pazienti che si sottopongono alla terapia (tipo di somministrazione, dose efficace, eventuali intermedi tossici, etc..) e parallelamente, ad aiutare i laboratori anti-doping ad ottimizzare i propri protocolli annoverando più metaboliti tra gli analiti ricercati. In questo lavoro di tesi è stato testato un metodo alternativo per la sintesi di metaboliti di fase I su due SARM arilpropionammidici (Andarine ed Ostarine): il sistema redox TiO2/luce UV in cui il fotocatalizzatore (TiO2) opportunamente irradiato in ambiente acquoso risulta in grado di mimare il metabolismo epatico di una sostanza campione. I risultati così ottenuti sono stati successivamente confrontati con quelli acquisiti mediante sintesi in vitro con enzimi epatici microsomiali di ratto Sprague-Dawley.
CARATTERIZZAZIONE MEDIANTE HPLC-MS DEL PROFILO METABOLICO DI NUOVI AGENTI DOPANTI. CONFRONTO TRA METABOLITI OTTENUTI IN VITRO E TRAMITE SISTEMI DI OSSIDAZIONE SINTETICI.
GALLON, ALESSIA SONIA
2012/2013
Abstract
Sono sempre più numerosi i casi riportati dalle cronache sportive di atleti che affidano il risultato delle proprie performance a sostanze illecite, sia a livello agonistico che a livello amatoriale. Il campo farmaceutico è la principale fonte di ispirazione per disporre di molecole innovative che presentino, oltre a proprietà terapeutiche, anche quelle dopanti. A partire dagli anni 30, quando ne fu scoperta la struttura a scopo terapeutico (per la cura di numerose patologie correlate al deperimento organico dell'organismo e per problemi di natura ormonale) tale farmaco divenne molto comune anche nelle palestre per via del suo effetto anabolico ovvero di sintesi organica di biomolecole, quali componenti cellulari, tissutali o più semplicemente sostanze nutritive. Per via dei numerosi effetti collaterali riscontrati nel corso degli anni, la ricerca farmaceutica si è spinta attraverso il drug design, verso la realizzazione di di nuovi farmaci in grado di legare gli stessi recettori cellulari degli steroidi, aumentare la selettività tissutale, aumentare la biodisponibilità orale e non ultimo, comportare minori effetti collaterali: i SARMs (Selective Androgen Receptor Modulators). La conoscenza del cammino metabolico di un farmaco e dei suoi prodotti di biotrasformazione risulta fondamentale per garantire la sicurezza del trattamento ai pazienti che si sottopongono alla terapia (tipo di somministrazione, dose efficace, eventuali intermedi tossici, etc..) e parallelamente, ad aiutare i laboratori anti-doping ad ottimizzare i propri protocolli annoverando più metaboliti tra gli analiti ricercati. In questo lavoro di tesi è stato testato un metodo alternativo per la sintesi di metaboliti di fase I su due SARM arilpropionammidici (Andarine ed Ostarine): il sistema redox TiO2/luce UV in cui il fotocatalizzatore (TiO2) opportunamente irradiato in ambiente acquoso risulta in grado di mimare il metabolismo epatico di una sostanza campione. I risultati così ottenuti sono stati successivamente confrontati con quelli acquisiti mediante sintesi in vitro con enzimi epatici microsomiali di ratto Sprague-Dawley.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/45042