La dispersione scolastica è un fenomeno multidimensionale derivante dall’intreccio di variabili di diversa natura che, portando con sé disuguaglianze derivanti dal contesto scolastico, sociale, economico e culturale, rendono la dispersione estremamente complessa. Ciò chiarisce il motivo per cui, a fronte di vari studi, il fenomeno rimane sconosciuto sotto diversi aspetti, e l’incertezza che ne deriva spiega “le difficoltà di definire efficaci linee di intervento, per contrastare e ridurre i tassi di abbandono formativo, entro i diversi sistemi educativi, nonché di collocare le misure antidispersione perseguite da ciascun paese, nell’ambito di una strategia di sistema, operando in sinergia con le altre politiche pubbliche per i giovani (le politiche formative, le politiche attive del lavoro e le politiche sociali)”. La politica europea ha posto in primo piano la diminuzione degli abbandoni scolastici precoci negli obiettivi di Lisbona , secondo i quali la media dei giovani che abbandonano l’istruzione secondaria non deve superare il 10% della popolazione in dovere di istruzione, ovvero quella compresa tra i 14 e i 18 anni. Questo obiettivo, che era elencato tra i cinque benchmarks della prima fase della Strategia 2000-2010 , non è stato raggiunto dalla maggior parte dei paesi membri, la media europea si è infatti fermata a una percentuale pari al 15,1% nel 2008, motivo per cui l’obiettivo è stato ribadito nella Strategia 2020, inoltre entro tale data ogni paese dovrà estendere la formazione post-secondaria (laurea o diploma tecnico-superiore) raggiungendo la percentuale di 40% di laureati o qualificati nella fascia 30-40 anni.
Contrastare la dispersione scolastica: l'apporto dei servizi sociali
SACCO, STEFANIA
2020/2021
Abstract
La dispersione scolastica è un fenomeno multidimensionale derivante dall’intreccio di variabili di diversa natura che, portando con sé disuguaglianze derivanti dal contesto scolastico, sociale, economico e culturale, rendono la dispersione estremamente complessa. Ciò chiarisce il motivo per cui, a fronte di vari studi, il fenomeno rimane sconosciuto sotto diversi aspetti, e l’incertezza che ne deriva spiega “le difficoltà di definire efficaci linee di intervento, per contrastare e ridurre i tassi di abbandono formativo, entro i diversi sistemi educativi, nonché di collocare le misure antidispersione perseguite da ciascun paese, nell’ambito di una strategia di sistema, operando in sinergia con le altre politiche pubbliche per i giovani (le politiche formative, le politiche attive del lavoro e le politiche sociali)”. La politica europea ha posto in primo piano la diminuzione degli abbandoni scolastici precoci negli obiettivi di Lisbona , secondo i quali la media dei giovani che abbandonano l’istruzione secondaria non deve superare il 10% della popolazione in dovere di istruzione, ovvero quella compresa tra i 14 e i 18 anni. Questo obiettivo, che era elencato tra i cinque benchmarks della prima fase della Strategia 2000-2010 , non è stato raggiunto dalla maggior parte dei paesi membri, la media europea si è infatti fermata a una percentuale pari al 15,1% nel 2008, motivo per cui l’obiettivo è stato ribadito nella Strategia 2020, inoltre entro tale data ogni paese dovrà estendere la formazione post-secondaria (laurea o diploma tecnico-superiore) raggiungendo la percentuale di 40% di laureati o qualificati nella fascia 30-40 anni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/44931