Il presente lavoro intende esplorare lo strumento dell’autoritratto FotoTerapeutico inserito nel setting clinico, offrendo innanzitutto un contesto storico per quanto riguarda la genesi e lo sviluppo teorico dal punto di vista fotografico, ed al contempo esplorando i significati socio-culturali ed artistici, nonché i primi utilizzi clinici della fotografia. Si è inserita questa tecnica e genere fotografico nel contesto più ampio in cui è contenuto, ovvero la FotoTerapia così come teorizzata da Judy Weiser, offrendo al contempo una visuale delle altre tecniche ad essa affini (Photolangage e fotografia terapeutica). Si è cercato di significare l’autoritratto confrontandolo anche col selfie, per comprenderne continuità e differenze, per poi concentrarci, infine, sull’elaborazione e sviluppo di tutte le teorie psicanalitiche relazionali ed affini, come l’Infant research, la Psicologia del Sé e le relazioni oggettuali. La motivazione che ha spinto a creare queste associazioni, sta nel supporre che la FotoTerapia, ed in particolare la tipologia dell’autoritratto, possa essere un valido strumento da aggiungere alle tecniche del terapeuta con un orientamento relazionale, nonché al presupposto che questo strumento possa essere inteso come intrinsecamente relazionale per alcune sue caratteristiche, a partire dal suo essere un oggetto reale (l’oggetto fotocamera e l’oggetto fotografia), evocatore e mediatore di affetti e ricordi, assai valido anche perché profondamente radicato nell’uso quotidiano per comunicare in maniera immediata senza l’uso di parole.
L’Autoritratto FotoTerapeutico, teoria e tecnica dello strumento in una cornice Relazionale
BULLA, SERENA
2020/2021
Abstract
Il presente lavoro intende esplorare lo strumento dell’autoritratto FotoTerapeutico inserito nel setting clinico, offrendo innanzitutto un contesto storico per quanto riguarda la genesi e lo sviluppo teorico dal punto di vista fotografico, ed al contempo esplorando i significati socio-culturali ed artistici, nonché i primi utilizzi clinici della fotografia. Si è inserita questa tecnica e genere fotografico nel contesto più ampio in cui è contenuto, ovvero la FotoTerapia così come teorizzata da Judy Weiser, offrendo al contempo una visuale delle altre tecniche ad essa affini (Photolangage e fotografia terapeutica). Si è cercato di significare l’autoritratto confrontandolo anche col selfie, per comprenderne continuità e differenze, per poi concentrarci, infine, sull’elaborazione e sviluppo di tutte le teorie psicanalitiche relazionali ed affini, come l’Infant research, la Psicologia del Sé e le relazioni oggettuali. La motivazione che ha spinto a creare queste associazioni, sta nel supporre che la FotoTerapia, ed in particolare la tipologia dell’autoritratto, possa essere un valido strumento da aggiungere alle tecniche del terapeuta con un orientamento relazionale, nonché al presupposto che questo strumento possa essere inteso come intrinsecamente relazionale per alcune sue caratteristiche, a partire dal suo essere un oggetto reale (l’oggetto fotocamera e l’oggetto fotografia), evocatore e mediatore di affetti e ricordi, assai valido anche perché profondamente radicato nell’uso quotidiano per comunicare in maniera immediata senza l’uso di parole.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/44955