Testimonianze personali e vividi aneddoti rappresentano una delle più popolari e apparentemente convincenti forme di "prove" addotte a favore di credenze trascendentali, occulte e pseudoscientifiche. Se non vi è modo di verificare le affermazioni fatte, non si potrà nemmeno giudicare se l'esperienza in sè è stata una mera illusione o se invece è stata intrepretata correttamente. Ma se racconti del genere non sono attendibili, come mai risultano tanto popolari e convincenti? Le ragioni possono essere molteplici. Le testimoninaze sono spesso vivide e dettagliate, il che le rende credibili all'apparenza. Sono spesso addotte da gente molto entusiasta, che sembra onesta ed affidabile, senza motivi verosimili per volerci ingannare. Infine, testimonianze che risultano credibili perchè molta gente ci vuole credere, nonostante non abbiano alcun valore di per sè e qualora non siano verificabili in alcun modo. Da sempre nel grande circo della vita, tutti, a turno, passiamo dal ruolo degli ingannatori a quelli degli ingannati in un continuo alternarsi di situazioni che ci pone nella paradossale necessità di dover acquisire una doppia e contrastante competenza: saper mentire e saper riconoscere la menzogna altrui. D'altronde se mentire e mentirsi sono funzionali all'adattamento, saperlo fare, saper scoprire chi lo fa, diventano abilità sociali necessarie per l'interazione umana.1 Scoprire le menzogne però è un compito assai arduo e difficile anche se, a seconda delle situzioni in cui ci troviamo, la presenza di indici esterni (che ci permettono di avere dei riscontri fattuali) o la loro assenza (che ci costringe ad analizzare il "come" una menzogna viene detta- comportamento non verbale- e il "cosa" viene detto- analisi verbale) ci possono aiutare nel discernere la sincerità dalla menzogna. Saper mentire significa in altre parole, essere capace di padroneggiare tutta una serie di paramenti, verbali e non verbali, che sono coinvolti nel progetto di inganno che si vuole mettere in atto; saper scoprire la menzogna significa di conseguenza essere capaci di conoscere, cogliere, decifrare questi paramentri. La letteratura ha rivolto un notevole interesse allo studio della menzogna e dell'inganno, sia nell'ambito della psicologia sociale ma soprattutto nell'ambito della psicologia giuridica e criminale. Il presente lavoro nasce da un desiderio di poter esprire un umile parere sull'affidabilità della memoria dei bambini in ambito di violenze sessuali ottenuta non dal ricordo diretto ed immediato di eventi da poco accaduti, ma partendo dall'assenza o dalla vaghezza di ricordi e procedendo con tentivi di ricostruzione e recupero. E' noto da tempo che le memorie ricostruite possono essere false. Tuttavia, negli ultimi dieci anni si è assistito ad un rinnovato interesse scentifico sull'argomento per meglio documentare i limiti di tale memorie e metterle in relazione con i meccanismi nervosi che sono alla base di tali processi. Per tanto, è ora più chiaro quali siano i ricordi più affidabili e quelli sui quali si può fare meno affidamento. Alcune memorie possono risultare distorte o addirittura si possono impiantare nel nostro cervello delle memorie completamente false.

Dichiarazioni di abusi basati su memorie represse. Considerazioni sul tema ed elementi per la valutazione della testimonianza.

SENA, ROSSELLA
2012/2013

Abstract

Testimonianze personali e vividi aneddoti rappresentano una delle più popolari e apparentemente convincenti forme di "prove" addotte a favore di credenze trascendentali, occulte e pseudoscientifiche. Se non vi è modo di verificare le affermazioni fatte, non si potrà nemmeno giudicare se l'esperienza in sè è stata una mera illusione o se invece è stata intrepretata correttamente. Ma se racconti del genere non sono attendibili, come mai risultano tanto popolari e convincenti? Le ragioni possono essere molteplici. Le testimoninaze sono spesso vivide e dettagliate, il che le rende credibili all'apparenza. Sono spesso addotte da gente molto entusiasta, che sembra onesta ed affidabile, senza motivi verosimili per volerci ingannare. Infine, testimonianze che risultano credibili perchè molta gente ci vuole credere, nonostante non abbiano alcun valore di per sè e qualora non siano verificabili in alcun modo. Da sempre nel grande circo della vita, tutti, a turno, passiamo dal ruolo degli ingannatori a quelli degli ingannati in un continuo alternarsi di situazioni che ci pone nella paradossale necessità di dover acquisire una doppia e contrastante competenza: saper mentire e saper riconoscere la menzogna altrui. D'altronde se mentire e mentirsi sono funzionali all'adattamento, saperlo fare, saper scoprire chi lo fa, diventano abilità sociali necessarie per l'interazione umana.1 Scoprire le menzogne però è un compito assai arduo e difficile anche se, a seconda delle situzioni in cui ci troviamo, la presenza di indici esterni (che ci permettono di avere dei riscontri fattuali) o la loro assenza (che ci costringe ad analizzare il "come" una menzogna viene detta- comportamento non verbale- e il "cosa" viene detto- analisi verbale) ci possono aiutare nel discernere la sincerità dalla menzogna. Saper mentire significa in altre parole, essere capace di padroneggiare tutta una serie di paramenti, verbali e non verbali, che sono coinvolti nel progetto di inganno che si vuole mettere in atto; saper scoprire la menzogna significa di conseguenza essere capaci di conoscere, cogliere, decifrare questi paramentri. La letteratura ha rivolto un notevole interesse allo studio della menzogna e dell'inganno, sia nell'ambito della psicologia sociale ma soprattutto nell'ambito della psicologia giuridica e criminale. Il presente lavoro nasce da un desiderio di poter esprire un umile parere sull'affidabilità della memoria dei bambini in ambito di violenze sessuali ottenuta non dal ricordo diretto ed immediato di eventi da poco accaduti, ma partendo dall'assenza o dalla vaghezza di ricordi e procedendo con tentivi di ricostruzione e recupero. E' noto da tempo che le memorie ricostruite possono essere false. Tuttavia, negli ultimi dieci anni si è assistito ad un rinnovato interesse scentifico sull'argomento per meglio documentare i limiti di tale memorie e metterle in relazione con i meccanismi nervosi che sono alla base di tali processi. Per tanto, è ora più chiaro quali siano i ricordi più affidabili e quelli sui quali si può fare meno affidamento. Alcune memorie possono risultare distorte o addirittura si possono impiantare nel nostro cervello delle memorie completamente false.
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